Pd, nessuna resa dei conti: ok alla relazione di Barbagallo - Live Sicilia

Pd, nessuna resa dei conti: ok alla relazione di Barbagallo

Il segretario dem durante la direzione non mette la polvere sotto il tappeto
L'ANALISI DEL VOTO
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CATANIA – Chi si aspettava una resa dei conti è rimasto deluso. La direzione regionale del Pd approva all’unanimità la relazione del segretario regionale Anthony Barbagallo. L’analisi dei dati elettorali delle amministrative siciliane va in scena “senza strappi al motore”.

Barbagallo non mette la polvere sotto il tappeto e traccia un quadro di luci e ombre mettendoci la faccia. “Mi assumo tutte le responsabilità del caso e come sono abituato a fare ci metto la faccia, soprattutto nelle sconfitte che, come sappiamo, sono sempre orfane di genitori” dice nella sua relazione che introduce i lavori. “Con la franchezza che possiamo permetterci nei luoghi, come questo, che sono quelli deputati al confronto, dobbiamo dire che questa abitudine del giorno dopo di giocare al tiro al bersaglio del segretario o della segretaria è stucchevole, una pratica egoriferita improduttiva di qualunque effetto che ci allontana dalle persone e dall’analisi seria degli accadimenti”, continua.

Poi si dedica ad analizzare la situazione dell’organizzazione a livello locale per rilanciare l’azione del partito in vista dell’appuntamento cruciale con le europee. Barbagallo si assume la responsabilità del risultato delle amministrative che contestualizza in un quadro nazionale. Poi prendono la parola vari dirigenti, deputati e rappresentanti di svariate realtà locali. Le potenziali mine sul campo (nel corso di un dibattito durato 4 ore) dopo il voto vengono naturalmente disinnescate da un confronto franco. Soltanto l’orfiniano Antonio Rubino chiede che si vada a congresso.

Tutti gli altri interventi convergono sulla necessità di puntare sui contenuti e sul confronto serrato. Bruno Marziano, il senatore Antonio Nicita e il deputato regionale Tiziano Spada si confrontano sul dato di Siracusa senza risparmiarsi nelle stoccate. Il demicheliano Peppe Di Cristina considera poco corretto addebitare una sconfitta al segretario regionale senza fare i conti sul fatto che “non riusciamo a parlare con le persone rimettere al centro scuola e lavoro”.  

Safina rivendica la vittoria di Trapani non senza una stoccata agli avversari interni. Un campanello d’allarme sul “clima di anarchia che regna nel partito” lo suona il deputato regionale Antonello Cracolici che chiede a gran voce di tornare a parlare di temi e di rimettere in moto la macchina per le europee. Il collega Giovanni Burtone assicura “non siamo alla resa dei conti ma c’è un problema”. Poi rivendica il lavoro del gruppo parlamentare, l’ex vice segretario nazionale Peppe Provenzano torna a chiedere una conferenza programmatica per rilanciare i dem. Big Mirello Crisafulli richiama all’ordine “dobbiamo essere un partito” e attacca “l’anarchia” di chi a livello locale si muove senza tenere conto della posizione del partito.

E ammonisce:   “I  problemi non si risolvono cambiando il segretario nazionale, mettiamo Barbagallo nelle condizioni di fare le scelte che servono al PD”. Il deputato regionale Nello Di Pasquale pone il tema delle alleanze e si dice “non convinto dell’ipotesi congresso” invitando a continuare il lavoro fatto finora. Sergio Lima, rappresentante regionale della mozione Schlien e membro della segreteria regionale, analizza il dato dell’astensionismo  (al 50%) preoccupandosi di recuperare “non solo chi non vota pd ma una parte ha perso la speranza”. Sul partito lancia una bordata paragonando i dem e le correnti locali all’Italia del 1300: “Una serie di statarelli autonomi che si muovevano in ordine sparso divenendo irrilevanti”.

A chiudere i lavori ci pensa il capogruppo all’Ars Michele Catanzaro.  Il deputato chiede “una profonda analisi sul partito” e rivendica il ruolo del PD all’Ars che dopo ”l’articolo di Live Sicilia ha deciso di unire le opposizioni per dare una direzione chiara e unitaria”. Catanzaro  invita a parlare di temi contesta la vocazione  minoritaria invitando a non confondere l’azione politica del partito e quella del partito che devono camminare parallelamente e colpire unite. Il dibattito si chiude con il voto che conferma saldo lo scranno del segretario Barbagallo. 


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