Ravanusa, ancora una notte di ricerche: si continua a scavare

Ravanusa, ancora una notte di ricerche: si continua a scavare

Si cercano Calogero e Giuseppe Carmina
LA TRAGEDIA
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RAVANUSA (AGRIGENTO) – Non sono ancora stati trovati i corpi di Calogero e Giuseppe Carmina, padre e figlio, gli ultimi due dispersi dell’esplosione avvenuta a Ravanusa sabato sera in cui sono morte sette persone.

I vigili del fuoco hanno lavorato tutta la notte rimuovendo le macerie di quello che era l’appartamento del padre, dove il figlio era andato per un saluto veloce, ma dei corpi dei due non c’è traccia. Si continuerà dunque a scavare per rimuovere le macerie e arrivare al livello della strada: non è escluso infatti che i due potessero trovarsi proprio lì al momento dell’esplosione.

Parallelamente alle ricerche si è iniziato a portare via le macerie anche perché, senza spostare parte delle tonnellate di cemento e pietre provocate dall’esplosione diventa impossibile proseguire le operazioni di soccorso. In via Procida, al civico 6, il portone di legno chiaro non si apre. La squadra dei vigili del fuoco prova con la forza ma niente da fare. Il solaio è collassato. La palazzina di un piano si trova nella zona rossa di Ravanusa, l’area dello scoppio che ha fatto crollare palazzine e ne ha danneggiate tante altre. Vito Gattuso, 67 anni, ha le chiavi della casa. “È di un amico, mi ha chiesto di recuperare qualche effetto personale, dentro c’è un laboratorio, lui è un medico”, racconta mentre i pompieri fanno l’ultimo tentativo per aprire il portone. Ma è inutile. “Mi spiace è troppo pericoloso”, dice un vigile all’uomo.

“Il mio amico è a Bologna dalla figlia che vive lì, non sa cosa fare perché questa è la casa dove vive”, si addolora il signor Vito, mentre tiene in mano le chiavi dell’abitazione e chiede al cronista quando potrà entrare per potere aiutarlo. A pochi metri altri pompieri accompagnano una donna che ha chiesto di potere recuperare dalla sua casa semi crollata indumenti e altri effetti”. Nella zona rossa è un via vai composto e ordinato di persone accompagnate dai soccorritori con la speranza di potere entrare nelle case. I pompieri li assistono e li confortano, si entra con i caschetti di protezione.

“Siamo entrati in una abitazione con un coppia- riferisce un pompiere del distaccamento di Palermo – I coniugi hanno recuperato vestiti e altra roba. Volevano prendere anche dei soldi custoditi al piano superiore ma non è stato possibile perché il rischio crollo è alto”. In via della Pace, una signora è riuscita a prendere alcune medicine: la tavola al piano basso era ancora apparecchiata. “Stavamo cominciando a cenare quando è arrivato il boato – racconta -. Abbiamo aspettato un po’ , poi siamo scappati e ci sentiamo dei miracolati”. I vetri della casa sono rotti, al secondo piano ci sono calcinacci. Prima di uscire la donna ha recuperato il suo piccolo “tesoro”, alcune piante e l’alberello di Natale.

RAVANUSA, CHI ERANO LE VITTIME


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