Prima due leggi, poi il pantano | Crepe in maggioranza fermano l’Ars - Live Sicilia

Prima due leggi, poi il pantano | Crepe in maggioranza fermano l’Ars

Approvata la norma sulle ex province. Ma i lavori si fermano per l'assenza del numero legale.

PALAZZO DEI NORMANNI
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PALERMO – All’Ars la maggioranza che appoggia il governo Musumeci torna a scricchiolare. Il numero legale è venuto meno per ben due volte quando si stava per votare la legge per il riconoscimento dei debiti fuori bilancio derivanti da sentenze esecutive. La prima volta, appena dopo la votazione dell’articolato, quando sei deputati dissidenti sono usciti dall’aula e hanno dimostrato la loro posizione entrando in sala stampa. La seduta è stata sospesa ma anche quando è stata riaperta in sala d’Ercole si è registrata l’assenza del numero legale.

Eppure, oggi l’Assemblea regionale siciliana è tornata ad approvare due leggi: quella sui parcheggi di interscambio e quella per l’elezione di secondo livello degli organi delle ex province. La prima è stata approvata con il voto di 29 favorevoli e 14 astenuti. La seconda, per cui mancava il voto finale, invece è passata con 26 favorevoli e 17 astenuti.

Ma nel momento in cui è arrivata al voto finale la legge per il riconoscimento dei debiti fuori bilancio è venuto meno il numero legale. I presenti in aula erano 28. Sei deputati, appartenenti alla maggioranza, hanno assistito alla votazione nella sala dedicata alla stampa: Vincenzo Figuccia, Marianna Caronia, Luigi Genovese, Riccardo Gallo, Rosanna Cannata e Tommaso Calderone.

Così Vincenzo Figuccia ha spiegato le ragioni del gesto. “Stamattina – ha spiegato il deputato dell’Udc – c’è stata una riunione di maggioranza in cui qualcuno ha detto ‘Dobbiamo allargare la maggioranza’. Con questo gesto, personalmente, voglio invitare il governatore Musumeci e Forza Italia a non cercare di andare a prendere fuori ma a conservare i deputati della maggioranza. Quando questi sono presenti, infatti, la maggioranza viene raggiunta: siamo 36”. Che la maggioranza strizzi l’occhio all’opposizione sarebbe provato stando a quanto afferma Figuccia dalla nomina dell’ex presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone al Consiglio di giustizia amministrativa siciliana. “Dobbiamo – ha concluso Figuccia – mantenere fede al patto con gli elettori”.

Dal Partito democratico, Giuseppe Lupo ha respinto, però, qualsiasi scenario di accordo con la maggioranza. “Siamo e restiamo – ha detto – forza di opposizione ad una coalizione, guidata dal presidente Musumeci, che dimostra ogni giorno di più la sua inconsistenza ed inefficacia di fronte ai tanti problemi della Sicilia”.

Rimane così da votare il riconoscimento dei debiti fuori bilancio derivanti da sentenze, il cui ammontare è pari a più di 21 milioni. Per pagarli la Regione attingerà al fondo per i contenziosi e le spese legali. Tali debiti non sono altro che che spese non previste nell’autorizzazione di spesa che il parlamento fa al governo con il bilancio di previsione. Nel caso della legge in esame in Sala d’Ercole l’origine dei debiti è da trovare nelle cause esecutive verso la Regione. Nella passata seduta l’Ars ha approvato l’ammontare dei debiti fuori bilancio: più di 44 milioni. Adesso dovrebbero essere approvate le tre leggi che sanano la spesa non autorizzata. Una legge è quella per le sentenze. Un’altra è quella per i circa 16 milioni di debiti fatti dai dipartimenti regionali. Mentre mancano all’appello, perchè non approvati ancora dalla giunta, i debiti fuori bilancio fatti per ricapitalizzazione e il finanziamento delle partecipate pubbliche che dovrebbero ammontare a circa 9 milioni.


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