Liste Pd, la protesta della base | Il tentativo in extremis di Raciti - Live Sicilia

Liste Pd, la protesta della base | Il tentativo in extremis di Raciti

La Direzione regionale dell'Hotel delle Palme

Gli iscritti intervengono sulle liste. Il caso Caltanissetta. Al gruppo Ars si chiede opposizione.

La Direzione regionale
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PALERMO – “Ascoltiamo i territori e portiamo la nostra proposta a Roma per le liste del Pd alle prossime elezioni politiche”. Si è conclusa così, con le rassicurazioni del segretario regionale Fausto Raciti ai rappresentanti degli organismi locali, la prima Direzione del Partito democratico a Palermo dopo la sconfitta delle Regionali. “Questa direzione mi ha dato mandato ad aprire un confronto con la segreteria nazionale sulla composizione delle liste. Proviamo a metterci nelle condizioni  – ha concluso – di condurre una buona campagna elettorale. Sono convinto che anche al partito nazionale interessi mettere il motore a mille”. Alla fine della Direzione, nella hall dell’hotel, non sono mancate però le battute ironiche di chi ha sottolineato il fatto che “ormai potrebbe essere troppo tardi”.

Il partito che si è riunito oggi all’Hotel delle Palme è un partito che naviga in acque agitate, con una base che chiede di essere tenuta in considerazione per il prossimo appuntamento elettorale e che non vuole riconoscersi in un partito che all’Ars si dimostri troppo disponibile con il governo di Nello Musumeci. “Dobbiamo ricostruire questo partito – ha detto il deputato regionale Antonello Cracolici – senza farci attraversare dagli altri. È normale che quando sei marginale si sia attratti da chi governa, ma dobbiamo combattere questa tendenza perché è quello che ci chiede la base”.

Nutrito il gruppo arrivato dalla provincia di Caltanissetta, dove è scoppiato il caso di Daniela Cardinale, figlia dell’ex ministro Totò, data per candidata tra le fila del Pd. “No alle candidature dinastiche”, è stato il grido comune di chi ha raccontato della difficoltà a camminare per strada perché gli elettori sono diventati insofferenti a un partito che non solo non ha fatto un mea culpa, almeno fino a oggi, per la sconfitta alle Regionali ma che starebbe dimostrando di essere molto lontano dalla base in questo momento in cui si sta per aprire una nuova campagna elettorale.

E a proposito delle scorse Regionali c’è stato chi ha puntato il dito contro il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, big sponsor del candidato Fabrizio Micari e ideatore del cosiddetto “modello Palermo”, e poi “sparito poco prima della presentazione delle liste”. “Ha creato un modello politico fallimentare – ha detto Antonio Rubino, responsabile dell’organizzazione del Pd regionale – e poi è sparito. Per le prossime elezioni dobbiamo avere un ruolo nella formazione delle liste, altrimenti rischiamo il disimpegno”.

Un messaggio chiaro è arrivato comunque dagli iscritti al dibattito: “Le candidature per le Politiche non si possono basare solo sulla fedeltà al capo”, ha detto Lillo Speziale, ex parlamentare regionale. “Chi ha firmato cambiali con il capo – ha detto Enzo Napoli, segretario del Pd di Catania – non può farle pagare al territorio”. Tra queste cambiali, ci sarebbe anche “il patto” tra Renzi e Crocetta: l’ex governatore fece un passo indietro alle scorse regionali “in cambio di un ruolo politico”. “Io aspetto – ha detto Crocetta, a margine della direzione – ma non chiedo elemosine”.

“Il Pd siciliano – ha detto sul tema Sara Chianetta di Favara, provincia di Agrigento – deve spiegare a Renzi che qui il Pd non può diventare solo il partito del segretario. I dirigenti devono portare a Renzi la nostra proposta”. Il renziano doc del Pd siciliano, Davide Faraone, però, alla Direzione di oggi non c’era.

Di seguito tutti gli interventi della Direzione.

20.05 – Conclusa la Direzione del Pd.

