Processione sotto casa del boss |Petta: "Chi ha sbagliato paghi"

Processione sotto casa del boss |Petta: “Chi ha sbagliato paghi”

Il sindaco di San Michele di Ganzaria prende le distanze da quanto accaduto durante la processione del Cristo morto.

l'intervento
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SAN MICHELE DI GANZARIA – “Se le indagini dei carabinieri dimostreranno che qualcuno ha sbagliato è giusto che paghi, assumendosene personalmente la responsabilità”. Così il sindaco di San Michele di Ganzaria, Gianluca Petta, sull’inchiesta aperta dalla Procura di Caltagirone sulla processione del Venerdì Santo che lo scorso 25 marzo ha deviato il percorso stabilito, tornando a quello tradizionale che violava un’ordinanza emessa dalla Prefettura di Catania, passando anche davanti la casa del boss detenuto Francesco La Rocca. Il sindaco ha preso da subito le distanze all’iniziativa togliendosi la fascia tricolore e partecipando al corteo da privato cittadino. “Se qualcosa ci dovesse essere stato – aggiunge Petta – è da addebitare a pochi sconsiderati, perché la maggioranza della nostra comunità è sana, se emergeranno responsabilità prenderà le distanze da loro. Resta il rammarico comunque che una grande manifestazione di fede, fortemente partecipata e ordinata, che si è conclusa due ore prima del previsto, possa essere stata macchiata da questi avvenimenti”.

Il Comune ha “preso atto del nuovo percorso deciso dalle autorità religiose” ed ha “rispettato la volontà di chi è tenuto ad organizzare la manifestazione”, ma “non può accettare il disattendere delle disposizioni: il rispetto delle regole vale sempre”. Così il sindaco di San Michele di Ganzaria, Gianluca Letta, in una dichiarazione sulla processione del Venerdì Santo. “Sull’improvviso cambio di percorso – aggiunge – posso solo dire che la comunità che mi onoro di rappresentare ha voluto celebrare la manifestazione religiosa con ancor più devozione, con tanta passione, tant’è che la processione accompagnata dai famosi ‘lamentatori’, è terminata molto prima rispetto agli anni precedenti, con ordine, compostezza e serietà”. Secondo il sindaco quello che è accaduto “si poteva e si doveva evitare” perché, ritiene, “c’era tutto il tempo necessario per ridiscutere ed eventualmente rivedere il percorso creando, così come ho più volte suggerito, una confraternita di portatori e lamentatori che conducano la processione così come avvenuto, quindi nel rispetto della religione e anche delle tradizioni popolari”. “Per quanto stava accadendo – ricorda – con gli amministratori abbiamo deciso di abbandonare come Istituzione la processione”. Sul “possibile gesto di riverenza, al vaglio degli investigatori”, il sindaco precisa che “tutte le processioni religiose sino a venerdì scorso, si sono svolte ed autorizzate con un percorso che prevedeva il passaggio al Monte Carmelo, così come in altre strade, indipendentemente da chi vi abita”. Se dovesse essere confermato, invece, il ‘gesto di riverenza’ allora il sindaco “condanna con la comunità chi eventualmente ha organizzato o ha permesso il verificarsi dell’episodio”. “Speculare su fede e tradizione – osserva – è un atto ignobile da cui io prendo le distanze, dissociandomi a prescindere”. Petta invita “l’opinione pubblica a non infangare un’intera comunità, ma soltanto chi eventualmente ha permesso e organizzato un simile gesto”. “Dovranno, eventualmente – chiosa il sindaco – esser questi pochi sconsiderati a chiedere umilmente scusa all’intera comunità sammichelese e rispondere alla giustizia”.

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