PALERMO – Dimissioni. È questa la parola più ricorrente nella conferenza stampa delle opposizioni all’Ars, che ha seguito di pochi minuti il clamoroso tonfo in Aula del governo sui Liberi Consorzi. Destinatari, in particolare, l’assessore alla Funzione pubblica Ettore Leotta, e il presidente della prima Commissione, Antonello Cracolici. Dimissioni come atto di “etica politica” ha spiegato Nello Musumeci. Il presidente della commissione Antimafia ha parlato di ennesima “brutta figura per il governo Crocetta”, ma anche di una bocciatura che ha “salvato la faccia all’Ars, perché il ddl non meritava di essere preso in considerazione”.
Una legge “frutto di un pasticcio”, ha aggiunto Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia, secondo cui la “caduta” della maggioranza, sotto i suoi stessi colpi, non è stata così sorprendente. “Avevamo detto a più riprese – spiega Falcone – che quella riforma non poteva essere varata se prima non fosse stato approvata la manovra finanziaria”.
A pensarla così è anche Francesco Cascio che ha parlato di “cosa folle, ma prevedibile. La maggioranza sta in piedi solo per ragioni di mera spartizione di potere”, ha aggiunto il coordinatore regionale Ncd. Il quale ha ricordato come il governo si sia salvato già in extremis, grazie al varo del Crocetta ter, in occasione della presentazione della seconda mozione di sfiducia. “Senza quel rimpasto – ha detto Cascio – l’opposizione avrebbe avuto i numeri per far cadere l’esecutivo. In quell’occasione alcuni deputati del Pd ci avevano assicurato il loro sostegno alla mozione. Ma alla fine si sono tirati indietro”. “Se uno il coraggio non ce l’ha non se lo può dare – ha aggiunto Nello Musumeci – Questo è un parlamento pieno di don Abbondio”.
A chiedere la testa di Cracolici e Leotta è anche il Movimento Cinque Stelle: “Chi ha messo la faccia in questo ddl tragga le dovute conseguenze e si dimetta”, ha dichiarato in conferenza il capogruppo dei pentastellati, Salvatore Siragusa. Si è spinto oltre Toto Cordaro: “Prima andiamo al voto, prima mettiamo fine a questa agonia” ha affermato il capogruppo di Cantiere Popolare.
Ad auspicare una svolta è il capogruppo del PdS-MpA Roberto Di Mauro, che con Giovanni Greco ha presentato l’emendamento che ha poi causato la debacle del governo Crocetta. “La verità – ha spiegato Di Mauro – è che ancora una volta si è consumato uno scontro pesantissimo fra il Presidente Crocetta e quella parte del Pd che vorrebbe mantenere in vita le Province in vista della tornata elettorale, magari offrendo e promettendo tanti posti di sottogoverno”.