Porto di Riposto chiuso agli yacht: "Persi 80 mila euro al giorno"

Porto di Riposto chiuso agli yacht: “Persi 80 mila euro al giorno”

Il molo Costanzo ancora chiuso dopo le mareggiate del 9 febbraio, nonostante i lavori

CATANIA – Gli yacht non possono ormeggiare al porto di Riposto e la perdita è di 80 mila euro al giorno. Nell’estate in cui la Sicilia perde, pezzo dopo pezzo, i pilastri della propria economia, un’ulteriore picconata alle infrastrutture dell’isola è la chiusura del molo Costanzo di Riposto. La banchina, chiusa dopo le mareggiate del 9 e 10 febbraio scorsi, è quella a cui approdavano gli yacht di lusso. L’appello della Consulta delle Imprese di Riposto – Confcommercio: “La burocrazia si sblocchi, perdite enormi”.

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Il porto di Riposto

Il porto di Riposto è stato seriamente danneggiato dalle mareggiate dello scorso febbraio, quando venti forza 9 e onde alte 6 metri si abbatterono sulla costa ionica della Sicilia. In seguito alla mareggiata dei massi si staccarono dalla murata paraflutti del porto e caddero sulla banchina Costanzo, a cui normalmente ormeggiano i grandi yacht.

I lavori per rimettere in sicurezza il porto sono andati avanti per tutta la primavera, fino alla riconsegna del molo avvenuta il 13 luglio scorso. Solo che la banchina rimane deserta: gli yacht non ormeggiano al molo Costanzo.

Il collaudo

A spiegare perché il porto di Riposto rimanga chiuso alle imbarcazioni di lusso è Francesco Sorbello, che parla a nome della Consulta delle Imprese di Riposto – Confcommercio: “Ci dicono che la Capitaneria di Porto ha chiesto un collaudo del molo, e in assenza di quel collaudo gli yacht non possono ormeggiare. Solo che a noi risulta che, non essendo stati fatti dei lavori strutturali, non c’è bisogno di collaudo”.

L’appello

Il mancato ormeggio degli yacht in piena stagione turistica starebbe già causando dei danni economici notevoli alla zona ionica. Sempre Sorbello dice: “I grandi yacht spendono 20 mila euro al giorno ciascuno solo di ormeggio e carburante. Con quattro yacht all’ormeggio, parliamo di 80 mila euro al giorno persi. Ma non è solo questo: queste imbarcazioni fanno parte di una più estesa filiera del mare, che comprende ristoranti, attività commerciali, alberghi. Tutte attività colpite dalla mancata presenza degli yacht”.

La richiesta è quindi di riaprire prima possibile il molo: “Siamo ai primi di agosto – dice Sorbello – abbiamo ancora un buon pezzo di stagione davanti. Perché dovremmo rinunciare a quei turisti?”

In particolare è la burocrazia la principale imputata del blocco: “Non vediamo alcuna tensione, alcuna capacità di affrontare le priorità con la giusta determinazione – conclude Sorbello – sentiamo forte la totale assenza di Regione Siciliana, Genio Civile, Struttura territorio ed ambiente di Catania, Capitaneria di Porto di Riposto, ognuno per la propria parte, rispetto ad una tematica importante per il sistema imprese del comprensorio ionico etneo”.


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