Peppe Vessicchio e il sostegno ai talenti della Sicilia

Peppe Vessicchio sui talenti siciliani: “In tanti non varcano lo Stretto”

A ottobre, il forfait ad un evento nella Valle dei Templi per problemi di salute

Al giornalista di “Repubblica” che nel 2018 gli chiese una definizione musicale della Sicilia, Peppe Vessicchio – morto sabato 8 novembre a 69 anni – rispose senza alcun indugio: “E’ un adagio sostenuto”. Era il 2018 e il direttore d’orchestra prestato alla tv si trovava a Palermo come portavoce di un progetto di solidarietà.

“Adagio perché si va piano, sostenuto perché non bisogna cedere – argomentò il maestro napoletano, il cui nome è legato indissolubilmente al Festival di Sanremo – Bisogna avere ben netta la sensazione di dove si vuole arrivare, senza correre, ma sicuramente con determinazione”.

Peppe Vessicchio: “Io molto legato alle sorti della Sicilia”

“Mi sento molto legato alle sorti culturali di questa parte dell’Italia – confessò – Palermo vive gli stessi problemi che, vivendo a Napoli, ho potuto percepire: città d’arte piena di contraddizioni. Tutto quello che arriva dalla Sicilia ha sempre qualcosa di spiazzante, forse perché non la conosciamo bene. Forse perché ha mantenuto dei piccoli tesori capaci di sviluppare, come le piante in un giardino, dei frutti particolari”.

“La Sicilia ha anche dei musicisti straordinari che a volte non varcano lo stretto”, rilevò ribadendo la sua passione per la promozione di giovani talenti che lo portò ad insegnare per diversi anni nella scuola di “Amici”. Una delle sue ultime apparizioni pubbliche risale allo scorso agosto quando approdò a Ragusa Ibla per partecipare alla 13esima edizione del concorso canoro Cristina Guastella in qualità di presidente di giuria.

I consigli del maestro ai giovani musicisti

“Io amo i dilettanti perché nei loro occhi scorgo una luce che nei professionisti si è spenta – confidò Peppe Vessicchio in un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera” nel 2021 – Divertitevi, divertiamoci, coltiviamo le cose per diletto (…) Ho capelli e barba bianca, sono in quella fase della vita in cui si pensa alle restituzioni. Non parlo di cose materiali, ma di quella vocazione a distribuire qualcosa di quello che si è guadagnato. Esperienza, doti, cose imparate”.

“Spero che i tanti giovani che seguono il mio lavoro non perdano mai di vista il vero motivo per cui si fa qualcosa – auspicò– Specie se, come me, ci si occupa di musica, di arte. Vedo tanta ansia di concretizzazione: fama, stabilità, soldi. Così però ci si inaridisce”.

Peppe Vessicchio e il metodo Freman

A inizio ottobre, Peppe Vessicchio era atteso nella Valle dei Templi per l’evento “Vino e Musica”. Dopo anni trascorsi tra il palco dell’Ariston e numerosi programmi televisivi, il maestro aveva deciso di mettere il suo talento al servizio di una nuova arte: quella enologica.

Così era nato un progetto unico nel suo genere, fondato su un’idea tanto affascinante quanto innovativa: l’affinamento del vino attraverso la musica. Ad Agrigento, il direttore d’orchestra avrebbe dovuto presentare il suo metodo Freman (acronimo di Frequenze e Musica Armonico-Naturale) basato sull’intuizione che le vibrazioni sonore possano influenzare il processo di maturazione del vino.

Durante l’affinamento, Vessicchio utilizzava specifiche frequenze armoniche per accompagnare il vino nel suo percorso evolutivo. Un problema di salute aveva costretto il maestro a dare forfait. A distanza di poco più di un mese, è arrivata come un fulmine a ciel sereno la notizia della sua scomparsa.


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