Parcheggio in piazza Unità d'Italia | Progetto in consiglio dopo 17 anni - Live Sicilia

Parcheggio in piazza Unità d’Italia | Progetto in consiglio dopo 17 anni

Il luogo in cui dovrebbe sorgere il parcheggio multipiano di piazza Unità d'Italia

Torna d'attualità il piano per il multipiano fermo al Comune dal 1999. E da allora l'imprenditore che lo ha presentato attende una risposta.

PALERMO – Un parcheggio a tre piani sotto piazza Unità d’Italia, dal costo di 12,4 milioni di euro, grande oltre 7 mila metri quadrati e che potrebbe ospitare 242 box e 280 posti auto, oltre agli scooter. Un progetto destinato a cambiare profondamente la vivibilità di una zona notoriamente carente di parcheggi e che sarebbe a due passi dalla prossima fermata dell’anello ferroviario. L’accesso sarebbe da viale Piemonte e si prevedono 124 posti auto e 56 box al primo piano; 156 posti e 56 box al secondo (oltre ai motoveicoli) e 160 box al terzo. Al posto degli attuali parcheggi in superficie, una grande area verde.

Ma dopo quasi 20 anni il progetto è ancora a un punto morto, mentre l’imprenditore che lo ha proposto attende che il Comune, prima o poi, gli dia una risposta. Se qualcuno si chiedesse perché è complicato investire a Palermo, potrebbe guardare alla vicenda del parcheggio di piazza Unità d’Italia: un Prusst da realizzare con finanza di progetto che ha mosso i primi passi nel 1999 e che nel 2016, dopo 17 anni, attende ancora il voto di Sala delle Lapidi. Ma anche se questo arrivasse subito, ci sarebbe poi la procedura per il project financing, la gara e infine la costruzione dell’opera (stimati in tre anni): insomma, bene che vada si supereranno in scioltezza i 20 anni.

Potere dalla burocrazia e della politica della quinta città d’Italia, incapaci di dare una risposta in tempi ragionevoli (positiva o negativa che sia) a chi vuole investire. E’ il 1998 quando in Italia nascono i Prusst, ossia i Programmi di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio: una vicenda tanto travagliata quanto lunga, con ben due bandi nella quinta città d’Italia e con molti progetti che attendono ancora di essere approvati. Il Prusst di piazza Unità d’Italia appartiene nello specifico al primo bando.

Nel 1999, cioè un anno dopo, la Siageco di Dario Ferraguto presenta un progetto per realizzare il parcheggio multipiano interrato e altri due parcheggi a raso in via Sciuti e via Rutelli. Ma la ditta, di concerto con il Comune, decide quasi subito di limitare il progetto alla sola piazza Unità d’Italia. Dal momento però che sulla stessa zona c’è anche un’altra proposta, sempre per un parcheggio in project financing, Palazzo delle Aquile decide di rivolgersi alla società Assistenza tecnica mediterranea per valutare quale delle due proposte fosse più conveniente. E la Siageco vince.

Dagli anni 2000 in poi l’opera viene inserita puntualmente nel Piano triennale delle opere pubbliche approvato dal consiglio comunale: insomma, quel parcheggio serve visto che il Comune, al di là della Siageco, ne aveva previsto uno nello stesso posto nell’ambito del piano urbano dei parcheggi. L’iter va avanti e nel 2003, durante una conferenza di servizi, si ottengono i vari pareri: Genio civile, Vigili del fuoco, Asl, Soprintendenza, Regione. Bisogna aspettare però il 2007 perché la delibera, che non è altro che una adozione della variante urbanistica, arrivi a Sala delle Lapidi.

Ma nell’ottobre del 2008 (9 anni dopo l’inizio dell’iter) il consiglio rimanda tutto agli uffici: la commissione Urbanistica, infatti, “è venuta a conoscenza di nuovi fatti verificatisi dopo aver reso il parere di rito e occorre pertanto integrarlo”. Quali siano i fatti la delibera non lo specifica. Nel frattempo passano gli anni e i pareri dei vari soggetti vengono aggiornati, perché ormai troppo vecchi. La Prefettura nel 2015 certifica che non serve la certificazione antimafia e nel 2016 la delibera (tale e quale a come era nel 2008) torna in consiglio comunale, ben 17 anni dopo. Adesso toccherà alla commissione Urbanistica dare parere e poi sarà Sala delle Lapidi a dover votare. Tutto finito? No, perché questo non è che il primo passo.

