CATANIA – Non solo i Santapaola e i Laudani hanno degli “alleati” tra le cosche dei paesi etnei, ma anche la cosca dei Mazzei. I Carcagnusi, i cui vertici sono stati decapitati con l’operazione Target, avrebbero il pieno appoggio del gruppo dei Nicotra di Misterbianco. Un profondo conoscitore, anche a livello personale, delle figure di riferimento della famiglia mafiosa è Luciano Cavallaro, ex organico dei Tuppi (così sono chiamati i Nicotra) e da alcuni mesi entrato nel programma dei collaboratori di giustizia. Nelle oltre 140 pagine dell’ordinanza firmata dal Gip Santino Mirabella sono state inserite le dichiarazioni rese dal nuovo pentito lo scorso aprile.
Cavallaro rivela dettagli utili sui personaggi chiave dei Carcagnusi e coinvolti nell’inchiesta Target, condotta dalla Squadra Mobile. Il pentito fa anche i nomi di chi avrebbe coperto Nuccio Mazzei durante la latitanza. Tra di loro anche un uomo non affiliato ai Carcagnusi. “Cicciu U Vaccaru (Francesco Spampinato, ndr – si legge – che abita a Motta Sant’Anastasia e che teneva nascosto Nuccio Mazzei durante la latitanza. Difatti in quel periodo mandammo i nostri saluti a Nuccio Mazzei tramite lui. Si tratta di un avvicinato al clan Mazzei, fatto di cui lui stesso mi ha parlato. Preciso che mandammo i saluti nel periodo natalizio dopo l’operazione Scarface (Il blitz in cui Nuccio Mazzei riuscì a sfuggire alla cattura, ndr). Cicciu U Vaccaru – aggiunge Cavallaro – aveva confidato a me e a Jonathan Pasqualino che egli favoriva la latitanza di Nuccio Mazzei. Cicciu U Vaccaru possedeva un terreno ove ricordo volevo organizzare una mangiata con tutti gli affiliati al clan Mazzei di Misterbianco, ove avrebbe dovuto partecipare Melo Occhione, suo cognato Giovanni ed altri appartenenti al gruppo del Traforo”. La riunione però non si sarebbe “tenuta” – racconta il collaboratore alla magistratura.
Il gruppo di “avvicinati” (così li chiama Cavallaro) al clan sarebbero stati il “figlioccio Giuseppe Piro” e “Jonathan” che sarebbe stato il “responsabile dei Nicotra di Motta Sant’Anastasia. I Nicotra – spiega il pentito – sono affiliati ai Mazzei”.
Luciano Cavallaro chiarisce, infine, il ruolo di Francesco Spampinato (coinvolto anche nella maxi inchiesta della Dia Ippocampo) e inserito alla base della gerarchia del clan dagli investigatori. “Per quanto ne so si occupava solo della latitanza di Nuccio Mazzei e non di altri affari illeciti”- afferma.
Tra le nuove leve dei Carcagnusi ha un ruolo di spicco Carmelo Giusti, detto Melu Bafacchia. “Sia Nuccio Mazzei che Melo Occhione – racconta Cavallaro – mi hanno detto che Bafacchia era un compagno nostro e quindi affiliato. Lo conosco dal 2013 e lo vedevo tutte le settimane in ogni occasione mi recavo al Traforo (zona di San Cristoforo che indica la roccaforte del clan, ndr) per incontrarmi con gli affiliati”.
L’ex organico dei Tuppi di Misterbianco parla anche di Rosario Seminara, il “custode” dell’arsenale sequestrato dalla Squadra Mobile lo scorso anno nel pieno dell’indagine Target. “So che è stato trovato in possesso anche di un mitra – rivela Cavallaro – e che è soprannominato Saro Mitra. Seminara mi ha confidato che le armi rinvenute in suo possesso erano sue”. Il pentito avrebbe conosciuto Seminara “in carcere” dove si sarebbe “presentato come responsabile dei Carcagnusi per i detenuti reclusi a piazza Lanza. Difatti ogni famiglia mafiosa in carcere ha un responsabile” – aggiunge.
Cavallaro parla anche di Carmelo Grasso, che avrebbe ricevuto nel 2014 “diverse partite di cocaina”. “Charlie”, questo l’appellativo di Grasso, avrebbe ricevuto “la fornitura su ordine di Nuccio Mazzei durante la latitanza da Gioacchino Intravaia”.
Andiamo ai vertici della cosca, partendo dal capomafia Nuccio Mazzei. Cavallaro racconta che lo ha conosciuto personalmente incontrandolo sia la Traforo che a Misterbianco. Ricordo che quando gli mandammo, Jonathan gli inviò, tramite Ciccio U Vaccaru, una bottiglia di champagne”. Maurizio Motta è “attualmente reggente del clan dei Carcagnusi del Traforo, a cui fanno riferimento anche gli altri gruppi. L’ho conosciuto – dice Cavallaro – nel 2015 dopo il suo arresto a Piazza Lanza. E’ stato li per un paio di giorni e poi è stato trasferito a Bicocca. In quella circostanza gli riferì di un problema che aveva avuto con Campolo Rosario e Biffi Massimiliano. Per tale questione Seminara mi fece sapere di non fare più il nome dei Mazzei in caso contrario mi avrebbero ucciso. Motta, cui ho riferito della questione mi diede torto confermando quanto mi aveva detto Seminara”. Insomma i Mazzei avrebbero minacciato l’ex dei Tuppi. Rilevante la figura di Melo Occhione. “Fino all’inizio del 2015 è stato responsabile dei Mazzei – racconta – Dopo che è uscito dal carcere Maurizio Motta, questi lo ha sostituto nella reggenza”. Ad un certo punto a Misterbianco ci sarebbe stato un vuoto di potere causato da un blitz. “Dopo gli arresti eseguiti a Misterbianco nel 2013 io, Pasqualino Jonathan, Guglielmino Carmelo e Orazio Recupero ci recammo al Traforo per chiedere chi doveva essere il nuovo responsabile del gruppo di Misterbianco. Melo Occhione propose me, ma io non ho accettato , per cui fu designato Guglielmino. Questo so che ha un girarrosto a Canalicchio”.
Giuseppe Cardì, arrestato nella retata della settimana scorsa, avrebbe un ruolo preciso secondo Cavallaro. “Si occupava di droga, rapine e recupero crediti”. Su questo ultimo punto avrebbe ricevuto ordini direttamente da “Melo Occhione”.