L'agente e l'amore per la moglie | "Siamo andati dall'esorcista" - Live Sicilia

L’agente e l’amore per la moglie | “Siamo andati dall’esorcista”

Foto di archivio

Il poliziotto testimonia al processo nei confronti di padre Salvatore Anello.

PALERMO – Era scettico. No poteva non esserlo uno come lui che di mestiere fa l’ispettore di polizia. Poi, però “ho visto qualcosa di strano in mia moglie, si contorceva”. E così accompagnò la donna da un esorcista, o presunto tale. L’agente testimonia davanti al Tribunale che processa Salvatore Anello, il frate cappuccino arrestato nel 2016 e poi scarcerato. È accusato di avere palpeggiato alcune donne durante le preghiere di liberazioni dal male.

L’esorcismo è un fenomeno molto più diffuso di quanto si possa pensare. Interi nuclei familiari chiedono l’aiuto della Chiesa. “Ogni giorno ricevo da quindici a venticinque famiglie che vengono alcune per la prima volta a cui faccio la preghiera di liberazione e di perdono – aveva raccontato padre Cataldo, al secolo Benedetto Migliazzo, uno dei più anziani esorcisti della Sicilia – perché chi è incappato in questo disturbo si può liberare solo se perdona chi gli ha fatto il male… la scorsa settimana sono venuti due fratelli che ci volevano quattro uomini per tenerli… in una sola volta che non capita quasi mai sono stati liberati e quel giorno c’erano otto o nove posseduti da esorcizzare… è venuto uno da Catania, sono venute persone da Favara, Corleone, Bagheria, Palermo”.

Fu padre Anello a incontrare per primo la moglie del poliziotto: “Le gambe e le braccia le si irrigidivano, padre Anello la toccava con le mani e il corpo si ammorbidiva”. Niente di illecito. Il presidente del collegio, il giudice Lorenzo Matassa, chiede al testimone di riferire se notò mai qualcosa di strano. La risposta è secca: “Se l’avessi visto secondo lei non sarei intervenuto?… per quello che ho visto mi sembra impossibile che abbia fatto queste cose, ma io mano sul fuoco non ne metto per nessuno”. Non sa spiegare esattamente di cosa soffrisse la moglie: “Aveva un senso di angoscia, qualcuno parlava di demoni”. Lo scetticismo riemerge: “Io non ci credo, ci sono andato per amore di mia moglie”.

Infine il poliziotto racconta l’esperienza di una bambina che frequentava il gruppo di preghiera di padre Anello: “Stava malissimo, ci volevano quattro o cinque persone per trattenerla”.


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