19.55 – “Vi faccio una proposta – conclude Raciti – nell’arco delle prossime ore dobbiamo fare un giro d’orizzonte coi segretari provinciali, partendo dagli uninominali. Questa direzione mi ha dato mandato ad aprire un confronto con la segreteria nazionale sulla composizione delle liste. Proviamo a metterci nelle condizioni di condurre una buona campagna elettorale. Sono convinto che anche al partito nazionale interessi mettere il motore a mille”.

19.51 – Sempre Raciti: “È evidente che alcuni nodi politici per le Politiche sono indissolubilmente legati alla nostra dimensione regionale. Io sono consapevole del fatto che c’è un tema di natura politica anche regionale che dobbiamo chiarire per superare le contraddizioni che sono la nostra debolezza”.

19.49 – Il segretario regionale Fausto Raciti tira le conclusioni: “Questa direzione conferma un fatto che non mi era sfuggito e cioè che c’è una volontà di riscatto a partire dalla consapevolezza delle difficoltà. Abbiamo capito che c’è un problema a Caltanissetta e un tema politico ad Agrigento. Radici è la parola chiave del confronto che vogliamo avviare col Pd nazionale”.

19.47 – Fine degli interventi degli iscritti a parlare.

19.35 – Giuseppe Gallè, segretario provinciale del Pd di Caltanissetta, dove è scoppiato il caso di Daniela Cardinale, figlia di Totò di Sicilia Futura: “In questi ultimi giorni almeno proviamo a dare voce ai territori. Servono consultazioni con il territorio, se qualcuno ha l’arroganza di essere nel giusto e va avanti ugualmente con i metodi che noi vorremmo vedere sepolti, vadano pure avanti, ma noi ancora aspettiamo una proposta. Noi questa sfida la vogliamo vincere ma non con gli incontri bilaterali a Roma. L’ultima direzione provinciale ha detto no a candidature non condivise dal territorio. Questa è un’intera classe dirigente che vuole scegliere i suoi candidati”.

19.30 – La Monaca: “Siamo molto in ritardo. Ma se decidiamo di portare questa proposta sulle liste per la Sicilia a Roma dobbiamo essere uniti, forti”.

19.20 – Sara Chianetta, Pd di Agrigento, una delle due province da cui è arrivato l’appello contro le “candidature dall’alto”: “Noi dobbiamo avere un ruolo nella decisione dei nomi per le liste. Le province devono essere rappresentate. Agrigento ha tre deputati uscenti che hanno lavorato benissimo in Parlamento e sul territorio. Ora io credo che il Pd non può non spiegare a Renzi che in Sicilia il partito non può diventare solo il partito del segretario. Gli organismi del partito devono portare a Renzi la nostra proposta”.

19.10 – Lillo Pumilia si rivolge direttamente a Raciti: “Dovevamo far capire a tutti che non stiamo subendo la sconfitta delle Regionali. Che ne avevamo preso atto e la stavamo affrontando. Come? La dirigenza doveva dimettersi, probabilmente vi avremmo riconfermati ma avreste lavorato sulla base di una nuova fiducia”.

19.05 – Camillo Oddo: “Ci dobbiamo mettere al lavoro con la veduta più ampia possibile, coinvolgendo tutte quelle persone che possono aiutarci a uscire da questo che, senza ombra di dubbio, è stato un annus horribilis. Dobbiamo recuperare quel clima che ci permette di vincere le elezioni”.

18.45 – Antonello Cracolici: “Molto di noi già ragionano a partire da una data: il 5 marzo. Cosa sarà il Pd dopo queste elezioni? Siamo in un momento in cui dobbiamo occuparci delle liste per le Politiche, ma non dimentichiamo che in Sicilia dobbiamo capire come deve muoversi il partito. Qual è lo stato d’animo del nostro elettorato lo abbiamo già testato in Sicilia: il voto delle Regionali ci ha detto che il candidato del centrosinistra ha preso meno voti della sua coalizione. Questo dobbiamo tenerlo a mente. E ricordiamoci anche che dobbiamo ricostruire un partito senza farci attraversare dagli altri. È normale che quando sei marginale sei attratto da chi governa, ma dobbiamo combattere questa tendenza”.

18.35 – Lillo Speziale: “La campagna elettorale il Pd non la vuole vincere. Se vogliamo vincere queste elezioni dobbiamo intrecciare bene i candidati nei collegi con candidati autorevoli nelle liste. Finora non ho sentito parlare mai di un metodo vincente per queste liste. Non me ne frega niente delle aree, a me interessa solo che il Pd vinca. La piega che abbiamo preso è completamente il contrario: non si può ragionare in termini di fedeltà al capo, perché altrimenti non solo perdiamo ma oltretutto smobilitiamo il partito”.

18.30 – Giuseppe Arancio: “Mi sembra che la seconda parte del nome Pd, democratico, negli ultimi tempi sia andato a farsi benedire, dovremmo interessarci di piu dei cittadini dei nostri territori ed evitare le divisioni perchè la gente non le capisce.  Se non riusciamo a coinvolgere le persone che militano nei nostri circoli come possiamo pensare di vincere le elezioni?”.

18.22 – Enzo Napoli: “Da sette anni a questa parte passiamo il tempo ad ammazzarci tra noi. Eleggeremo meno di 27 parlamentaro, questo è sicuro, ma ci servirà un gruppo parlamentare molto forte. E si comincia dalle candidature: chi ha firmato cambialo con qualcuno non può farle pagare ai territori. Dobbiamo sederci a un tavolo e dare a tutti la possibilità di essere partecipi”.

18.18 – Teresa Piccione: “Alle Regionali ci è mancato un candidato politico e ci è mancata la coalizione. Dobbiamo fare mea culpa, anche rispetto alla nostra scissione. Ci dobbiamo proporre col nostro Dna e allora potremo ancora parlare a quel 37% di indecisi segnalati dai sondaggi”.

18.09 – Magda Culotta, deputato uscente del Pd: “Dobbiamo marcare le differenze con il governo regionale di Musumeci. Altrimenti rischiamo di pagare questa disponibilità nella prossima campagna elettorale. Io da uscente sono assolutamente pronta a correre per un collegio uninominale”.

17.58 – Antonio Rubino – “Tra 40 giorni si vota. 40 giorni dal voto impongono un grande senso di responsabilità”. Rubino se la prende con Orlando: “È scomparso poco prima della presentazione delle liste politiche. Ha creato un modello politico fallimentare e poi è sparito. Per le prossime elezioni dobbiamo avere un ruolo nella formazione delle liste, altrimenti rischiamo il disimpegno”.

17.50 – Nino Vassallo: “Chi è già stato candidato alle Regionali ed è già stato bocciato non può venire qui a chiedere una candidatura. Dobbiamo cambiare. E soprattutto dobbiamo tornare alle regole, in primis alle primarie. Queste regionali sono state una sonora bocciatura della nostra linea politica”.

17.47 – Peppe Lucchese: “A Caltanissetta nessuno vuole farsi calpestare la faccia”.

17.44 – Antonio Montagnino: “Rischiamo di disperdere un patrimonio di idee e capacità se non ritroviamo un contatto con il territorio e se non fermiamo la deriva populista. Un partito senza identità è un partito senza futuro”.

17.35 – Renzo Bufalino: “Abbiamo fatto una campagna per le Regionali demotivati, è stata deprimente. Non vogliamo più che vada così. Chi ci rappresenta deve davvero stare sul territorio. Ultimamente non è più stato così”. E riferendosi al caso di Daniela Cardinale, figlia di Totò: “Basta con le candidature dinastiche!”. La sala ha applaudito. E poi: “Qui dentro c’è il Partito democratico non Sicilia Futura”.

17.32 – Nutrito il gruppo del Pd della provincia di Caltanissetta che ha chiesto di intervenire. Comincia Ivo Cigna, che ha parlato della necessità di valorizzare i territori. “Le province lanciano un segnale d’allarme: non possiamo non ascoltare gli organismi locali. Altrimenti chiudiamoli, a che ci servono? Per le strade le persone non ci possono più sopportare perché passiamo il tempo a parlare di alchimie politiche”.

17.28- Si apre il dibattito.

17.18 – Raciti dà un’indicazione precisa: “in queste settimane ho parlato poco con la stampa. Forse dovremmo farlo tutti. Sarebb un modo per migliorare il dialogo tra noi. L’unità non si costruisce con gli appelli, ma lavorando insieme”. Si conclude così l’intervento del segretario Raciti.

17.14 – Raciti: “Dobbiamo prendere una decisione: sancito che per il prossimo appuntamento  elettorale il nostro spazio di proposta è limitato e non decisivo, vogliamo provare a lavorare insieme sulla costruzione di una proposta o piuttosto vogliamo demandare alla Direzione nazionale la discussione politica sulle liste delle elezioni nazionali? Io penso che il nostro lavoro istruttorio sia utile almeno per la parte uninominale. Quindi vorrei incontrare i segretari provinciali entro l’inizio della prossima settimana. Siamo già fuori tempo massimo”.

17.00 – Raciti chiama il Pd alle sue “responsabilità” in merito al ruolo di opposizione al Parlamento regionale: “Il Pd, anche alla luce della campagna elettorale che si è aperta, deve essere forza sfidante. Non possiamo fare finta di non sentire che il governo di Musumeci sta scaricando sul governo precedente tutte le colpe di situazioni che il nostro governo aveva cercato già di arginare. Uno su tutti il tema del bilancio: quello che dicono è falso. C’è un’opera di mistificazione. Io credo che questo sia funzionale ai prossimi appuntamenti elettorali e per non ritrovarci in posizione politicamente subalterna rispetto ai 5 stelle”.

16.56 – Raciti riflette ancora sulle Regionali di novembre: “Non avevamo capito che il presidente Grasso aveva altre intenzioni; politiche, piuttosto che istituzionali”.

16.53 – Sempre Raciti: “Il Pd ha dimenticato la propria identità, addirittura alle Comunali abbiamo perso anche il nostro simbolo. E abbiamo pagato per questo.

16.45 – La Direzione si apre con la relazione introduttiva del segretario regionale Fausto Raciti. “Abbiamo subito una duplice sconfitta alle ultime elezioni: intanto perché governavamo e non siamo riusciti a tornare al governo e poi perché il nostro candidato è arrivato addirittura terzo”.

16.15 – Arriva Rosario Crocetta: “Mi aspetto dialogo. Non voglio un Pd che si spacca. Dobbiamo ritrovare il senso di un’azione collettiva e unitaria che si richiama alla nascita del Pd. In un partito politico si deve fare sintesi tra le diverse identità. Io sono convinto che Raciti lo farà. Io ho fatto tre passi indietro alle ultime regionali ed è stato Renzi a propormi una candidatura. Io non avevo chiesto nulla. Ora aspetto perché non sono il tipo che minaccia di andare in un’altra lista e nessuno comunque me lo ha chiesto perché si sa che non sono un saltimbanco. Io ho chiesto a Renzi il riconoscimento di un ruolo politico, il segretario ora farà le sue scelte, ma io non sono qui col piattino in mano a elemosinare nulla”.

15.40 – Giovanni Bruno, della Commissione regionale di garanzia del Partito democratico, si presenta all’incontro con una clava di plastica. Uno scherzo per ironizzare sulle tensioni che animeranno la Direzione.

15.35 – Prima dell’inizio della Direzione, l’ex assessore di Crocetta, Bruno Marziano scherza: “Da candidato sono diventato aspirante candidato. Ci sono 20 uscenti, 30 aspiranti e 10 posti più o meno: sempre meglio di una lotteria. Forse non è piaciuto come ho guidato l’assessorato”.

 


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