PALERMO – Il cielo sopra Palermo sorride a Wim Wenders. Il regista tedesco non poté contare sui 250 mila euro promessi dall’allora sindaco Diego Cammarata, ma può accontentarsi dei 22 mila che il Tribunale di Palermo gli ha riconosciuto a conclusione di una causa civile. Li dovrà sborsare l’amministrazione di Palazzo delle Aquile.
Che strani incroci riserva il destino. Il sindaco oggi è Leoluca Orlando. Sarebbe stato proprio lui, o meglio la sua presenza, a far saltare il finanziamento. Pardon, la non presenza di Orlando, visto che alla fine la scena in cui recitava come testimonial della città, fu tra quelle tagliate dal regista e produttore del film “Palermo Shooting”.
Proviamo a sbrigliare l’intricata matassa. La sceneggiatura, dei fatti non del film, è piuttosto complicata. La casa di produzione Neue Road Movies Gmbh, che fa capo al regista, chiede al Comune un finanziamento da 250 mila euro per la pellicola. Un cineasta come Wenders che gira un film a Palermo su Palermo. Con attori come Dennis Hopper, Giovanna Mezzogiorno, Milla Jovovich e chi più ne ha più ne metta. Un film in concorso al festival di Cannes. Insomma, un’occasione da non perdere per promuovere l’immagine della città. E fu così che l’allora ufficio “Grandi eventi” del Comune, guidato da Diego Cammarata, diede il via libera al finanziamento. Siamo nel 2007. Ed esiste la lettera con cui veniva garantito “l’importo di euro 250.000 da restituirsi senza interessi e solo in relazione ai ricavi conseguiti dalla produzione del film”.
Accade, però, almeno così hanno ricostruito alcuni testimoni ascoltati dal giudice monocratico Sebastiana Ciardo della terza sezione del Tribunale civile di Palermo, che Cammarata viene a scoprire che del cast farà parte Leoluca Orlando. Gli è stata assegnata la parte di testimonal della città. Reciterà in tedesco, una lingua che il professore conosce bene come bene conosce la Germania. Il nemico politico di Cammarata protagonista nel film finanziato da Cammarata stesso? Impossibile da accettare.
Non sapremo mai se sia stato davvero questo il motivo dello stop al finanziamento. Di certo sappiamo che il Comune si tirò indietro. La motivazione ufficiale fu il “blocco della spesa imposto per la salvaguardia degli equilibri di bilancio del Comune di Palermo”. Niente soldi. Da qui la causa intentata dalla società di Wenders.
“Ora, al di là delle considerazioni sulle effettive ragioni che indussero il Comune di Palermo, rappresentato in tutta le fasi dettagliatamente descritte, per un verso, dal Sindaco e, per altro verso, dal Dirigente amministrativo dell’Ufficio competente, ad interrompere le trattative – spiega il giudice – che certamente così provate sono da ritenersi di futile rilevanza, in questa sede ciò che rileva è lo stato di esse e il grado avanzato delle relazioni negoziali cui le parti erano giunti prima della definitiva rescissione, al fine di ritenere leso l’affidamento che la società produttrice riponeva nella positiva loro definizione con l’erogazione del finanziamento”.
Risultato: il Comune dovrà sborsare 22.201 euro. E da dove salta fuori la cifra? Si tratta degli interessi pagati dalla casa produttrice di Wenders che, saltato l’accordo con il Comune di Palerrmo, dovette ricorrere ad un prestito. Storia curiosa. Per chi avesse voglia di saperne di più, può leggere la sentenza integrale sul sito www.civilecontemporaneo.com.