CATANIA – Manifestazione in piazza Vincenzo Bellini dei lavoratori autonomi del settore cultura e spettacolo. Dopo l’emergenza dovuta al Coronavirus con la chiusura e il conseguente lockdown i settori alla cultura e dello spettacolo non hanno ancora ricevuto, in piena fase2, nessuna indicazione sulla ripresa lavorativa. I gruppi autonomi e indipendenti si sono riuniti in un coordinamento nazionale per salvare un comparto che si trova in ginocchio e senza prospettive di ripresa. Oggi un flashmob che vuole essere un grido di aiuto e allarme per un settore dove tutti i lavoratori si sentono totalmente dimenticati.
Nel capoluogo etneo il teatro della manifestazione è stato piazza Vincenzo Bellini. “Non esiste a oggi nessun decreto che possa consentire la riapertura delle attività teatrali e dello spettacolo – dichiara Loretta Nicolosi rappresentante del Comitato Nazionale Teatri Lirici-Sinfonici e segretaria della SLC-CGIL etnea – non ci sono state comunicate date, misure di sicurezza da rispettare tra attori, cantanti e pubblico, nessuna indicazione sulle vie di fuga durante gli spettacoli, in pratica, a oggi non si sa come, dove e quando riaprire e ripartire. Un settore, precariato e autonomi, allo sbando che chiede a gran voce, il silenzio istituzionale in piena fase2 è assoluto, una mano d’aiuto a regioni e governo. Lavoratori stagionali e serali devono avere delle risposte – continua Nicolosi – non possiamo stare più in silenzio, abbiamo bisogno di azioni concrete”. La protesta ha avuto luogo su tutto il territorio nazionale coinvolgendo altri 13 capoluoghi di provincia.
Elisa Franco è attrice e direttore artistico della compagnia teatrale etnea “la carrozza degli artisti”. “L’ultima proposta che abbiamo ricevuto è quella di fare una rassegna teatrale estiva in quattro location della nostra città – dice Elisa – e sono state messe a disposizione la villa Bellini, piazza Dante, il cortile Platamone e il Castello Ursino. Tutto questo esibendosi gratuitamente, in pratica, le spese di service, sanificazuone, mascherine per il pubblico, servizio antincendio e SIAE sarebbero nostre.
Resterebbe l’incasso dello sbigliettamento, ma con la riduzione dei posti quanto verrebbe a costare un biglietto? Abbiamo chiesto che almeno una minima parte, il service a esempio, fosse a carico dell’amministrazione. Ancora nessuna risposta e la sensazione di essere totalmente trasparenti diventa sempre più concreta”. I collettivi auto-organizzati che, in tutta Italia, si sono riuniti il 14 aprile scorso in piena emergenza Covid-19 hanno scritto una lettera dove viene chiesta la convocazione di un tavolo tecnico-istituzionale. A quella missiva, ancora, nessuna risposta.
È stato proclamato stato di agitazione permanente dei lavoratori e lavoratrici del comparto cultura e spettacolo. Sono due i punti fondamentali che la mobilitazione di oggi porta all’attenzione di regioni e governo nazionale. I lavoratori chiedono un reddito di continuità che traghetti il comparto culturale fino alla ripresa dei singoli settori e ne tuteli e garantisca l’esistenza salvaguardando i rapporti di lavoro in atto. Inoltre un confronto immediato tecnico-istituzionale fra lavoratrici, lavoratori, sindacati, governo e istituzioni sulla riapertura e che abbia come priorità la salute di lavoratori, lavoratrici e pubblico.