Parte il risiko delle commissioni |Stretta sui mini-gruppi - Live Sicilia

Parte il risiko delle commissioni |Stretta sui mini-gruppi

Iniziativa di Ardizzone: sabato convocata la conferenza dei capigruppo per avviare il rinnovo delle commissioni. E si prepara la stretta sui gruppi con meno di cinque deputati.

PALERMO – Altro che commissione Bilancio. L’Assemblea regionale siciliana si prepara a un valzer di poltrone generale. Il presidente dell’Assemblea regionale siciliana Giovanni Ardizzone, infatti, ha convocato per sabato mattina la Conferenza dei capigruppo parlamentari per una seduta con all’ordine del giorno il rinnovo di tutte le commissioni legislative, l’istituzione della commissione statuto e comunicazioni in merito ai gruppi parlamentari in deroga. Si rimette tutto in discussione, quindi, come previsto dal regolamento che prevede l’azzeramento delle commissioni dopo la metà della legislatura. Se il Movimento 5 Stelle oggi dopo le notizie sull’inchiesta che ha coinvolto tra gli altri Nino Dina e Roberto Clemente ha chiesto l’azzeramento della commissione Bilancio, Ardizzone si spinge oltre e intende procedere all’azzeramento di tutte le commissioni con nuove designazioni.

Si preannuncia una vera e propria rivoluzione all’Assemblea, che metterà in discussione gli assetti e gli equilibri di potere tra i partiti e all’interno degli stessi. Per procedere alla definizione delle nuove commissioni, però, il presidente dell’Ars intende andare fino in fondo sulla vicenda dei gruppi in deroga, quelli con meno di cinque deputati. Si tratta di Megafono e Lista Musumeci (tre deputati), Cantiere Popolare Grande Sud e Mpa (quattro, ma il Cantiere popolare perderà adesso per qualche tempo Roberto Clemente, scendendo a tre). La definizione delle nuove commissioni infatti dipenderà anche dai gruppi che devono essere rappresentati. E l’orientamento della presidenza sembra essere quello di una stretta per i mini-gruppi.

La ridefinizione delle commissioni aprirà una partita delicata dentro e fuori la maggioranza. All’interno del Partito democratico, ad esempio, l’ala sinistra (quella che fino a pochi mesi fa per comodità si chiamava “cuperliana” facendo riferimento all’ultimo congresso) ha tutte e tre le poltrone di presidente delle commissioni appannaggio dei democratici (Cracolici, Marziano e Digiacomo). Anche nel centrodestra ci sono nuovi equilibri di cui tenere conto, visto che quando le commissioni videro la luce esisteva ancora il Pdl e non si era consumato lo strappo tra berlusconiani e alfaniani. Il risiko potrebbe quindi essere particolarmente impegnativo e dall’esito incerto, viste le crepe che attraversano gli schieramenti e che hanno portato nelle scorse settimane all’elezione di un vicepresidente dell’Assemblea di maggioranza.

 


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