PALERMO – Delle cassette di sicurezza per i cellulari degli studenti, uno sportello di ascolto per i ragazzi che ne hanno bisogno e l’integrazione dell’intelligenza artificiale nel percorso didattico. L’anno scolastico al Don Bosco Ranchibile di Palermo inizia con tre importanti novità.
Siamo andati allora nello storico istituto salesiano per chiedere al direttore, al preside e ad uno degli psicologi, di spiegare nel dettaglio le recenti innovazioni.
I nuovi strumenti
“Si tratta di nuovi strumenti che ben si inseriscono nel solco della nostra tradizione educativa salesiana”, chiarisce il direttore dell’istituto, don Arnaldo Riggi. “Vogliamo seguire i nostri ragazzi a 360 gradi accompagnandoli sia dal punto di vista culturale, che nel nostro istituto ha già raggiunto livelli di eccellenza, sia dal punto di vista umano”.
“Essere sempre pronti a rispondere alle esigenze dei giovani è una delle nostre missioni – aggiunge don Riggi -. Lo sportello di ascolto, il divieto dei cellulari e la sperimentazione di un utilizzo educativo dell’intelligenza artificiale, vanno in questa direzione”.
L’utilizzo educativo dell’IA
L’intelligenza artificiale, alle volte, può sembrare una chimera. Al Don Bosco Ranchibile rappresenta solo l’ennesima sfida che la scuola ha scelto di affrontare in chiave educativa.
“Abbiamo subito aderito al progetto Go Beyond – sottolinea Don Riggi -. I nostri educatori saranno chiamati presto a partecipare, insieme a tutti gli altri docenti delle scuole salesiane d’Italia, a dei momenti culturali e di approfondimento anche pratico dei sistemi di intelligenza artificiale così che, attraverso l’utilizzo dell’app Gemini di Google, potremo migliorare ulteriormente il nostro servizio didattico”.
Lo sportello d’ascolto
Anche l’ascolto dei giovani e dei loro problemi non è sempre scontato. I bisogni dei più piccoli vengono spesso presi sottogamba. Per questo, la scuola ha introdotto lo sportello di ascolto.
“Grazie a questo nuovo strumento riusciremo ad accogliere in modo efficace i bisogni dei ragazzi creando attorno a loro una rete di supporto attraverso incontri di sensibilizzazione anche con genitori e insegnanti”, spiega la dottoressa Sara Ferina, psicologa e direttrice del centro Virtualmente.
“In quest’epoca in cui la comunicazione è rapidissima, in cui i ragazzi utilizzano un pensiero molto veloce senza alle volte riuscire ad ascoltarsi, è fondamentale dare loro uno spazio nel quale possano affrontare emergenze e difficoltà, riuscendo a valorizzare i loro punti forti e lavorare per migliorare i loro punti deboli”.
Il divieto del cellulare
L’utilizzo smodato del cellulare a scuola è diventato, nel tempo, una pessima abitudine. Il Ministero dell’Istruzione ha allora disposto un apposito divieto che è stato subito applicato al Don Bosco.
“La decisione di chiedere ai ragazzi di depositare i propri cellulari all’inizio della lezione arriva a completamento di una norma già prevista nel regolamento d’istituto ben prima che giungessero le circolari ministeriali”, specifica il professore Nicola Filippone, preside del Don Bosco Ranchibile.
“Chiedere agli studenti di separasi dai loro telefoni è sicuramente un passaggio importante dal punto di vista educativo. L’obiettivo – conclude il preside – è quello di inculcare nei ragazzi una consapevolezza, una forma di autodisciplina che li possa mettere nelle condizioni di utilizzare in maniera opportuna tali dispositivi tecnologici, mitigando inoltre le forme di dipendenza a cui andrebbero incontro, anche al di fuori dell’istituzione scolastica”.
