Partanna tra silenzio e lacrime| "Alessandro viveva per loro" - Live Sicilia

Partanna tra silenzio e lacrime| “Alessandro viveva per loro”

La porta d'ingresso dell'appartamento in via Dionisio

E' un quartiere a lutto quello in cui vivevano Giovanna Pecorella, 25 anni e la sua bimba di un anno mezzo, trovate prive di sensi, ieri sera, dal marito. Il dramma ha colpito i residenti e gli amici, la maggior parte dei quali si è chiusa in un profondo silenzio. Una vicina: "Che questo ragazzo trovi la forza di andare avanti".

Palermo, LA TRAGEDIA in via dionisio
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PALERMO – Ci sono decine di occhi dietro quelle serrande, dietro quelle tende. C’è chi si affaccia per scambiare due parole con il vicino e commentare la tragedia di poche ore prima, raccontando di essere ancora incredulo, c’è chi si è chiuso in un profondo silenzio e non ha alcuna voglia di commentare. Partanna Mondello oggi è un quartiere a lutto: il cielo grigio, la pioggia e poi la grandine sembrano mettere un’ulteriore cornice nera a una giornata dove le domande si susseguono e cercano verità. La stessa che ieri sera, Alessandro Giordano, 33 anni, ha chiesto, urlando, fuori dall’ospedale in cui la sua piccola Rebecca è morta. A fianco a lei, fuori da quella vasca da bagno, la giovane mamma, Giovanna Pecorella, per la quale i soccorsi non hanno potuto fare nulla.

Era una vita trascorsa tra le quattro mura di casa, i lavori del marito e la famiglia, quella di Giovanna: “Abitavano qui da tre mesi, si erano trasferiti in questo appartamento poco prima di novembre – dice un uomo che abita al piano terra della palazzina al civico 10 – quindi non li conoscevo molto, ma erano davvero gentili e cortesi con tutti”. Riservati, ma allo stesso tempo disponibili ed evidentemente felici: “Quando la mattina usciva con la bambina – aggiunge una signora che vive nella palazzina di fronte – le vedevo ridere e scherzare. La mamma la teneva per mano, ogni tanto la prendeva in braccio sorridendo”.

La palazzina in cui viveva la famiglia si trova all’interno di un residence dove il dolore e lo strazio di Alessandro sembrano ancora rimbombare: insieme ai tuoni, ieri sera, c’era il suo urlo di fronte alla tragedia. “Ma come si fa ad andare avanti dopo un dramma del genere – dice il giovane titolare di un’attività commerciale a due passi dal cancello di via Dionisio – io non avrei più la forza di svegliarmi al mattino”. E poi c’è l’amico d’infanzia di Alessandro, che racconta di quanto il giovane si fosse impegnato per mettere su famiglia, per mantenere moglie e la piccola figlia: “Lavorava come gommista, ma a volte come venditore ambulante nei mercatini. Ultimamente aveva anche trovato lavoro come muratore. Adorava Rebecca, Giovanna e la bambina erano la sua vita”.

L’appartamento in cui è avvenuta la tragedia è stato sequestrato: ci sono i sigilli dietro quella che porta che ieri sera ha svelato il dramma ad Alessandro. Oggi l’autopsia sui due corpi, che verrà effettuata all’Istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo. Sarà l’esame autoptico ad accertare cosa sia successo e a confermare o smentire l’ipotesi al momento privilegiata dagli investigatori: quella di una folgorazione dovuta ad un filo pendente dallo scaldabagno.


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