Presunto maniaco ai Benedettini |La denuncia di una studentessa - Live Sicilia

Presunto maniaco ai Benedettini |La denuncia di una studentessa

Racconta la propria esperienza in una lettera di denuncia inviata alla redazione di LiveUnict. "Sono tornata a casa abbastanza turbata” - scrive.

La lettera di denuncia
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CATANIA – Non si sa se sia iscritto o meno all’Università, né chi sia. Fatto sta che sembra aver preso di mira le studentesse alle quali si avvicina per poi seguirle anche fuori. Accade al Monastero dei Benedettini di Catania, almeno stando alla lettera di denuncia che una studentessa ha inviato alla redazione di LiveUnict, il giornale telematico dell’ateneo.

Nella lunga testimonianza racconta di essere stata avvicinata da un individuo che, dopo aver apertamente espresso apprezzamenti su di lei – non solo a parole – l’ha seguita fuori dalla sede della Facoltà di lettere. “Ero seduta su una delle panchine dei Benedettini – racconta ai colleghi di LiveUnict – e si è avvicinato un tizio che ha cominciato a leccarsi le labbra. Ho pensato che fosse un tentativo, abbastanza squallido, di provarci. Ho deciso di ignorarlo, ma il tizio ha iniziato a rivolgermi frasi volgari, urlando davanti a tutti. Imbarazzata e stanca della situazione, gli ho chiesto di andare via. Non ho ricevuto nessuna risposta, allora ho deciso di andare via io. Il tizio ha però continuato a seguirmi anche fuori dal Monastero dei Benedettini, continuando a urlare cose che credo nessuna donna vorrebbe sentirsi dire. Alla fine ho accelerato il passo, ma sono tornata a casa abbastanza turbata”.

A quanto pare, sempre dai racconti della studentessa, non sarebbe la prima volta che una ragazza viene avvicinata dal soggetto, che la segue fuori dal Monastero. “Mi sono sentita proprio umiliata dagli atteggiamenti offensivi, oltre che spaventata – continua. Senza contare che ogni volta che mi reco in facoltà di pomeriggio per andare a lezione, temo di incontrarlo per essere nuovamente seguita o per sentirmi urlare porcherie davanti agli altri. Vorrei potermi recare nella mia università tranquillamente, senza aver il timore di passare da un’aula all’altra. O peggio – conclude – di essere seguita da sola”.

 


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