Nuove deleghe in Procura| "Criminalità radicata nel Pubblico" - Live Sicilia

Nuove deleghe in Procura| “Criminalità radicata nel Pubblico”

Il traghettatore Leonardo Agueci assegna le deleghe in attesa della nomina del nuovo procuratore. Vittorio Teresi coordinerà le indagini antimafia sull'intera città. Dino Petralia si occuperà della pubblica amministrazione. E sarà un autunno caldo.

PALERMO – Nella forma sono decisioni tampone, nella sostanza si gettano le basi per il lavoro della Procura di Palermo nel prossimo futuro.

Un dato emerge con chiarezza in un Palazzo di giustizia quasi deserto: la pubblica amministrazione sarà il fronte giudiziario più caldo, e nulla c’entra il clima estivo, dei prossimi mesi. Basta ascoltare le parole del procuratore aggiunto Dino Petralia a cui Leonardo Agueci, alla guida dei pubblici ministeri nel dopo Messineo, ha affidato la delega di coordinare le indagini per scovare il marcio tra gli amministratori infedeli.

“La pubblica amministrazione è politicamente neutra – spiega Petralia con fermezza -. Se non ci sono i controlli adeguati è compito della magistratura intervenire a qualunque livello e titolo”. Petralia, arrivato in città un anno fa, non ha dubbi: “Nulla togliendo alla lotta alla mafia, che resta agguerrita e dunque va affrontata con il massimo sforzo, la criminalità è radicata nelle pubbliche amministrazioni. Gli episodi di concussione e corruzione scoperti finora vanno oltre la più fervida immaginazione”.

Idee chiare, anzi chiarissime, e spalle larghe quelle di Petralia. Come altrettanto lo sono quelle di Vittorio Teresi, a cui Agueci ha affidato il compito di coordinare il lavoro dei magistrati della Direzione distrettuale antimafia che si occupano della Cosa nostra dell’intera città e della provincia. Finora Teresi si è occupato dei mandamenti che ricadono nella parte occidentale di Palermo – a cominciare da Resuttana e San Lorenzo – e della cosiddetta trattativa Stato-mafia. Ora si aggiunge la responsabilità delle inchieste sulla vasta zona che dal centro si estende fino a est della città: da Borgo Vecchio a Brancaccio. Si tratta della delega a cui Agueci si è trovato costretto, momentaneamente, a rinunciare. Dal 31 luglio scorso Agueci ha preso il timone della Procura allo scadere del mandato di Messineo. Impossibile che l’aggiunto mantenesse tutte le deleghe. E così ha fatto affidamento su Teresi e Petralia in attesa che arrivino il nuovo aggiunto Salvatore De Luca e, soprattutto, il nuovo procuratore. Sui tempi, però, regna l’incertezza.

La commissione incarichi direttivi del Csm nelle scorse settimane aveva espresso tre voti per Guido Lo Forte, procuratore di Messina (i due rappresentanti di Unità per la Costituzione, la sua corrente, e il laico di centrosinistra), uno per Sergio Lari, capo dei pm di Caltanissetta, (votato dal consigliere di Area, la corrente di sinistra), un voto anche per Franco Lo Voi, magistrato di Eurojust, (candidato di Magistratura indipendente). Lo Forte avrebbe avuto buone chance di spuntarla se si fosse pronunciato il Plenum del Cms nella sua vecchia composizione, solo che una lettera del Quirinale dettò la linea: bisognava coprire innanzitutto gli incarichi vacanti da più tempo. E Palermo non rientrava fra questi.

Con il nuovo Csm la partita si riaprirà, perché Area ha guadagnato un seggio rispetto a Unicost che lo ha perso. Attenzione a Lo Voi, però, magistrato molto stimato che raccoglie consensi trasversali. Ad oggi sono stati eletti soltanto i sedici membri togati. Il Parlamento, infatti, non ha ancora indicato gli otto laici. Sulla loro scelta, secondo i rumors, potrebbe pesare l’appartenenza politica oltre che le competenze tecnico-giuridiche. Il Parlamento potrebbe pronunciarsi entro il 15 settembre. Se così non fosse bisognerà capire se un Csm in regime di proroga vorrà accollarsi l’onere di coprire un incarico delicato come quello di procuratore a Palermo.

In attesa che la vicenda si sblocchi sono stati ridisegnati gli assetti al Palazzo di giustizia. Formalmente si tratta di assetti tampone in attesa del nuovo capo, ma nella sostanza le cose sono ben diverse. Specie in tema di pubblica amministrazione. Se, una volta insediato il nuovo procuratore, è scontato che Agueci tornerà ad occuparsi di mafia, le indagini sulla pubblica amministrazione dovrebbero continuare ad essere coordinate da Petralia. Che oggi detiene anche le deleghe sulla criminalità economica e i reati ambientali (dagli abusi edilizi all’inquinamento) che vanno spesso a braccetto con il malaffare dei pubblici funzionari, dando vita ai casi di concussione e corruzione su cui si sofferma il procuratore aggiunto.


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