CATANIA. ”Abbiamo stanziato 2 miliardi per strade e autostrade siciliane ed entro il 31 dicembre sarà appaltato il tanto atteso raddoppio ferroviario Palermo-Catania per il valore di 4 miliardi e 300 milioni da ultimare entro il 2026”. L’assessore regionale alle Infrastrutture, Alessandro Aricò, dà letteralmente i numeri intervenendo alla festa regionale del Tricolore. Ovvero, il meeting dei meloniani siciliani in corso a Catania. E lo ha fatto mentre ad ascoltarlo c’erano il viceministro al medesimo ramo, Galeazzo Bignami, Maurizio Leo (vice all’Economia) e Adolfo Urso, ministro al Made in Italy.
“Finalmente potremo percorrere in treno la tratta Pa-Ct alla velocità di 200 km orari, quindi in poco più di un’ora – ha proseguito – non è certo paragonabile alle alte velocità delle tratte sopra Salerno ma sicuramente un grande passo in avanti per migliorare la rete ferroviaria della nostra Regione. A questo si aggiunge la prosecuzione della linea Trapani via Milo, grazie ad un finanziamento di 150 milioni per la ferrata e 85 (di cui 64 grazie al Pnrr) per l’elettrificazione della ferrovia”.
L’obiettivo del neo assessore è quello di ridurre quanto prima il generale gap infrastrutturale delle reti siciliane, a partire dal comparto autostrade. Da lì infatti l’annuncio: “Incontreremo i vertici del Cas e dell’Anas per fare il punto sulla situazione della Messina – Palermo ma soprattutto della Palermo – Catania”.
Un’autostrada colabrodo. Ed è lo stesso Aricò a poterlo testimoniare sulla scorta del viaggio in auto di stamane per arrivare alle pendici dell’Etna: “Sono troppe le interruzioni, io ne ho contate più di 30; è stata inaugurata nel 1973 e ha avuto pochissime manutenzioni, oggi sono decine i cantieri aperti in contemporanea. Bisogna razionalizzare e dare tempi certi ai cittadini”.
Collegamenti con le Isole. Aricò annuncia: “Consentiremo abbonamenti a prezzi calmierati per Forze dell’Ordine, insegnanti e personale sanitario cioè coloro che espletano un servizio pubblico”.
L’assessore alle Infrastrutture, infine, ha parlato dell’annoso problema del caro-biglietti aerei. “Noi siciliani paghiamo ogni anno – spiega – ben 6 miliardi e mezzo ogni anno per la conduzione di insularità, per essere agganciati e competitivi col resto d’Italia. È necessario far scendere le tariffe in particolare delle tratte da Palermo e da Catania verso Roma e Milano, che a volte toccano cifre impressionanti fino a 700 euro”.
Riepiloghiamo: ecco i grandi traguardi politici raggiunti da F.lli d’Italia in meno di un anno dall’elezioni comunali ad oggi:
1) Preteso e imposto il Sindaco Lagalla, cioè il professore che voleva candidarsi nel Partito Democratico per sfidare Musumeci, e bruciando l’ottimo candidato Cascio, un uomo d’area di lungo corso;
2) Preteso ed imposto assessori regionali non eletti, andando contro la volontà del Presidente Schifani, che giustamente si era dato la regola che a ricoprire quella carica dovevano essere solo persone che hanno avuto la legittimazione popolare. Un’operazione non di poco conto, che ha indebolito il Presidente prima ancora di iniziare a governare;
3) Ed ora pretendono, non si sa in nome di chi e di che cosa, la stabilizzazione di 9000 persone, assunti per un tempo determinato (periodo emerenza covid), quando da notizie di cronaca politica, apprendiamo che nel bilancio regionale c’è un buco nella sanità siciliana di 400 milioni di euro.
In politica vigono le regole della razionalità, delle opportuntà e delle convergenze, ma non possono trovare spazio quelle delle pretese che si trasformano in prepotenze.
Questi fratelli d’Italia prima gli danno a Schifani assessori scarsi e poi alzano i toni sugli errori del governo? Loro non hanno colpe?