Quello che Cinzia Pennino non ha visto, però lo sapeva quanto era amata, è la foto che la sua scuola, il ‘Don Bosco’, le ha dedicato: “Cinzia, sorriso di Dio”. Significa che il distacco è atroce, eppure niente sarà dimenticato. L’eternità la costruiamo già su questa terra, con la memoria.
Quello che Cinzia non ha visto sono i messaggi che adornano il suo ricordo social nella pagina dell’istituto: le lacrime della comunità salesiana e di tutti che offrono alla sua vita tragicamente spenta la cornice del per sempre. E altri messaggi, fra telefonini e chat: “Cinzia aveva una bellissima voce, un grande cuore davvero e uno splendido sorriso. Quando ci incontravamo era una festa”.
Come diceva il finale del libro? “Ogni regalo che ti fa un amico è un augurio di felicità: così pure questo anello. Vola libera e felice, al di là dei compleanni, in un tempo senza fine, nel persempre. Di tanto in tanto noi c’incontreremo – quando ci piacerà – nel bel mezzo dell’unica festa che non può mai finire”. Cinzia l’aveva sicuramente letto.
Ci sono i ragazzi di ieri che la piangono. Erano cresciuti insieme, all’ombra gentile dei banchi e dell’oratorio. E si erano scambiati una promessa di immortalità. Tutti loro hanno imparato che bisognerà perdersi e, forse, chissà, ritrovarsi. Ma adesso che è successo a qualcuno del gruppo, a quelli che, in una mattina d’estate, avevano pensato di potersi amare oltre ogni confine, quaggiù, è ancora più duro accettare il limite.
Ci sono i ragazzi di oggi. Inconsolabili. Che hanno voluto bene alla loro professoressa e che vengono colti, in un momento delicatissimo, nell’apice della fragilità. Ma anche questi ragazzi diventeranno grandi e racconteranno ad altri ragazzi quanto è stato bello – e sì, eterno – essersi incontrati in una mattina d’estate. E che per nessun sollievo al mondo sarebbe stato meglio non conoscersi mai. Questo è il dilemma: amare o soffrire, oppure non amare, con l’illusione di salvarsi dagli strappi del distacco. I primi sanno già che i secondi soffrono molto di più. Ieri, intanto, questi meravigliosi ragazzi si sono ancora riuniti in preghiera con i loro professori (nella foto un momento della veglia). Un altro libro spiega che il sole di York, o di Palermo, ha il potere di diradare gli inverni della nostra amarezza.
Ci sono i fiori, deposti come messaggi su Facebook: Eccone uno: “Cara Cinzia è un dolore grande questo. Spero davvero che il tuo sorriso possa arrivare nei cuori di tutti, della tua famiglia e di quelli che hanno anche per poco incrociato il tuo sguardo”.
Quello che Cinzia non ha visto è quest’altro giorno di primavera, così ostinato, nella sua dolcezza. Il giorno che prepara l’estate.
E ci saranno ancora parole e sguardi. E torneranno gli abbracci, come i viaggi a due a due negli ascensori. E mangeremo di nuovo una pizza serale insieme, scambiandoci promesse che non saranno mantenute. Ma che importa, soltanto nella pronuncia ogni promessa è già un sorriso. Questo è quello che Cinzia non ha visto e che non vedrà. O forse, invece, sì. Forse lo vedeva già.
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