Pizzo al bar del tribunale| Liberi per un errore - Live Sicilia

Pizzo al bar del tribunale| Liberi per un errore

Un vizio di forma spalanca le porte del carcere per quattro presunti estorsori. Sono coloro che avrebbero imposto il pizzo al titolare del bar del Tribunale di Palermo (da sinistra: Benedetto Marciante, Gianfranco Cutrera, Francesco e Michele Lo Valvo). Un video aveva immortalato la consegna del denaro.

Gente che entra e gente che esce. Dal carcere. Nel giorno in cui la polizia arresta due presunti estorsori, si scopre che altri quattro esattori del racket sono tornati in libertà per un difetto di forma.

Sono Benedetto Marciante, Gianfranco Cutrera, Francesco e Michele Lo Valvo (nella foto). Sono accusati di avere imposto il pizzo al titolare del bar all’interno del tribunale di Palermo. Un caso eclatante con un epilogo altrettanto tale scritto dal Riesame che ha accolto il ricorso di Marciante. E’ stata così annullata l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari. L’articolo richiamato è il 292, comma 2. Quello che elenca tutti i vizi che rendono inapplicabile una misura cautelare.

Libero Marciante, liberi tutti. Scarcerati per un errore formale. Eppure li avevano arrestati in flagranza di reato. Con le mani nel sacco. Pieno di soldi. Il 12 aprile scorso Marciante e Cutrera erano stati sorpresi mentre intascavano la seconda tranche del pizzo: 18 mila euro in contanti. Neppure il fatto che il bar si trovasse all’interno del Tribunale li aveva fatti desistere. Un video ha immortalato la consegna avvenuta in un capannone di via Cervantes.

Francesco e Michele Lo Valvo, padre e figlio, sono parenti del commerciante. Sarebbero stati i mediatori dell’estorsione. Coloro che avrebbero fatto ottenere uno sconto agli imprenditori. La prima richiesta era stata, infatti, più pesante. Marciante voleva una tabaccheria. Poi, scese a 38 mila euro e infine a 28 mila, di cui 5 mila pagati a gennaio e 18 mila ieri. Il saldo di 5 mila euro doveva essere sborsato a fine aprile. L’imprenditore si è ribellato, ha denunciato ed è scattata la trappola. Per convincerlo a pagare lo avevano pure picchiato e allora ha capito di non avere altra via di uscita che chiedere aiuto agli investigatori.

Due settimane fa l’amara notizia. Gli uomini che lo hanno minacciato e costretto e pagare, gli uomini che ha fatto arrestare sono di nuovo uomini liberi.

AGGIORNAMENTO

L’imprenditore, titolare di una serie di rivendite di tabacchi della città, al momento preferisce non rilasciare dichiarazioni. Tramite il suo legale, l’avvocato Stefano Giordano, fa sapere di essere sereno e di confidare nel lavoro degli inquirenti. All’imprenditore è stata anche assegnata una “vigilanza mobile”. Le forze dell’ordine monitorano la situazione per evitare ripercussioni.


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