Per loro anche soldi in Finanziaria | Storia di 2 teatri piccoli e "fortunati" - Live Sicilia

Per loro anche soldi in Finanziaria | Storia di 2 teatri piccoli e “fortunati”

A Sciacca potrà ripartire un'opera a lungo incompiuta. Ad Adrano si interverrà su una struttura chiusa per 20 anni. Grazie agli "sponsor" dell'Ars.

BENI CULTURALI
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PALERMO – Anche per la Sicilia l’Ottocento è stato un secolo di trasformazioni sociali e culturali. In tutti i capoluoghi e anche nei piccoli centri dell’Isola vengono costruiti eleganti edifici teatrali simbolo di maturità civica. Architetture monumentali che non solo rivestirono un ruolo nodale nei nuovi assetti urbanistici, ma rappresentarono un importante segno di coesione della cittadinanza e di rivendicazione di una propria autonomia culturale. Nel “Censimento dei Teatri esistenti nel Regno d’Italia” redatto nel 1868, in Sicilia se ne contano ben ottanta, molti dei quali progettati dai più grandi architetti siciliani dell’epoca.

Il modello di teatro lirico “all’italiana”, caratterizzato dalla pianta a forma di ferro di cavallo con più ordini di palchi tutt’attorno al loggione, rappresenta un autentico emblema della società borghese. Luogo di aggregazione e riflessione laica in cui le comunità s’incontrano, mettono in scena ambizioni e tradizioni, oppure vengono a contatto con sentimenti ed emozioni provenienti da altri ambiti geo-culturali.

Due storie molto diverse ma per questo significative, sono quelle dei teatri di Sciacca e di Adrano, di cui ci interessiamo perché sono gli unici che nell’ultima Finanziaria della Regione siciliana, grazie all’impegno dei parlamentari del PD Michele Catanzaro e Luca Sammartino e dell’onorevole Giovanni Bulla dell’Udc, hanno ricevuto un sostegno economico dal governo Musumeci pari a 150mila euro per il primo e a 300mila euro per il secondo.

La storia infinita del “Samonà” di Sciacca

La città di Sciacca perse il suo teatro ottocentesco nel 1951 quando venne demolito il neoclassico Teatro Politeama Mariano Rossi per fare spazio al parcheggio della stazione degli autobus. Una profonda ferita per i saccensi, uno strappo violento condiviso con altre città siciliane che si sono dovute confrontare con una simile perdita. Basta pensare per esempio, nella punta occidentale della regione al teatro Garibaldi di Trapani distrutto dai bombardamenti dell’ultima guerra e mai ricostruito, e nel lato orientale della Sicilia al teatro Mandanici di Barcellona Pozzo di Gotto, andato in fiamme a causa di un incendio divampato nel 1967 e riaperto nel 2014.

L’odierno Teatro Popolare di Sciacca, noto anche come Teatro Samonà, dal nome del grande architetto razionalista siciliano Giuseppe Samonà, maestro del cemento a vista e delle forme pure, nasce nel 1973 con la volontà di sanare quella ferita. La sua è una storia fatta di lentezze, difficoltà, interruzioni e recentemente anche di atti di vandalismo. Il teatro è stato per anni tema di dibattito politico locale ed è finito agli onori della stampa internazionale, sul Wall Street Journal nel 2012, come uno dei casi più eclatanti di opere incompiute costate care ai contribuenti. Per la sua realizzazione sono stati spesi infatti 30 miliardi di vecchie lire ai tempi della Prima Repubblica, a cui si sono sommati altri 8,5 milioni di euro ottenuti dal Comune nel 2006. Per più di trent’anni il cantiere è stato chiuso e riaperto a singhiozzo, il teatro inaugurato nel 2015 e usato solo per eventi temporanei.

Adesso ci sono i 150mila euro, come saranno utilizzati? “L’obiettivo – spiega il deputato regionale Catanzaro – è quello di far ripartire il cartellone degli spettacoli. Riaprire il teatro che si trova al confine con il parco delle Terme e accanto all’ex convento S. Francesco, oggi contenitore multifunzionale, significa dare dignità a un territorio già in sofferenza a causa della chiusura da tre anni delle Terme. Mi auguro che nel 2019 si possano inserire in un’unica norma i teatri e la cultura più in generale. Il governo potrebbe impegnarsi a finanziare le strutture teatrali siciliane con un unico fondo”.

