"Un governo di dilettanti | La Scilabra si è sabotata" - Live Sicilia

“Un governo di dilettanti | La Scilabra si è sabotata”

Intervista ad Antonello Cracolici: "Questo è un governo di politici inadeguati, con dentro sei renziani. Il mio partito sta galleggiando, decida cosa vuole fare di questa esperienza. Chi prima ci criticava oggi ci deride. Abbiamo persino resuscitato Forza Italia..."

PALERMO – “La Regione non è un affare di Crocetta. Chi ieri ci criticava oggi ci deride. La Scilabra? Basta con i complotti, nessuno ha sabotato il Piano giovani, l’assessore si è sabotata da sola”. Antonello Cracolici è preoccupato. Teme che i flop del governo regionale finiscano “per coinvolgere il Partito democratico. Questo esecutivo sta riuscendo, del resto, nel capolavoro di far resuscitare Forza Italia”.

E quindi? Che si fa? Da tempo ormai lei insieme ad altri esponenti della maggioranza chiede un “cambio di marcia”, a partire dal rimpasto.
“Credo che ormai sia un errore anche ridurre tutto a uno o più avvicendamenti in giunta. Qui il problema è il modello di governo: da due anni non c’è un atto che non produca scoramento, confusione, caos. Il Piano giovani è solo l’ultimo di questi casi. Prima è successo per le Finanziarie, l’Eolico, i rifiuti, l’acqua. C’è sempre un problema”.

E quindi? Queste cose le sentiamo già da un po’. Tempo fa lei parlò addirittura di ultimo appello, ma siamo sempre qui…
“E il problema è sempre lo stesso: serve un progetto condiviso con le forze politiche. Al momento, questo non c’è. E la colpa non è certamente di chi dissente, ma di chi non fa nulla per creare un clima positivo. Anzi, temo non ci sia nemmeno una vera consapevolezza sui problemi che stiamo vivendo. E chi, ieri, criticava adesso addirittura ci deride”.

Serve un progetto condiviso, dice lei. E invece, il governatore, questa la vostra critica da un po’, va avanti da solo.
“Sì, ma così facendo Crocetta si è trasformato in una specie di Don Chisciotte dei giorni nostri, in grado di creare solo confusione. Serve, lo ripeto, un cambiamento radicale”.

In cosa deve consistere questo cambiamento?
“Le rispondo con una metafora: la Regione, al di là dei difetti e dei problemi temporanei, somiglia a una macchina di lusso, a una Ferrari. Che al momento, però, è guidata da gente che ha appena preso la patente e non sa nemmeno in che direzione andare. E la questione non riguarda solo Crocetta e i suoi assessori, ma anche il mio partito e gli altri a sostegno di questo esecutivo”.

Quali “colpe” attribuisce al suo partito?
“Il Pd deve capire se vuole fare il Pd. A cominciare dall’assunzione di responsabilità. Il partito, o buona parte di esso, ha sposato questa seconda esperienza di governo Crocetta. E adesso, però, non sento intervenire nessuno. Non vorrei che, per ignavia, si preferisca rimanere lì a galleggiare. Magari accontentandosi di qualche incarico negli uffici di gabinetto…”.

Insomma, lei chiede un ruolo più centrale, da protagonista del suo partito…
“Io mi chiedo solo: che tipo di governo vogliamo? Al momento, se le cose vanno bene applaudiamo, se le cose vanno male, la colpa è dei giornalisti conniventi. La colpa è sempre degli altri. Ma gli altri chi?”

Già, gli altri chi? Anche l’assessore Scilabra, riferendosi al Piano giovani, ha parlato di settori interessati al sabotaggio del progetto…
“Io credo che l’assessore Scilabra si sia sabotata da sè. È come se fosse inciampata e poi avesse raccontato che qualcuno l’ha spinta. La gestione del click day è stata affidata a Italia Lavoro. Una scelta voluta dall’assessore Scilabra. Non giriamoci attorno. La politica impone anche l’assunzione di responsabilità. È come quando l’allenatore di una squadra di calcio si assume le colpe di una sconfitta, anche se non tutte sono ascrivibili a lui. Ma ormai siamo in un clima da ‘tutti contro tutti’. Nessuno è più responsabile di nulla”.

Una questione, quella degli affidamenti, alla quale si stanno interessando anche gli inquirenti.
“Ma anche restando sul piano politico molte cose non tornano. E’ possibile mai approvare un Piano con affidamenti milionari a tre società, proprio il giorno dopo il fallimento del click day? Nessuno in giunta si è sentito in dovere di dire: prendiamoci un po’ di tempo, per capire cosa sia realmente successo”.

Ma questo quadro che lei sta descrivendo è condiviso anche dal resto della maggioranza? Oggi, ad esempio, anche il presidente della commissione Lavoro Marcello Greco ha parlato di un “fallimento amministrativo” e ha chiesto di rimettere mano alla giunta varando un governo politico.
“Guardi, a Palazzo dei Normanni c’è un diffuso malessere che ormai non può essere ignorato. Anche il mio gruppo deve decidere cosa fare. Tra un po’ credo sarà difficile mettere insieme una maggioranza a Sala d’Ercole. Ma non bisogna cadere nell’equivoco: questo è un governo politico, ma di politici che non sono all’altezza. Magari fosse una giunta di tecnici, al massimo questa, viste le esperienze possedute dagli assessori, mi pare semmai una giunta di dilettanti”.

Un governo politico, dice lei. Eppure sia il segretario regionale del Pd, che il leader siciliano dell’Udc sono stati molto duri in questi mesi nei confronti della giunta di Crocetta.
“Sì è vero. D’Alia ad esempio ha parlato della Finanziaria in termini apocalittici, ma è sempre lì, al governo. E anche a Raciti dico: dobbiamo decidere che fare. E il problema delle correnti non esiste più. Anche se…”.

Anche se…
“In questa giunta io conto sei renziani. È il governo a maggiore componente renziana di tutta Italia. E i risultati sono disastrosi anche da un altro punto di vista”.

Quali?
“Stiamo riuscendo nel capolavoro di resuscitare Forza Italia che era stata relegata a ‘Chi l’ha visto’. Adesso leggo le dichiarazioni del capogruppo Falcone e pare sia arrivato ieri. Pare, insomma, che non facesse parte dello stesso partito dell’ex sindaco di Catania Stancanelli o dell’ex assessore Formica, che sono tra gli artefici dello scandalo della Formazione siciliana”.

Torno alla domanda che le ho posto all’inizio. Stando così le cose, che si fa? In tanti ormai chiedono il ritorno alle urne. Sareste disposti a staccare la spina all’esperienza di Crocetta?
“Io dico solo che così, in questo modo, non si può continuare. Qui non c’è solo in gioco il destino politico di Crocetta, ma anche del mio partito. I presidenti infatti cambiano, ma i partiti dovrebbero assicurare una stabilità. E invece, rischiamo di essere travolti tutti. E mi riferisco anche a chi, in passato, si era prodigato a diffondere ultimatum, penultimatum e programmi vari. Devo dire, tra l’altro che molti di questi miei compagni di partito che pontificano e chiacchierano, hanno da tempo litigato col consenso, hanno un pessimo rapporto col voto popolare”.

A proposito di voto, quindi, lei ritiene non sia il momento di chiedere un ritorno alle urne…
“Io dico solo che la Regione non è un ‘affare’ di Crocetta, ma anche di chi ha deciso di sostenere questa esperienza. Il rischio assai forte adesso, è quello di un fragoroso fallimento collettivo”.


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