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Piano regolatore del porto |I dubbi di Confcommercio

L'associazione dei commercianti interviene sul Piano regolatore portuale con una lunga lettera al presidente del Consiglio comunale.

l'INTERVENTO
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CATANIA – Confcommercio Catania ha inviato al presidente del consiglio comunale Marco Consoli una lunga lettera in cui evidenzia alcuni punti poco chiari.Di seguito il testo della missiva.

Da una analisi del Piano e degli atti che costituiscono parte integrante della relativa intesa che il Consiglio comunale dovrà esaminare e approvare, si rileva quanto segue: è prevista un’espansione del porto a Sud con la creazione del porto turistico. Tale espansione si svilupperà sino ad interessare l’area demaniale in corrispondenza dell’attuale acqua scivolo e coinvolgendo, in parte, anche il primo lido della Plaia. A Sud, pertanto, il porto sarà delimitato da un molo, detto di mezzogiorno, lungo 420 mt circa con la parte interna banchinata che finisce con un pennello di 65 m.

La previsione ci lascia perplessi in ordine ai fattori ambientali che ne scaturiranno per l’ecosistema della Plaia, con un possibile e verosimile “effetto laguna” che potrebbe presentarsi nella parte della Plaia più prossima al molo di mezzogiorno, zona a vocazione turistica con la presenza di numerosi lidi balneari coinvolti. Dagli atti a corredo della delibera all’intesa di cui in oggetto non si evince alcuna valutazione degli effetti ambientali derivanti a sud del predetto molo di mezzogiorno, valutazione che riteniamo indispensabile anche per via della presenza delle strutture turistico – balneari presenti, che verrebbero coinvolte con ripercussioni negative da eventuali effetti ambientali insostenibili.

Dagli atti a corredo dell’intesa al vaglio del C.C non si evince una valutazione della viabilità interna al Porto, valutazione necessaria atteso che all’interno del Porto convivranno diverse funzioni (mercantile – commerciale – turistico – servizi), così come andrà verificata l’interazione con la viabilità esterna specie nell’area sud del porto. Molte aree funzionali sono destinate anche ad “attività terziarie”: la definizione è assolutamente generica. Andrebbero specificate le attività possibili o quelle inibite, escludendo, sin da subito e chiaramente, la destinazione delle aree funzionali a “centro commerciale” nelle tipologie previste dalla l.r.28/99, così come andrebbe specificato che le medie e grandi strutture di vendita possono essere attivate limitatamente ad alcuni settori merceologici collegate alle specificità della attività tipiche del porto;  nel nuovo PRP si prevede di dislocare i cantieri nautici nell’area Sud: la previsione è generica ed non articolata, non tenendo conto delle attività esistenti, non indicando in alcun modo le procedure da rispettare per il predetto trasferimento a garanzia degli operatori esistenti e degli investimenti da loro realizzati nelle attuali location; nel 20% della area funzionale W.05 e W.06, ovvero in 7 mila mq., si deroga ai limiti di altezza di 12 mt. : la previsione lascia spazio ad interventi insostenibili sotto il profilo ambientale e paesaggistico.

Per quanto detto chiediamo, prima che sia approvato il documento di intesa, l’attivazione di un tavolo tecnico nell’ambito del quale approfondire le questioni narrate.


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