Pippo Russo: "L'Idv è viva |Ma ora una 'nuova Rete'" - Live Sicilia

Pippo Russo: “L’Idv è viva |Ma ora una ‘nuova Rete'”

Il segretario dell'Italia dei valori: "Dice bene Orlando, bisogna recuperare l'anima movimentista. Ma attenzione: il partito non è morto, i nostri dirigenti e militanti stanno lavorando bene sul territorio. Crocetta? Il suo governo durerà poco ed è in totale continuità con il passato"

Pippo Russo

Pippo Russo

L’Italia dei valori è morta come dice Di Pietro?

“Antonio Di Pietro ha usato quelle parole, ma è stato un momento di umanità. Non intende certo darla vinta ad un’azione complessiva del sistema per eliminarlo”.

Può un’inchiesta giornalistica (Report, del 25 ottobre), per quanto accurata e ben fatta, produrre un effetto così profondo come quello che in questi giorni sembra scuotere l’Italia dei Valori? Oppure si tratta di qualcosa che già agiva in modo sotterraneo ed è poi venuto alla luce?

“Io ho stima per Report e per Milena Gabanelli, ma credo che siano stati tratti in inganno: i fatti in oggetto sono vecchi di alcuni anni, la magistratura è già intervenuta e Antonio Di Pietro ne è uscito pulito; anzi, erano già state avviate azioni risarcitorie. Nei fatti, quella inchiesta giornalistica ha rischiato di essere un’azione di killeraggio mediatico che mirava a fare fuori politicamente e umanamente Antonio di Pietro, un fatto che reputo grave essendo accaduto in piena campagna elettorale siciliana. Non è un caso che sia Travaglio che Grillo siano intervenuti a sostegno di Di Pietro, definendolo una persona onesta”.

Qual è la situazione al momento? Chi va via e chi resta?

“Donadi, che ha parlato di ‘incompatibilità’, rischia di prestarsi ad una azione di demolizione dell’unica voce di opposizione al governo, di cui ha lui fatto parte, in quanto capogruppo. Questa situazione, che è comunque in evoluzione, interessa poco ai cittadini. È più importante per Italia dei valori riprendere il bandolo della matassa, prendere atto che le elezioni siciliane hanno dato un grandissimo segnale, con l’astensionismo e con il voto al Movimento 5 stelle. Bisogna ripartire e recuperare la nostra anima originaria, movimentista”.

Quanto hanno influito le elezioni siciliane?

“Hanno probabilmente rappresentato una debolezza; però il risultato conseguito è stato determinato anche da fattori esterni alla storia e all’azione di Idv: la vicenda Fava per esempio è stata devastante e ha destabilizzato il nostro elettorato”.

La spaccatura sembra relativa ai rapporti col Pd, che ad un certo punto si sono deteriorati in modo insanabile: è stata una politica perseguita consapevolmente oppure l’esito di dichiarazioni individuali estemporanee da parte di Di Pietro?

“C’è stato un elemento di fondo: l’opposizione netta di Idv al governo Monti e la continuazione dell’azione contro la casta, con gli ultimi referendum ed altre proposte legislative. Queste cose di fatto creano una difficoltà di rapporto con il Pd, che invece ha sostenuto, sospendendo la politica, il governo Monti”.

Che ruolo hanno avuto le polemiche su Napolitano e sulla vicenda delle intercettazioni?

“Hanno avuto un ruolo, perché sono andate oltre gli aspetti formali sulle prerogative del Capo dello Stato, entrando nel cuore della disaffezione dei cittadini nei confronti della politica. In questa situazione, era normale che chiedessimo a Napolitano di spogliarsi delle sue prerogative e mettersi al servizio della ricerca della verità. Questo può avere spaventato parte dell’elettorato, ma la maggior parte ne ha capito il senso profondo. Resta la fiducia nel Capo dello Stato, come dimostra l’appello che Di Pietro gli ha rivolto affinché sia rivalutato il provvedimento anticorruzione”.

Per molto tempo si è detto che l’unica ragione di esistenza di Idv fosse l’antiberlusconismo, e che dunque tramontato il berlusconismo sarebbe venuta meno anche quella. Non c’erano, non ci sono, delle altre idee su cui fondare l’identità del partito? Penso ai referendum, a tante battaglie che poi sono state anche di Grillo, ma che è stata Idv a sostenere inizialmente, penso anche ai tanti sindaci…

“Lo stesso Grillo ha riconosciuto che Idv è stata il punto di riferimento contro il berlusconismo, che non è stata cosa facile, ma Idv ha anche reso possibile ridare voce ai cittadini, in momenti in cui c’era grande separatezza fra i palazzi della politica e la gente. Abbiamo anche presentato moltissimi provvedimenti legislativi, su cui purtroppo non abbiamo avuto consenso dagli altri partiti in parlamento, sulla lotta contro i privilegi della casta, sull’abolizione delle province. Tutto ciò giustifica l’esistenza in vita di un partito come Italia dei Valori”.

