PALERMO – Rotta la morsa del racket anche nel quartiere della Marinella, in zona Partanna Mondello. Due commercianti hanno denunciato e in manette sono finiti quattro presunti taglieggiatori: Antonio Di Maggio, 35 anni, Pietro Daraia, 35 anni, Pietro Salamone, 32 anni, e Tommaso Genovese, 26 anni. I quattro sono stati raggiunti, la notte fra il 17 e il 18 dicembre scorso, da un provvedimento di fermo disposto dal procuratore aggiunto di Palermo Vittorio Teresi e dai sostituti Francesco Del Bene, Anna Maria Picozzi e Lia Sava in base alle indagini condotte dalla squadra mobile. Gli arresti sono stati convalidati ieri dal giudice per le indagini preliminari. Ai quattro sono contestati due episodi di tentata estorsione.
Nel mirino del racket sono finiti una ditta di importazione e vendita di articoli per la casa e un’altra che si occupa di distribuzioni all’ingrosso di carni macellate. Il personaggio centrale sarebbe Antonio Di Maggio. E’ lui, insieme a Pietro Daraia, prima, e Pietro Salamone, dopo, a presentarsi nell’attività di casalinghi pretendendo che si facessero una “assicurazione” mettendosi “in regola” tramite il versamento di 300 euro mensili nelle loro tasche. Il commerciante, però, non ha ceduto e si è presentato negli uffici della squadra mobile di Palermo a denunciare. Le “visite” di Di Maggio, Daraia e Salamone sono continuate ma senza ottenere nulla.
Sempre Di Maggio, con Tommaso Genovese, si sarebbe presentato alla ditta di distribuzione carni sostenendo che ormai da tempo l’attività si era stabilita in zona e che nessun incidente era mai accaduto, sottintendendo che fosse possibile solo grazie alla loro “protezione”. Quindi era il momento, con l’approssimarsi delle festività natalizie, che si facesse un “regalo”. Alla sorpresa del commerciante di fronte alla loro richiesta, la risposta è stata di andarsi a cercare un canale per interloquire con loro che, comunque, si sarebbero fatti vedere nei giorni a seguire. Anche in questo caso la denuncia del commerciante ha fatto le indagini degli investigatori e quindi gli arresti.
Di Maggio, Daraia, Salamone e Genovese sono stati incastrati, oltre dalle denunce, dalle riprese delle telecamere che hanno immortalato gli episodi estorsivi. La comparazione delle immagini con le foto segnaletiche hanno stretto definitivamente il cerchio attorno ai quattro.