Fabio Giambrone candidato Idv nella corsa verso Palazzo d’Orleans? La voce ha preso corpo come un’eco lontana, come un sussurro. Via via si è ingrossata, onda dopo onda, fino a diventare un frastuono che in questi giorni convulsi percorre i palazzi della politica. Giambrone, fedelissimo di Leoluca Orlando – unico plenipotenziario dipietrista nell’affaire delle regionali – sarebbe sulla rampa di lancio di una candidatura prestigiosa. Fino a due settimane fa, se ne parlava apertamente tra i quadri dell’Italia dei valori. Poi, la discussione è scemata, si è affievolita e si è spenta. E’ un segno che si presta a due contrapposte interpretazioni. Potrebbe essere il sintomo di una complessiva perdita di appeal della proposta, a favore di tattiche alternative. Potrebbe rappresentare l’ombra forte di qualcosa che c’è già, che tra un po’ si manifesterà e che è opportuno tenere al riparo, per evitare di scottarsi le dita.
In Sicilia, tra le fronde dell’albero dell’Idv, non si muove foglia che Leoluca Orlando non voglia. E’ normale che sia così. Il sindaco di Palermo conta su un recentissimo trionfo elettorale che gli offre carta bianca e sul suo carisma riconosciuto. Dunque, è Orlando a decidere, a fare il bello e cattivo tempo. Da sperimentato politico, il Professore si è guardato intorno. Crocetta? Non votabile per quel suo legame con il Pd di Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia, che ha scoperto l’abbraccio centrista con l’Udc. Anzi, più che non votabile: esecrabile. L’intervista rilasciata dal sindaco al Sole 24 Ore è talmente netta e pesante da non prestarsi a retromarce o fraintendimenti. Claudo Fava? No, perché sconta un “peccato originale”: il sostegno a Ferrandelli nella disfida cruenta per Palazzo delle Aquile, per giunta al termine un giro di valzer. Dopo le primarie, Ferrandelli per Sel era solo “Un giovanotto spregiudicato”. Poi il mondo cambiò.
Ecco come è maturata l’esigenza di sparigliare le carte, magari – se l’ipotesi Giambrone non si realizzasse – inserendo un personaggio “terzo” come Lagalla: fantapolitica? Vedremo. Lo sparigliamento è un gioco di natura orlandista, abilità in cui “Luca” è maestro. Si tratterebbe di ripetere, con qualche variazione sul tema, la stessa operazione delle comunali. Piombare a razzo su un contesto spezzettato, di lacerazioni. Attirare anche gli sbandati con una capacità forte di aggregazione trasversale. E convincere Sel a convergere, sacrificando Fava. Giambrone sarebbe il nome prescelto, al netto delle variabili e dei sussurri. Unico il dubbio che arrovella qualche malpancista Idv: le operazioni orlandiane riescono se c’è Orlando di mezzo. Altrimenti, si rischia il naufragio. Non è una perplessità da niente.