Il progetto andrà verificato dal punto di vista tecnico e amministrativo e poi inizierà l’iter per il project financing, che prevede anche la gara. Ma non è ancora chiaro se alla fine il progetto dovrà o meno tornare a piazza Pretoria: va votata una convenzione, come successe per il parcheggio del Tribunale, oppure tutto viene demandato agli uffici? La convenzione durerà 99 anni, come in altri casi, o sarà pesantemente ridotta? I pareri, tra i tecnici, sarebbero discordanti e per questo anche tra i consiglieri comunali non mancano i dubbi: se il progetto tornerà in Aula si potranno discutere più in là i dettagli, altrimenti bisognerà farlo adesso. Mentre l’imprenditore attende una risposta. Intanto le posizioni in consiglio sono diverse.

“Ripercorrere la storia di questa proposta progettuale significa fare un viaggio sui perché a Palermo sia così difficile investire – dice Pierpaolo La Commare del Mov139 – Iter amministrativi incerti e tempi di risposta della politica infiniti. Io credo che la prima cosa che la politica deve offrire all’impresa siano tempi certi nella decisione. Imprenditori e cittadini hanno diritto a risposte che viaggino in termini di mesi non di decenni. È una rivoluzione culturale che tutti devono sentire prioritaria per il futuro della nostra città, non ci si può lamentare dei pochi investimenti dei privati quando per una risposta passano 20 anni. Non entro nel merito dell’iniziativa, lo farò nelle opportune sedi, commissione e consiglio, ma è evidente che dobbiamo farci carico come classe politica della necessità di dare risposte, il coraggio delle decisioni è il primo dovere di chi è chiamato ad amministrare la cosa pubblica, senza distinzioni fra maggioranza ed opposizione. È un dovere di tutti, sia nel caso del parcheggio di piazza unità di Italia sia per tutti gli atti simili presenti all’ordine del giorno in consiglio comunale”.

“E’ corretto dare una risposta all’imprenditore ed è un miracolo se è ancora intenzionato a realizzarlo – aggiunge il presidente della commissione Urbanistica Alberto Mangano -. Questa proposta dovrebbe chiudere un iter relativo al Prusst, ma ci viene proposto come project financing già approvato in passato dall’amministrazione. Serve poi un altro passaggio per stabilire la convenzione, vorremmo che si evitasse il pasticcio fatta con il parcheggio di piazza Vittorio Emanuele Orlando. Vorremmo capire le regole minime per cui si possa discutere seriamente di questa proposta”.

Per Giulio Tantillo (Fi) “il consiglio ha votato la sola localizzazione, successivamente è tornato in Aula e gli uffici hanno chiesto al consiglio di mandarlo indietro, c’erano state alcune proteste dei cittadini e in Aula gli uffici chiesero la restituzione dell’atto. Ci sono moltissimi box e pochi posti auto e, di fatto, toglieremo 200 posti in superficie: vanno aumentati i posti macchina e invertite l’entrata e l’uscita, secondo quanto suggerito anche dall’ufficio Traffico”.

Secondo Rosario Filoramo del Pd “gli imprenditori hanno il diritto di richiedere e ottenere una risposta in tempi certi, se l’esito è negativo va comunicato in tempo all’imprenditore liberandolo dall’impegno, quattro amministrazioni hanno fallito sui Prusst, impossibile fare attendere quasi vent’anni”.

“Un progetto datato di oltre 10 anni e più che in linea di principio sembra condivisibile, ma sarà necessario avere maggiori spiegazioni dagli uffici, troppe sono le cose lasciate in sospeso che invece dovevano fare parte della delibera – commenta infine Filippo Occhipinti di Comitati Civici – devono essere valutati anche il piano finanziario del progetto, la scadenza della convenzione prevista nella gestione del parcheggio e sopratutto se l’equilibrio tra interessi del privato e benefici del pubblico e sono equamente distribuiti. Non permetterò un’altra convenzione come quella concessa per il parcheggio del Tribunale. Non si pensi minimamente di valutare e concedere altre operazioni di project financing per realizzazione e gestione di parcheggi che prevedano scadenze a 90 anni”.


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