Il "giallo" degli assenti | Ecco chi non ha votato - Live Sicilia

Il “giallo” degli assenti | Ecco chi non ha votato

Il documento ufficiale dell'Ars (clicca per ingrandire e leggere)

Sono 25 i parlamentari che al momento del voto risultano fuori dall'Aula. Ma alcuni di loro giurano: "Io c'ero". Ecco nome per nome, tratto dal documento ufficiale di Sala d'Ercole, l'elenco dei deputati che hanno "partecipato" al voto che ha messo ko il governo.

PALERMO – Il risultato è stato clamoroso. E – in parte, solo in parte – inaspettato. Il ko del governo in Aula sulla richiesta di proroga per i commissari delle Province è arrivato col minimo scarto: 33 deputati hanno bocciato la proposta, contro i 32 che hanno detto di sì.

Eppure, fin dagli attimi immediatamente successivi al “fattaccio” ecco le rivendicazioni dei deputati di maggioranza. Alcuni dei presenti in Aula risulterebbero assenti nel conteggio elettronico dei voti.

Ma chi figura tra gli assenti? I nomi sono desumibili dal documento ufficiale dell’Assemblea regionale. Tra gli “assenti”, quindi ecco venticinque deputati. Si tratta di Arancio (Pd), Assenza (Pdl), Bandiera (Udc), Barbagallo (Pd), Coltraro (Lista Crocetta), D’Agostino (Udc), Digiacomo (Pd), Fazio (Misto), Fiorenza (Pds-Mpa), Fontana (Pdl), Forzese (Drs), Germanà (Pdl), Grasso (Grande Sud), Laccoto (Pd), Lo Giudice (Drs), Lombardo (Pds-Mpa), Nicotra (Articolo 4), Panepinto (Pd), Ragusa (Udc), Raia (Pd), Siragusa (Movimento cinque stelle), Tamajo (Drs), Turano (Udc), Venturino (Misto), Vinciullo (Pdl).

Ma per alcuni di questi, l’assenza sarebbe il frutto di un problema “tecnico”. È il caso del deputato grillino Siragusa. “C’è stato un problema col pulsante – ha detto Giancarlo Cancelleri – il sistema elettronico ha fatto cilecca”. Sarebbe stato il trentatreesimo voto a favore delle proroghe. Un voto al quale se ne sarebbero aggiunti altri, almeno stando alle dichiarazioni del “dopo aula”. Quello di Arancio, deputato gelese del Pd, e quelli dei Democratici riformisti Forzese, Tamajo e Lo Giudice (tripla “sfortuna” per quel gruppo parlamentare, quindi), quello del nuovo entrato a Sala d’Ercole Edy Bandiera e quello di Nicola D’Agostino (anche per l’Udc, quindi, doppio “problema tecnico”).

Già, l’Udc in effetti sulla questione ha anche litigato. Perché in realtà la riforma del governo di Rosario Crocetta, a qualche esponente della maggioranza non piace. E il voto di oggi a Sala d’Ercole lo ha solo dimostrato. Non piace, per esempio, proprio a Nicola D’Agostino, che sull’istituzione dei liberi consorzi è molto critico: “Le province debbono essere abolite definitivamente. Non possono poi rinascere sotto le mentite spoglie dei liberi consorzi – ha detto – . La proposta in discussione in Prima commissione è indecente ed insopportabile e va respinta con convinzione”. Parole che hanno fatto infuriare Alice Anselmo, ‘collega’ centrista di D’Agostino e vicepresidente della commissione ‘incrinata’ di aver partorito la riforma “indecente e insopportabile”. Parole che, ha replicato la Anselmo, “offendono i lavori della commissione Affari istituzionali, che continuerà a lavorare come stabilito sino ad ora. Indecenti e insopportabili sono le sue dichiarazioni, da ritenersi assolutamente personali”.

Eppure, D’Agostino, al momento del voto, si è schierato a favore delle proroghe. Almeno stando a quando dichiarato da lui stesso. Perché il suo voto, come quello di altri sei deputati, non è stato registrato. Presenti, dicono, ma assenti per il sistema elettronico. “Se il rilevamento fosse stato corretto – ha detto il parlamentare Udc – certamente il risultato sarebbe stato diverso, e non avrebbe poi alimentato alcuna polemica: il mio intervento era ed è – infatti – , chiaro e netto sulla posizione di abolizione delle Province, ritenendomi soddisfatto dell’intervento del presidente Crocetta, che in aula ha confermato che non si faranno riforme mascherate”.

E qualche sospetto, sull’andamento delle votazioni, lo ha espresso anche la parlamentare Cinquestelle Angela Foti. Stranita, ha detto, dallo “strano ghigno sul volto del presidente Ardizzone dopo l’esito del voto d’aula”. Tra i presenti-assenti, infatti, c’era anche Salvatore Siragusa, componente della Prima commissione che, infatti, “stava seduto proprio al banco della commissione durante le operazioni di voto”.

Altra “vittima” del sistema elettronico, come detto, Marco Forzese. E i Democratici e riformisti vincono, in questo caso, la palma del gruppo parlamentare più “tecnologicamente sfigato”. Di cinque deputati in aula, ben tre non hanno avuto la possibilità di esprimere la propria preferenza. “Anch’io – ha detto Marco Forzese – ho potuto constatare che il mio voto a favore della proroga dei commissari delle province regionali non è stato registrato dal sistema di voto di Sala d’Ercole, ma alla luce del risultato che fa emergere forti divaricazioni in maggioranza non posso esimermi dal far notare che già in mattinata autorevoli esponenti dell’Udc avevano manifestato perplessità e usato toni forti, come nel caso del collega D’Agostino, sulla proposta del governo Crocetta di estendere il periodo di commissariamento ad altri due mesi”. Insomma, il “franco tiratore” va cercato sempre da un’altra parte.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI