Immobili ceduti ai privati | Ora la Regione li rivuole - Live Sicilia

Immobili ceduti ai privati | Ora la Regione li rivuole

Un progetto finanziario complesso. Falcone: "Crocetta non indebiti ancora di più i siciliani".

LA TRATTATIVA
di
4 min di lettura

PALERMO – Riacquistare l’intera proprietà di 33 immobili ceduti al Fondo immobiliare Fiprs circa dieci anni fa, di cui la Regione siciliana detiene il 35%, attraverso la cessione prima della sua quota al Fondo pensioni dei regionali e poi autorizzando quest’ultimo, interamente controllato dall’amministrazione regionale, a rilevare anche la restante quota del 65% del Fiprs in mano ai soci privati Trinacria capital sarl e Sicily investments. È l’operazione che il governo di Rosario Crocetta intende portare a termine con una apposita norma inserita nella finanziaria 2017, come già anticipato dall’Ansa nei giorni scorsi, ferma all’Assemblea regionale siciliana dallo scorso Natale, dopo la scelta di approvare l’esercizio provvisorio. Un progetto finanziario complesso che comunque dovrà passare al vaglio del Parlamento siciliano che entro fine febbraio, alla scadenza del bilancio provvisorio di due mesi, dovrà esprimersi sulla norma.

Sulla maxi vendita al Fondo Immobiliare Pubblico Regione siciliana di immobili regionali disposta dal governo Cuffaro nel 2007 la Procura di Palermo, a fine 2014, aprì un fascicolo cosiddetto di atti relativi, un procedimento che generalmente è finalizzato ad accertare se ci sono ipotesi di reato. In quel caso lo scopo era capire se dietro l’operazione si nascondesse un giro di tangenti. Il fascicolo, assegnato alla pm Claudia Ferrari, non ha portato a sviluppi. Peraltro eventuali illeciti sarebbero prescritti o prossimi alla prescrizione. Gli immobili, secondo alcuni decisamente sottovalutati da una consulenza immobiliare assai dispendiosa, vennero ceduti al Fiprs della ex Pirelli Re per circa 200 milioni. La Regione li riaffittò dopo la vendita: per la locazione sono stati spesi 20 milioni l’anno.

L’operazione voluta adesso da Crocetta prevede come primo atto il via libera al Fondo pensioni dei regionali, ente controllato dalla Regione, alla costituzione del ramo immobiliare: al momento il Fondo ha un patrimonio espresso in liquidità di circa un miliardo di euro, una parte del cash serve a pagare le pensioni, un’altra a dare anticipazioni e prestiti agevolati ai regionali che ne facciano richiesta e il resto è investito in operazioni finanziarie, in buoni del tesoro poliennali (Btp) e in certificati dello Stato a medio-lungo termine (Cct). Operazioni che, leggendo i bilanci del Fondo, fruttano in media rendimenti tra il 2,75 e il 4 per cento circa. In base al progetto, la Regione cederebbe al Fondo pensioni la sua quota di Fiprs per 20 milioni di euro, con uno sconto del 35% rispetto al valore degli immobili parametrato al 35% della quota pubblica del Fiprs, che secondo il governo sarebbe pari a 59 milioni di euro.

Di contro la Regione quest’anno non verserebbe al Fondo i 60 milioni di copertura contributiva per i lavoratori che per legge destina ogni anno. Non solo, la norma della finanziaria autorizza poi il Fondo pensioni ad acquisire anche la quota del Fiprs in mano ai privati: la previsione era di perfezionare l’acquisto entro la fine di febbraio, data che slitterà di almeno due mesi sempre che la norma sia mantenuta nel testo di legge e approvata dall’Ars. Nella relazione tecnica alla finanziaria, il governo sottolinea che la Regione ha conferito al Fiprs 33 beni immobili, ubicati nell’intero territorio isolano, “dal valore di conferimento pari a 279,75 milioni”. E che “il valore di mercato di Fiprs al 30 settembre 2016 è pari a 217,6 milioni di euro”, con “una redditività media dalla costituzionale pari a 6,3%”. Al momento la Regione detiene 147 quote del capitale sociale di Fiprs, 137 sono in capo a Trinacria Capital e 136 nel portafoglio di Sicily Investments. “L’operazione di acquisto – sostiene il governo Crocetta – da un lato consentirà una maggiore redditività delle finanze del Fondo pensioni, dall’altro l’entrata pari a circa 20 milioni di euro, il valore di acquisto con uno sconto del 35% della quota della Regione siciliana. Soprattutto la Regione, per il tramite del Fondo pensioni, ritornerà nella proprietà al cento per cento dell’intero patrimonio immobiliare”.

“Ancora una volta Palazzo d’Orleans assume una posizione quanto meno estemporanea, proponendo di riacquistare gli stessi immobili che la Regione siciliana vendette nel 2007, e che poi prese in affitto a 20 milioni di euro l’anno. Un piano – dice Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’Ars – non supportato da alcuna strategia di insieme, quello dell’amministrazione Crocetta, forse utile solamente ad ingraziare le simpatie dei poteri forti, anche in chiave elettoralistica. Quella della vendita e dell’acquisto degli immobili regionali era una vexata quaestio che pensavamo essere stata archiviata. La Regione non ipotechi il futuro dei siciliani, indebitandoli ancor di più per i prossimi vent’anni, e non depauperi i fondi pensione, concluda invece il censimento del proprio patrimonio immobiliare, individuando gli edifici nei quali destinare gli uffici amministrativi oggi collocati in stabili in locazione. Crocetta – conclude il parlamentare regionale – venga subito a riferire in commissione e faccia chiarezza sulla questione. Ci dica in primo luogo perché non sia stata messa in atto una rinegoziazione dei canoni d’affitto, passaggio indispensabile nell’ottica di una doverosa spending review”.

“Ci opporremo con tutte le nostre forze all’operazione sugli immobili che il governo Crocetta intende fare perché il loro vero obiettivo è mettere le mani sul patrimonio del Fondo pensioni dei regionali, un patrimonio in fondi liquidi di circa un miliardo di euro”. Lo dicono i segretari del Cobas/Codir Marcello Minio e Dario Matranga. “Tutto questo non è fatto per il bene del Fondo pensioni – aggiunge il Cobas/Codir -. Si profila all’orizzonte il tracollo del Fondo, come avvenne alla fine degli Anni Novanta quando l’allora governo Graziano azzerò l’intero patrimonio dell’ex Fondo che poi venne sciolto. Dove mette mani la politica non nasce nulla di buono”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI