Lombardo assolto, inammissibile il ricorso della Procura generale - Live Sicilia

Lombardo assolto, inammissibile il ricorso della Procura generale

Confermata in Cassazione l'assoluzione per l'ex presidente della Regione. "L'ho sentito, è soddisfatto", dice la sua avvocata. Le reazioni della politica.
IL PROCESSO
di
5 min di lettura

ROMA – Inammissibile, secondo la Cassazione, il ricorso della Procura generale contro l’assoluzione di Raffaele Lombardo nel processo per concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione elettorale. La notizia arriva dall’entourage dell’ex presidente della Regione Siciliana. “Provo soltanto amarezza e non felicità, forse per i tredici anni della mia vita passati in vicende giudiziarie e per il massacro mediatico subito“, dichiara Lombardo all’Ansa.

Lombardo era stato assolto, a gennaio 2022, dalla prima sezione della corte d’Appello di Catania dai reati di concorso esterno alla mafia e corruzione elettorale, perché il fatto non sussiste e per non avere commesso il fatto. La procura generale si era rivolta alla Cassazione, facendo ricorso contro la sentenza d’Appello.

“Il ricorso della Procura generale era molto articolato, così come lo erano le nostre deduzioni – spiega a LiveSicilia Maria Licata, avvocata di Lombardo – Quando saranno depositate le motivazioni della Suprema Corte, sapremo quali motivi sono stati accolti. Saranno necessari, immagino, un paio di mesi“. Nel frattempo, Raffaele Lombardo “ha manifestato la sua soddisfazione – dice ancora Licata a questa testata – Ho avuto modo di sentirlo. Confido che oggi, finalmente, si metta la parola «fine» a una vicenda che certamente lo ha provato dal punto di vista personale”. Anche per la “rilevanza mediatica“, sottolinea la legale, che il caso ha assunto.

Questo era l’ultimo dei processi a carico di Raffaele Lombardo ancora in piedi. L’imputazione coatta per i reati dai quali adesso è stato definitivamente assolto era datata 26 marzo 2011. “Le indagini, però, risalivano al 2008, 2009“, ricorda Licata. Anni in cui il fondatore del Movimento per l’autonomia sedeva sullo scranno più alto di Palazzo d’Orleans.

Il verdetto dei giudici ermellini era attesissimo: non solo per dare un esito alla lunghissima vincenda processuale dell’ex presidente, ma anche per verificarne le ricadute politiche in un momento delicato come questo che precede le elezioni amministrative a Catania.

Schifani: “Bene, nessuna ombra mafia su Regione

“La definitiva assoluzione di Raffaele Lombardo dalle accuse di concorso esterno e di corruzione elettorale aggravata dall’avere favorito la mafia è una doppia buona notizia. Da un lato perché la sentenza della Cassazione cancella ogni possibile ombra sul fatto che un ex presidente della Regione possa essere sceso ad accordi con la mafia, dall’altro perché restituisce, a tredici anni dall’avvio dell’inchiesta e dopo un iter molto complesso e travagliato, serenità a una persona perbene e alla sua famiglia”.
Lo dice il Governatore Renato Schifani.

Mancuso: “E’ la fine di un incubo”

L’intervento del sindaco di Adrano, Fabio Mancuso: “Grande soddisfazione per la sentenza di inammissibilità emessa dalla Corte di cassazione per il ricorso inltrato dalla Procura di Catania nei confronti dell’ex Presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo ed attuale leader del Movimento per l’Autonomia.
Finito un incubo che durava da più di 13 anni. Un’odissea giudiziaria che ha avuto l’esito che tutti noi ci aspettavamo e di cui esprimiamo nostro compiacimento. La sentenza conferma quanto già precedentemente deciso dalla Corte di appello di Catania, cioè l’assoluzione perché il fatto non sussiste e per non aver commesso il fatto. Ed il reato contestato era decisamente di peso, quello di concorso esterno in associazione mafiosa.
La fiducia nella magistratura e nel sistema giudiziario è stata incondizionata da parte di Raffaele Lombardo e, oggi, tale fiducia è stata ripagata con una sentenza che gli dà onore come uomo e come politico. Adesso, l’unica certezza è che la Sicilia è stata governata da un uomo integerrimo, rispettoso della legalità e inflessibile contro la mafia e la malavita organizzata.
Raffaele Lombardo ha sempre e serenamente affrontato tutte le fasi giudiziarie difendendo il proprio operato nel processo e mai difendendosi dal processo.
Alla moglie Rina e ai figli Giuseppe e Toti un affettuoso abbraccio. La parola fine alla vicenda giudiziaria di Raffaele, per loro rappresenta il risveglio da un terribile incubo che hanno vissuto con senso di responsabilità e fiducia nelle Istituzioni”.

Miccichè: “Attendere 13 anni non è di un paese civile”

“Non è di un Paese civile dover attendere 13 anni per mettere fine ad una gogna interminabile che è costata al Presidente Lombardo le dimissioni da Presidente della Regione. Segno che la giustizia in Italia deve essere riformata. Felice per Lombardo per la sua assoluzione che mette la parola fine alla vicenda, ma chi risarcirà lui e la sua famiglia per quello che ha patito in tutti questi anni?”
Lo scrive in una nota il coordinatore regionale di Forza Italia, Gianfranco Miccichè.

Falcone: “Felici per l’uomo e il politico”

“Una vicenda giudiziaria tormentata si conclude sgombrando il campo da ogni dubbio sull’operato del politico e restituendo l’onore all’uomo. Siamo felici per Raffaele Lombardo e la sua famiglia, a cui rivolgiamo un augurio affettuoso di ritrovata serenità per gli anni a venire. Quella di oggi è una giornata importante anche per la politica in Sicilia. Il racconto di una stagione infatti, al netto di ogni giudizio nel merito, si libera definitivamente dall’ombra dei rapporti con la criminalità organizzata”.
Così l’assessore regionale Marco Falcone, commissario di Forza Italia a Catania e provincia.

Gli autonomisti: “Notizia che rilancia definitivamente l’azione del Mpa”

Così, coloro i quali nel 2005 fondarono il Movimento per l’Autonomia e parteciparono al primo congresso insieme a Raffaele Lombardo, commentano la notizia della decisione della Cassazione di ritenere inammissibile il ricorso della Procura generale contro l’assoluzione dell’ex Presidente della Regione Siciliana.

“La grande fiducia nei confronti della magistratura e soprattutto nell’operato di Raffaele Lombardo – proseguono i fondatori del Mpa – ha sempre permesso di guardare con ottimismo alla decisione finale che ha definitivamente chiuso una vicenda e un bombardamento mediatico che dura da 13 anni e precisamente dal 29 marzo del 2010”.

“Oggi più che mai, la Sicilia e il Sud hanno bisogno di un partito autonomista in grado di arginare e fermare il costante e scientifico depotenziamento di queste aree a vantaggio del nord e con la chiara complicità di certa politica e apparati d’affari. Dalle infrastrutture negate, ai finanziamenti europei che sempre più spesso diventano per essere sostitutivi e non aggiuntivi rispetto a quelli nazionali. Termini come perequazione infrastrutturale e autonomia differenziata devono tornare ad essere i punti focali dell’agenda politica nazionale”.
Al pensiero dei fondatori del Mpa, si associano i deputati regionali, i sindaci e i consiglieri del movimento di tutta la Sicilia. 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI