Presidenziali: Chinnici, Fava e Floridia si sfidano a Palermo - Live Sicilia

Presidenziali: Chinnici, Fava e Floridia si sfidano a Palermo

Ecco come è andato il primo confronto tra i tre candidati.

PALERMO – Inizia a Palermo al PYC di Villa Trabia il primo incontro di confronto fra i candidati alle primarie del fronte progressista, denominate “Presidenziali22”. L’incontro è sul tema dell’antimafia, l’anticorruzione e la trasparenza.

Lo spazio di Villa Trabia è gremito di cittadini e di tanti dirigenti dei partiti e dei movimenti che promuovono le primarie. Fra questi anche l’ex sindaco di Palermo, Leoluca Orlando (applaudito non appena è stato nominato) e il suo vice Fabio Giambrone e l’ex candidato sindaco dei progressisti a Palermo Franco Miceli. Fra i presenti il capogruppo Pd all’Ars Giuseppe Lupo e i deputati pentastellati Nuccio Di Paola (che è pure capogruppo), Luigi Sunseri, Giampiero Trizzino, Cetty Bramante, Gianina Ciancio, Roberta Schillaci e il consigliere comunale Antonino Randazzo.

Tanti anche i giovani presenti all’evento, un dato in contro tendenza questo, se si considera come spesso questi eventi siano partecipato da un pubblico adulto.

Il primo giro di domande è quello attorno al tema dell’incontro. Caterina Chinnici (Pd) ha rivendicato la promozione da parte sua di una normativa regionale che però non ha trovato completa applicazione. Claudio Fava (Cento passi) ha invece messo l’accento sul rischio che le risorse del Pnrr finiscano nelle mani sbagliate. “Le leggi non bastano – racconta Barbara Floridia (M5s) – serve il cambiamento delle persone e per questo ritengo che dobbiamo continuare a scommettere su una misura di emancipazione sociale che viene consentita ad esempio con il reddito di cittadinanza”.

Rispondendo alle domande rivolte a ciascuno dei candidati dai giornalisti, Miriam Di Peri e Mario Barresi, che hanno moderato il dibattito, Claudio Fava ha commentato la decisione di ieri sul sistema Montante. “Il sistema Montante ha a che fare con i comportamenti e le responsabilità di tante persone, di un sistema, appunto. Un governo parallelo che ha determinato pure gli assetti di giunta regionale. La cosa grave – continua Fava – è che tutti conoscevano questo metodo come elemento di abitudine. Ore di ritardo in aula perché il presidente Rosario Crocetta e Giuseppe Lumia avessero la possibilità di definire l’agenda di governo. Ci sono carriere, fino ai vertici della nazione, costruite all’ombra di Montante. E su questo dobbiamo interrogarci”, ha concluso il candidato alle primarie.

Barbara Floridia ha rivendicato come il M5S sia rimasto integerrimo inoltre la candidata in quota pentastellati ha sottolineato come in Sicilia serva trasparenza anche all’Ars dove i giornalisti non possono entrare in aula all’Ars. Infine poi Chinnici ha posto l’accento sul fatto che in Europa è chiaro a tutti che in Sicilia c’è una capacità di reprimere o tentativo di frode. “Adesso dobbiamo crescere nella capacità di prevenirle”, ha chiosato Chinnici.

Il confronto è serrato per quanto il tema dell’incontro era sul metodo di fare politica. In tante risposte i candidati si sono rincorsi. Hanno parlato insomma da alleati i tre candidati che aspirano alla Presidenza della Regione Siciliana per i progressisti. Una convergenza fra i tre anche quando si parla della polemica della presenza in politica di persone figlie di vittime di mafia. Ciascuno ha rivendicato il suo stare in campo con la propria storia personale.

Sulle conclusioni a Claudio Fava è stato chiesto che senso abbia la sua candidatura a dieci anni dal primo tentativo di diventare Presidente della Regione. “Penso – ha detto Fava – che questa terra meriti non solo di essere raccontata ma di essere cambiata, per questo motivo ho deciso di non correre da solo ma di correre in questo percorso comune. Non voglio essere il candidato che racconta la propria storia ma voglio raccontare quei siciliani che hanno fatto tante cose positive lottando per singoli problemi. Voglio raccontare la storia di tanti – ha chiosato Fava – persino di quelli che cinque anni fa si sono affidati al fascista per bene e che si sono resi conto che fascista lo era e persino per bene ma – ha aggiunto rivolgendosi a Musumeci – si sono resi conto che è solo questo. Prima che questa gente si rifugi nell’astensione voglio offrire loro un’altra possibilità”:

Barbara Floridia, si è difesa dall’accusa di essere una “papessa straniera” scelta dall’alto. “La scelta è il frutto di un percorso democratico interno del nostro movimento. Io potrò essere straniera ed estranea a tante cose ma non alla Sicilia. Questa è la mia terra. Io sono stata formata e qui ho lavorato. Forse – ha raccontato la candidata pentastellata – la scelta sul mio nome è stata presa per l’esperienza già tenuta all’interno di un governo di coalizione. Si fa un gran parlare di presenza in politica di giovani e di donne, con me – ha concluso Floridia – la Sicilia ha la possibilità di scegliere per la carica di Presidente della Regione che è contemporaneamente giovane e donna”.

Infine, Caterina Chinnici ha commentato le voci secondo cui non ci sarebbe entusiasmo fra i dem sulla sua candidatura. “Sono per formazione indipendente – ha detto Chinnici – ma è chiaro che mi ritrovo nei valori del Pd, sono i valori del mio lavoro e i valori che hanno sempre mosso la mia vita. Il Pd mi ha coinvolta e io sento la responsabilità di portare avanti la candidatura del Pd. Non sono estranea al Pd – ha aggiunto la candidata dem – e il partito non mi deve percepire e non mi percepisce come tale. Sono io stessa espressione dei valori del Pd e questo me lo prova – ha concluso – il modo positivo con cui i giovani del Pd hanno accolto la mia candidatura”.


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