C’è una insoddisfazione e un’insofferenza generalizzata per la classe dirigente di un periodo che si ritiene concluso ed essa riguarda tutti i politici, da una parte e dall’altra. Perdono un po’ tutti, e chi vince non è che convinca. Forse il caso di Idv è solo più visibile di altre sconfitte più mimetizzate? Crocetta, è stato notato, ha vinto con i gli stessi voti che prese, perdendo malamente, Finocchiaro

“Quanto a Crocetta, il suo governo durerà poco ed è in totale continuità con il passato. In realtà è stato sconfitto tutto il sistema dei partiti, fra cui anche il nostro, per alcuni errori da noi commessi. Ma non si può parlare, per Idv, di questione morale! Bisogna creare un’alternativa al sistema dei partiti, e in questo mi sento in linea con quanto dichiarato da Leoluca Orlando sulla necessità di lanciare, nel 2013 una ‘nuova Rete’ che tenga insieme le migliori realtà esistenti nel territorio, nei movimenti e nel mondo dei partiti. Il mio risultato personale di oltre 3200 voti è un risultato straordinario perché ottenuto senza aver gestito potere e senza essere deputato uscente, e ci dice che è possibile chiedere voti in cambio soltanto di buona politica. È un patrimonio a cui non intendo rinunciare perché non appartiene solo a me”.

Orlando, sul Giornale di Sicilia di oggi, declina proprio quel concetto di “Nuova Rete” sostenendo che l’Idv sia morta.
“Io dico che bisogna ripartire dal patrimonio di Italia dei valori, non da macerie. Se qualcuno che sta fuori dal partito come Grillo o Travaglio riconosce che siamo stati l’unica forza di opposizione al berlusconismo, evidentemente stiamo parlando di un patrimonio da valorizzare”.

Sì, ma Orlando parla di abbandono del partito.
“Io dico che bisogna recuperare l’anima movimentista dell’Italia dei valori, che si è mobilitata tramite il referendum. La mia posizione e la sua sono assolutamente conciliabili: sono assolutamente convinto che bisogna andare oltre”.

Ma insomma, volendola mettere giù tranchant: l’Idv è viva, come dice Pippo Russo, o è morta come dice Leoluca Orlando?
“L’Idv non è morta perché ci sono tantissimi militanti e dirigenti che hanno fatto il loro lavoro nel territorio. A Palermo ho preso più voti di Mimmo Russo e Nino Dina: non dimentichiamolo”.

A proposito dei rapporti con Grillo: che senso ha il ‘paradosso’ – come lo stesso Di Pietro l’ha definito – di Di Pietro al Quirinale? È pensabile Grillo presidente del consiglio?

“L’uscita di Grillo è un gesto di onestà intellettuale che i politicanti, preoccupati per il dialogo ‘etico’ fra Grillo e Di Pietro, vogliono far passare per un calcolo politico”.

Grillo ha spiazzato tutti facendo in Sicilia una campagna elettorale tradizionale, con i comizi, le piazze, mentre gli altri cercavano di rincorrerlo sul web. Ma quello che è mancato è stato il coraggio, la passione, la voglia anche di sfidare le piazze. Nessun partito si è davvero interessato delle elezioni siciliane. Perché?

“È un fenomeno analogo a quello accaduto nel ’94: scatta un meccanismo mediatico che si associa ai recenti scandali e innesca un movimento a catena difficile da fronteggiare. Credo che, superato questo momento, bisognerà riflettere per trovare il modo di garantire la massima trasparenza e di collegarsi alle istanze dei cittadini che vogliono una politica eticamente irreprensibile”.

Di Pietro da tempo dice di voler rendere il partito meno personalistico, ma poi ciò non è accaduto: perché? L’analogia con Berlusconi è impressionante: entrambi vogliono distruggere il partito che hanno fondato. Per fare cosa?

“Idv nel territorio è fatta di militanti per bene e dirigenti che ci hanno messo la faccia, l’energia, risorse personali per i valori che noi professiamo: bisogna solo ringraziarli. Cambiare il partito in senso non personalistico non esaurisce il nostro compito: dobbiamo andare oltre il sistema dei partiti, senza cadere nel movimentismo semplicistico”.


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