MESSINA – Per Gianluca Grassadonia è probabilmente il periodo più difficile da quando è alla guida del Messina. La squadra vista in queste prime cinque giornate di campionato è solo lontana parente di quella compagine tambureggiante e bella da vedere, capace di scalare la classifica dello scorso campionato di Seconda Divisione come fosse il Terminillo. I giallorossi a Pagani non sono stati capaci di inventare nulla sulle fasce e neanche per vie centrali, vista l’assenza di giocatori in grado di puntare l’uomo che costringeva Enrico Pepe ad affidarsi a lanci di 40 metri, sempre intercettati dalla difesa campana.
Eccezion fatta per i primi venti minuti della sfida interna contro la Lupa Roma, si è sempre visto un Messina messo sotto dagli avversari sia atleticamente che tecnicamente. Ma se la partenza tardiva della preparazione lasciasse presagire un inizio con il freno a mano tirato, i dubbi nascono sulla caratura tecnica della squadra visto che anche la Paganese, da molti vista come tra le più accreditate alla retrocessione, con Herrera, Caccavallo e Girardi ha dimostrato di avere quell’incisività che al Messina in questo momento manca. Ai tifosi la sconfitta di mercoledì ha fatto suonare qualche campanello d’allarme, creando il dubbio che il mercato estivo abbia indebolito la rosa rispetto alla passata stagione, facendo rivivere i fantasmi del girone d’andata scorso quando il Messina ottenne un solo successo interno contro l’Arzanese.
Niente allarmismi o processi, per carità; ma che si debba invertire la rotta appare alquanto evidente. Le prossima gara interna contro la Casertana ci dirà molto sulla tenuta dei peloritani, visto che i rossoblù di mister Angelo Gregucci dopo qualche difficoltà iniziale, sembrano aver imboccato la giusta strada viste le due vittorie consecutive ottenute proprio nel derby con la Paganese domenica scorsa e nel match interno contro il Cosenza nel turno infrasettimanale.