Il teatro necessita però anche di riparazioni manutentive e di adeguamenti tecnologici, cosa diversa dalle attività culturali. “Siamo consapevoli – prosegue Catanzaro – che dovremo affrontare anche la manutenzione straordinaria, per questo motivo gli uffici dell’Assessorato all’Economia sono al lavoro per verificare se è possibile stornare dal finanziamento una cifra, anche minima intorno ai 20mila euro, per affrontare le emergenze”.

Oggi Sciacca, città di 40mila abitanti, vivace comunità dal punto di vista artistico e culturale, avrebbe un teatro con due sale e 1.500 posti a sedere, che potrebbe essere in grado di servire il bacino di utenza dell’hinterland, Ma l’edificio è chiuso perchè è scaduta la convenzione che il Comune aveva con la Regione titolare del bene.

“Il teatro Samonà è un’opera incompiuta, non è mai stato definito il palcoscenico che è tagliato a metà per cui risulta essere piccolo se si volessero organizzare grandi eventi e inadeguato perchè inutilmente grande per manifestazioni minori” spiega Francesca Valenti sindaco di Sciacca. “Con l’assessorato all’Economia e con l’assessorato al Turismo per quanto riguarda la programmazione teatrale, stiamo definendo i termini della convenzione che prevede la gestione del teatro da parte del Comune. Se vogliamo partire a settembre con la nuova stagione – continua il primo cittadino – dobbiamo accelerare i tempi anche per lanciare la campagna abbonamenti. Abbiamo in mente inoltre, di creare una rete di piccoli teatri legata a quelli più importanti, una partnership per attivare programmi di sostegno reciproco e collaborazioni”.

 

Diversa invece è la situazione ad Adrano, tra i centri più importanti del Parco dell’EtnaIl suo teatro, dedicato al compositore catanese Vincenzo Bellini risale alla fine del Settecento, quando venne costruito per volontà del Viceré Alcalà grazie gli introiti ricavati dalla tassazione sulla vendita del pane e degli ortaggi. Da allora ha subito diversi adeguamenti tant’è che la facciata, sulla quale troneggia un gruppo scultoreo allegorico a firma di Mario Moschetti, venne realizzata in stile Liberty agli inizi del Novecento.

Nonostante fosse stato pesantemente danneggiato durante il secondo conflitto mondiale, il teatro dopo un ennesimo recupero riprese a funzionare. Ma a causa del boom e della concorrenza del cinema italiano che registra di pari passo una crisi del teatro con un calo di pubblico, il Bellini viene utilizzato come sala di proiezione cinematografica e in seguito chiuso per circa 20 anni. Sarà poi riaperto nel 2004.

“Il finanziamento – spiega il deputato Bulla – sembra essere arrivato giusto in tempo. Il nostro teatro non ha mai goduto di una vera e propria manutenzione e oggi versa in uno stato critico, di quasi inagibilità. Sono necessari dunque urgenti interventi che lo mantengano in vita. Recentemente infatti, i vigili del fuoco hanno rilevato che il tetto e il loggione potevano crollare. Dal 2004 il teatro è sempre stato attivo, da novembre a marzo, grazie alle tre compagnie locali e agli spettacoli che facevano tappa a Catania e venivano ospitati sul nostro palcoscenico”.

Un teatro che è un po’ l’anima della cittadina. “Adrano – spiega Bulla – ha 36.000 abitanti circa e il teatro Bellini è l’unica istituzione di crescita culturale. Penso che occorra richiamare l’attenzione sui teatri minori che assumono grande importanza per i piccoli centri. Per ottenere il finanziamento ho fatto riferimento alla norma del 1993 articolo 64 legge 15 per la salvaguardia, ristrutturazione e valorizzazione del teatro. Venticinque anni fa furono finanziati 500 milioni di lire che vennero utilizzati dal sindaco del tempo, l’onorevole Fabio Mancuso, che lo riaprì nel 2004”.

Al di là dei singoli casi di Sciacca e Adrano, però, presto potrebbero arrivare notizie poitive per i tanti teatri comunali siciliani. “La novità su come ci stiamo muovendo consiste nel censimento dello stato dell’arte di tutti i teatri pubblici e privati siciliani – dice l’assessore regionale al Turismo Sandro Pappalardo – .Su impulso del Presidente della Regione Nello Musumeci e con un’unica regia, quella dell’Assessorato che rappresento, intendiamo mettere a sistema, scoprire e far conoscere, le potenzialità e le bellezze teatrali sconosciute, in modo da consentire a compagnie e investitori privati di puntare sulla Sicilia con un incremento del flusso turistico”.


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