Sì al salva-precari, no al "salva-parenti" - Live Sicilia

Sì al salva-precari, no al “salva-parenti”

Ars, in Aula l'esercizio provvisorio
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L’Ars approva il “salva-precari” e boccia a sorpresa il “salva parenti”. Sono questi alcuni degli esiti della discussione di oggi sull’esercizio provvisorio. Discussione che ha portato all’approvazione dei fondi per la Formazione professionale e ha salvato i 70 milioni per il Credito d’Imposta.

L’emendamento sulle proroghe dei precari inserito nel ddl sull’esercizio provvisorio in discussione oggi all’Ars (la seduta è in corso LA DIRETTA VIDEO) ha specificato la copertura finanziaria per tre mesi dei contratti dei 750 precari storici della Regione. Il periodo coincide con quello dell’esercizio provvisorio, così come previsto dal governo (fino al 31 marzo 2012). La somma stanziata per garantire le proroghe per tre mesi è stata individuata in quasi 7,8 milioni di euro.

E a proposito di tempo, per dare modo all’esecutivo di riscrivere la norma e di confrontarsi con i deputati della commissione bilancio, il presidente dell’Ars Francesco Cascio ha deciso stamattina di sospendere la seduta e di aggiornarla alle 15.

L’obiettivo principale della seduta, quindi, è stato quello di scongiurare l’eventualità che il “count down” per l’arrivo del nuovo anno coincidesse con quello per la fine dei contratti di dipendenti storici della Regione, tra cui quelli della centrale operativa della Protezione civile. Ma non solo, insieme a loro, a rischio “licenziamento” anche i dipendenti dell’Arra, quelli dell’Assessorato territorio e ambiente, i precari dei consorzi di bonifica, oltre ad alcune categorie residuali come quella dei dipendenti dei consorzi irrigui, a  una ventina di dipendenti regionali dislocati nei comuni per occuparsi del contrasto delle emergenze sismiche e idrogeologiche.

Si tratta, in molti casi, per intenderci, di lavoratori altamente specializzati, che da diversi anni ricoprono ruoli delicatissimi all’interno della macchina regionale. Per questo, oggi, all’Ars la questione ha oscurato persino la rottura operata dall’Udc.

Stop invece alla cosiddetta “norma salvaparenti” presentata dal capogruppo del Pdl Innocenzo Leontini. Il suo emendamento non chiedeva, in realtà, di sopprimere la norma che stabilisce l’incompatibilità tra i ruoli di assessore e consigliere dello stesso comune tra parenti entro il secondo grado, ma chiedeva di far entrare a regime la norma dal prossimo rinnovo dei consigli. Ma l’Ars ha respinto l’emendamento. Dal primo gennaio, gli assessori che hanno anche un cognato in consiglio, dovranno dimettersi.

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