Mafia, ricusato il giudice| Obiettivo: evitare le scarcerazioni - Live Sicilia

Mafia, ricusato il giudice| Obiettivo: evitare le scarcerazioni

Il Palazzo di giustizia di Palermo

Processo al clan di Porta Nuova. I termini di custodia cautelare scadono 15 dicembre.

PALERMO – Non c’è allarme, ma di certo si dovrà fare in fretta perché a metà dicembre scadranno i termini di custodia cautelare per i 40 presunti affiliati al clan mafioso di Porta Nuova.

Entro quella data dovrà essere deciso il rinvio a giudizio altrimenti si potrebbero aprire le porte del carcere. L’avvocato Giovanni Castronovo, legale di Giuseppe Di Giovanni, ha ricusato il giudice per l’udienza preliminare. Il Gup Nicola Aiello, infatti, ha firmato alcune proroghe di indagini e dei decreti di intercettazione nella fase delle indagini. In qualche modo è entrato nel merito delle accuse e, dunque, non potrebbe più garantire quella terzietà che serve per decidere se mandare gli imputati sotto processo. Per la verità era stato lo stesso Aiello a chiedere di astenersi ancor prima che arrivasse l’istanza di ricusazione. Che nei prossimi giorni sarà avanzata anche dai legali di altri imputati, fra cui gli avvocati Antonio Turrisi, Giuseppe e Tommaso Farina, Raffaele Bonsignore, Debora Speciale e Rosanna Vella.

La parola adesso passa alla Corte d’appello. Quasi certamente sarà nominato un nuovo Gup. Il tutto, però, dovrà avvenire entro il 15 dicembre. Una risposta potrebbe arrivare già alla prossima udienza, fissata per il 23 novembre.

Sotto accusa gli uomini del clan di Porta Nuova. A cominciare dal presunto reggente, Paolo Calcagno, e da Teresa Marino, moglie del boss detenuto Tommaso Lo Presti. Dal carcere sarebbero partite le direttive, veicolate dalla donna, che avrebbe avuto voce in capitolo anche nella gestione dei traffici di droga e delle estorsioni. I militari avevano bloccato due corrieri in Argentina e Francia, partiti per conto dei boss di Bagheria e Palermo. Lo Presti e Calcagno hanno lavorato fianco a fianco. Poi, quando il primo è finito in cella, il secondo ne avrebbe preso il posto. Un posto fondamentale nello scacchiere della mafia palermitana.

Sotto accusa ci sono pure gli imprenditori Massimo Monti, titolare della società Kursaal che gestisce la sala Bingo di via Emerico Amari, e Maria Rosa Butera, titolare del “Lido Battaglia” di Isola delle Femmine. Rispondono di favoreggiamento per avere negato di avere subito richieste estorsive.

 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI