CATANIA – Potenziare gli studi sulla sicurezza e efficacia del vaccino contro il Covid-19 tra gli under 15 e in caso di esito positivo promuovere una campagna vaccinale su scala mondiale.
È quanto auspica uno studio dal titolo “COVID-19 vaccination for children: may be necessary for the full eradication of the disease” elaborato dai docenti Andrea Praticò e Martino Ruggieri del Dipartimento di Medicina clinica e sperimentale dell’Università di Catania e pubblicato nei giorni scorsi sulla rivista “Pediatric Research” di Nature.
«Negli ultimi mesi il contributo più significativo contro la diffusione del Covid-19 è arrivato dalla straordinaria ed efficace campagna di vaccinazione che, insieme alle politiche di lockdown, al distanziamento fisico e ad altre misure di protezione, ha drasticamente ridotto i tassi di contagio e mortalità – si legge nello studio -. Tuttavia questa massiccia campagna di vaccinazione solo di recente coinvolge i bambini di età superiore ai 12 anni. Questa mancanza di attenzione per i più giovani è motivata dal fatto che l’infezione da Covid-19 nell’infanzia ha un decorso benigno e limitato ben riconosciuto, con febbre da bassa a moderata, manifestazioni simil-influenzali e gastrointestinali».
«Nonostante tutto, in una porzione molto limitata di pazienti giovani, il Covid-19 può essere associato ad una condizione più grave, inizialmente segnalata come “malattia simil-Kawasaki” e successivamente riconosciuta come “sindrome infiammatoria multisistemica nei bambini” – continua lo studio -. Questa sindrome coinvolge pazienti pediatrici di tutte le età (età media 8-9 anni, metà dei casi compresa tra 5 e 13 anni) e, soprattutto, nella maggior parte di questi casi non è preceduta o accompagnata da condizioni mediche preesistenti. La metà di questi pazienti richiede un trattamento di terapia intensiva, con una mortalità compresa tra lo 0 e il 4%. Non è ancora chiaro perché solo alcuni pazienti pediatrici sviluppino questa grave condizione, ma negli Stati Uniti sono stati segnalati quasi 3500 casi fino a maggio di quest’anno».
«Poiché è stato difficile giustificare un vaccino Covid-19 nei bambini per una malattia che ha conseguenze lievi nella maggior parte dei casi, anche perché i bambini svolgono un ruolo minimo nella diffusione dell’infezione, ad oggi sono stati eseguiti pochi studi sull’efficacia e sulla sicurezza dei vaccini contro il Covid-19 nei bambini e un’ampia campagna di vaccinazione per questa fascia di età è ancora lontana, continua lo studio. Solo dimostrando l’utilità e la sicurezza dei vaccini a RNA messaggero nei bambini di età compresa tra 12 e 15 anni sarà possibile aumentare la quantità di persone vaccinate e raggiungere così l’immunità di gregge. Ad oggi è presumibile che SARS-CoV-2 continuerà diffondersi, anche con una minore incidenza, limitatamente ai non vaccinati (in particolare i bambini di età inferiore ai 12 anni) e di conseguenza nei prossimi mesi, probabilmente, saranno ancora necessarie alcune misure per i bambini piccoli come mantenere le distanze fisiche e indossare protezioni individuali a scuola, così come durante le attività sportive e ricreative in un ambiente chiuso, con conseguenze psicologiche e fisiche problematiche».
«I governi e le autorità farmaceutiche dovrebbero incoraggiare gli studi per testare la sicurezza e l’efficacia della vaccinazione contro il COVID-19 nei bambini considerando anche che in molti paesi sottosviluppati la percentuale di popolazione under 15 anni è drammaticamente più alta che nei paesi occidentali e che solo una campagna vaccinale su scala mondiale può contenere efficacemente la malattia anche limitando la possibilità di sviluppo di nuove varianti di SARS-CoV-2 – conclude lo studio -. Se il vaccino si dimostrerà sicuro ed efficace nei bambini, occorrerà promuovere campagne educative sull’utilità e la sicurezza della vaccinazione tra i bambini al fine di raggiungere una copertura ottimale della popolazione e prevenire il Covid-19 ed eventuali casi di mortalità tra i giovani correlati».