Pd-M5s, la Sicilia è il centro dello scontro: il nodo 'impresentabili'

Pd-M5s, la Sicilia è il centro dello scontro: il nodo ‘impresentabili’

L'intervista di Conte. Le voci romane. Ecco perché si sta consumando una rottura insanabile. Novità sulle 'liste pulite'.

Che stessero insieme un po’ per forza già si sapeva. Ma, adesso, la coabitazione che fu è diventata una guerra politica senza quartiere, con metaforici cazzotti volanti, magli perforanti e lanci di piatti scroscianti. Ed è la Sicilia l’epicentro del conflitto tra Pd e M5S, dopo che i secondi hanno fatto dietrofront rispetto alle primarie per la presidenza, decidendo di correre da soli.

Le voci del Pd

“Siamo molto grati a Caterina Chinnici, che ha accolto il nostro invito a continuare a rappresentare il volto della Sicilia migliore e a guidare l’unico schieramento in grado di sconfiggere la peggiore destra”. Così riferiscono fonti del Nazareno, citate dall’ansa. “Quanto alle affermazioni di questa mattina di Giuseppe Conte – si spiega -, gli chiediamo perlomeno di evitare, dopo aver tradito patto coi siciliani ratificato da oltre 30mila elettori alle Primarie, di dire falsità. Nelle liste del Partito Democratico per le elezioni regionali non ci saranno persone sottoposte a procedimenti penali”. E qui, in questa citazione delle fonti, c’è già una notizia. Le congratulazioni ufficiali sono successivamente affidate a un tweet di Enrico Letta: “Grazie Caterina Chinnici, grazie per il tuo impegno e la tua coerenza. E per il rispetto del voto delle primarie”.

Le accuse di Conte

Ma quali sono le parole di Conte che non potevano piacere ai vertici del Pd, una volta pronunciate? Quelle rilasciate a LiveSicilia.it, nel corso di una intervista: che ha fatto rumore “il Pd ha tradito in un solo mese un lungo percorso fatto insieme. A Roma ha scelto l’agenda Draghi rinnegando le lotte sociali e per l’ambiente: anche per questo ha fatto orecchie da mercante rispetto all’appello del Movimento per un’agenda essenziale per risolvere le urgenze del Paese. Poi ancora peggio: ha tentato furbescamente di scaricare su di noi la colpa di tutte le calamità nazionali puntando sul fatto che sotto quest’urto saremmo spariti a livello nazionale e in Sicilia avrebbero sfruttato ancor meglio i nostri voti”.

E ancora: “Il resto è cronaca di questi giorni: troviamo francamente imbarazzante la loro insistenza nel voler infilare candidati impresentabili nelle liste. Il fatto che una personalità del valore di Caterina Chinnici abbia dovuto richiamare il Pd all’ordine sulla necessità di escludere dalle liste persone con procedimenti penali pendenti è indicativo della degenerazione in atto”.

C’eravamo poco amati, ma…

Insomma, non è, appunto, che si fossero mai amati Piddini e grillini. Però, stavano insieme, tirando avanti alla meno peggio. Ora, i tono suonano decisamente ostili, da una parte e dall’altra. E la questione siciliana peserà molto, nell’improbabile ed eventuale tentativo di ricucire un minimo di bon ton dopo le elezioni. Il Pd siciliano, nel frattempo, si appoggia sopra un mezzo sospiro di sollievo. Caterina Chinnici non ritirerà la sua candidatura. La catastrofe di trovarsi, a un mese dalle elezioni, improvvisamente orfani della portabandiera prescelta è stata evitata. Ecco perché, quello del centrosinistra è soltanto un immenso pasticcio. E poteva andare peggio. (Roberto Puglisi)


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