Dal minore al pregiudicato | Siciliani di "razza superiore" - Live Sicilia

Dal minore al pregiudicato | Siciliani di “razza superiore”

Chi sono le persone arrestate per avere aggredito dei migranti nelle ultime settimane.

PALERMO – Dal minorenne aspirante pizzaiolo al pregiudicato. Tutti accomunati, così emergerebbe dalle indagini, da un sentimento di odio razziale rimasto latente ed emerso con violenza negli ultimi mesi. Tutti sostenitori, volendo usare le parole del giudice Walter Turturici, “dell’appartenenza degli extracomunitari ad una razza inferiore”. Turturici è il gip che ieri ha arrestato sette persone per uno dei tanti casi di cronaca di una Sicilia che fa i conti con l’intolleranza.

Chi sono i siciliani che si scagliano contro i migranti a calci e pugni, si armano di cric, bastoni e pietre per imporre una superiorità che ha per unico criterio il colore della pelle?

Alcuni sono volti noti alle forze dell’ordine. Come quattro dei sette arrestati di oggi. Antonino Rossello, 40 anni, disoccupato di Partinico, avrebbe violato la sorveglianza speciale per aggredire il gruppo di giovani gambiani la notte di Ferragosto Una sorveglianza che gli è stata applicata alla luce dei precedenti per furto, guida senza patente, porto abusivo di armi, minacce, lesioni, violazione di domicilio, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

E poi Roberto Vitale, 33 anni, operaio nato ad Alcamo ma residente sempre a Partinico dove è conosciuto con il soprannome “spavento”. Nel suo caso a tradirlo è stato l’allestimento della Golf di colore nero su cui se ne va in giro. È la stessa auto – cerchioni fuori serie di colore acciaio, alettone posteriore e luce rossa sulla parte interna dello sportello – da cui sarebbe sceso il giorno dell’aggressione, dopo avere bloccato il pullman dei migranti. A bordo c’erano due donne, una delle quali con un bambino. Vitale è un ex sorvegliato speciale con precedenti penali per furto aggravato, falsa attestazione o dichiarazione ad un pubblico ufficiale sulla identità, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, furto con destrezza, ricettazione, lesioni personali, ingiuria.

Ex sorvegliato è pure il fratello Salvatore, 49 anni, disoccupato. Neppure la fedina penale è immacolata: furto aggravato, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, violazione di domicilio, rapina, danneggiamento, lesioni personali, resistenza a pubblico ufficiale, reati contro l’incolumità pubblica, simulazione di reato, ricettazione, porto abusivo di armi, ingiuria, minaccia, guida senza patente. Ce n’è abbastanza per fare scrivere al giudice che la sorveglianza speciale “non ha sortito alcun effetto di risocializzazione, tratteggiandone, anzi, il profilo di soggetti pervicacemente protesi al delitto”.

Un’intera famiglia avrebbe partecipato all’aggressione. Nei guai sono finiti pure Emanuele Spitaleri, la moglie Valentina Mattina, sorellastra dei Vitale, e Rosa Inverga, moglie di Giacomo Vitale. Due casalinghe che avrebbero incitato gli uomini alla violenza, invece di placarne l’ira ingiutificata.

L’aggressione è iniziata a Trappeto ed è proseguita a Partinico, a poche centinaia di metri dalla piazza dove nei primi giorni di agosto è stato picchiato un senegalese di 19 anni, ospite di un’altra comunità per giovani migranti. Ai domiciliari sono finiti Lorenzo Rigano e Gioacchino Bono. Il primo, 37 anni, è pluri pregiudicato per detenzione e spaccio di droga. Il secondo, 34 anni, è un operai edile. Pregiudicato è il 25enne palermitano che avrebbe colpito con cric alla testa un nigeriano, che di anni ne ha 30, non al buio di una stradina ma davanti alla più frequentata delle gelaterie.

A volte sono i minorenni a trasformarsi in aggressori. Come nel caso del diciassettenne che a Lercara Friddi ha picchiato davanti a un locale un ballerino palermitano di origini mauriziane. Non ha esitato ad appoggiare Giuseppe Cascino, 29 anni, un magazziniere incensurato che, forse dopo avere bevuto una birra di troppo, si è scagliato contro la vittima urlando “devi morire, clandestino di merda ritornatene da dove sei venuto”.

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