Poliambulatori privati verso lo stop, "senza budget costretti a chiudere" - Live Sicilia

Poliambulatori privati verso lo stop, “senza budget costretti a chiudere”

La richiesta a Schifani di sospendere i decreti di assegnazione dei budget ridisegnati dalla Regione

I poliambulatori privati convenzionati, sul piede di guerra, minacciano di chiudere dal primo novembre e non erogare più prestazioni sanitarie.

Il motivo? “A causa di alcuni decreti della Regione non abbiamo più budget per erogare le prestazioni”, spiega Salvatore Calvaruso uno dei rappresentanti del Cimest (Coordinamento intersindacale medicina specialistica di territorio) che aggiunge: “Secondo le nuove regole anche per persone che hanno dei percorsi riabilitativi presso i nostri centri dovranno recarsi al Cup e chiedere di essere indirizzati verso i luoghi dove ancora ci sono dei budget che permettono di ottenere le prestazioni oppure dovranno pagare. Il rischio è che le persone rinuncino alle cure – conclude – o che si creino lunghe liste di attesa”.

Per evitare il blocco il Cimest in una lettera al nuovo presidente della Regione Renato Schifani chiede la sospensione delle “convocazioni da parte delle Asp per la firma dei contratti di assegnazione del Budget alle strutture private accreditate per le annualità 2022/2023”. Un contratto che, racconta Calvaruso, “prevede addirittura la rinuncia al contenzioso passato, presente e futuro”.

Nei mesi scorsi, il Cimest aveva dichiarato lo stato di agitazione. Già allora, coloro che gestiscono i centri privati e realizzano in regime convenzionato radiografie, Tac, Rmn, ecografie, esami di patologia clinica, percorsi di riabilitazione e visite specialistiche di tutte le branche, suonavano il campanello di allarme. A essere accusato il nuovo sistema di attribuzione delle risorse che stabiliva una riserva della dotazione finanziaria del 50 per cento per cento delle somme a meccanismi di “dubbia”, a parere del Cimest, premialità tra le strutture. Criticata era anche l’annessione nel sistema di circa altri 70 poliambulatori e la scarsa programmazione delle risorse.

“Secondo i dati ministeriali – ricorda Salvatore Calvaruso – i nostri centri erogano il 70 per cento delle prestazioni sanitarie e a fronte di 1,3 miliardi stanziati dallo Stato veniamo retribuiti con 280 milioni di euro. Dobbiamo così arrivare a pensare che una prestazione pubblica costi molto di più che una privata”. Eppure oggi, il Cimest segnala una ulteriore “riduzione del budget del 15% alle strutture di eccellenza”. “Fino a ora – spiega Calvaruso – abbiamo operato in dodicesimi, è chiaro quindi che se abbiamo un taglio del 15 per cento saremo costretti a sospendere le attività”.

La richiesta a Schifani è così quella di completare l’anno secondo le regole fin ora vigenti e di avviare un tavolo tecnico per riscrivere congiuntamente tutte le regole per il futuro così da evitare quella che si potrebbe “causare danni alla salute dei cittadini siciliani”.


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