Raffica di nomine illegittime |Stangata per gli ex vertici dello Iacp - Live Sicilia

Raffica di nomine illegittime |Stangata per gli ex vertici dello Iacp

La sezione d'appello della Corte dei conti ha condannato per danno erariale i componenti del vecchio consiglio di amministrazione dell'Istituto autonome case popolari di Palermo.

Condannati a pagare 180 mila euro
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Nominarono illegittimamente undici dirigenti, ora lo Stato gli presenta il conto. I componenti dell’ex consiglio di amministrazione dello Iacp, l’Istituto autonomo case popolari, di Palermo devono pagare per il danno erariale da loro provocato. Centottanta mila euro in tutto. Diciotto mila euro ciascuno per l’ex presidente Pippo Palmeri, il suo vice Ignazio De Caro, i consiglieri Luigi Ciotta, Antonino Di Piazza, Giovanni Lo Bello, Pietro Matranga, Francesco Viola, e il coordinatore generale Salvatore Giangrande. Secondo i magistrati contabili, “hanno agito in violazione di chiare disposizioni di legge nonché di circolari vincolanti diramate dall’amministrazione regionale nell’esercizio della sua potestà di vigilanza sull’Ente”. La sentenza è della Sezione giurisdizionale d’appello della Corte dei Conti. È, dunque, definitiva.

Il processo nacque dall’indagine della Procura sul cui tavolo, nel 2008, finì un’informativa del nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza. L’attenzione si era concentrata sulla riorganizzazione dell’Istituto che nel 2004 prevedeva la creazione di una direzione generale, tre dipartimenti (tecnico, amministrativo e contabile) e undici direzioni di base. In attesa che la Regione esaminasse il nuovo organigramma dell’Ente e coprisse i posti vacanti, i vertici dello Iacp decisero di affidare per sei mesi gli incarichi delle direzioni di base a undici funzionari, non laureati, appartenenti alla categoria D.

La Procura contabile ha sostenuto già in primo l’esistenza di una circolare dell’assessorato regionale agli Enti locali, sulla base della quale gli incarichi dovevano essere affidati, ad interim, ai tre dirigenti già in servizio. Il pubblico ministero aveva parlato di “comportamenti gravemente colposi, se non addirittura dolosi, dei componenti del consiglio d’amministrazione dello Iacp”. A nulla sono servite le tesi difensive secondo cui, non solo le nomine furono legittime, ma nel periodo in cui i neo dirigenti restarono in servizio l’ente registrò un’impennata nelle entrate.


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