"Reset e cessione del quinto| Lavoratori danneggiati" - Live Sicilia

“Reset e cessione del quinto| Lavoratori danneggiati”

Barone (sindacato Asia): "Nessuno assuma decisioni per nome e per conto dei lavoratori, i quali hanno già provveduto a rivolgersi a vari avvocati per definire la questione di merito”.

PALERMO – “Anche questo mese i soliti problemi per le retribuzioni dei 1600 lavoratori. Ormai è un copione che si ripete ogni mese, quello del tardivo pagamento, da parte del Comune, delle fatture emesse da Reset per i servizi svolti, e i dipendenti sono costretti a subire le ennesime umiliazioni. Il tutto coronato da una nota della Reset nella quale fa esplicito riferimento ad un “Accordo” raggiunto tra Reset, comune di Palermo e Finanziarie. Accordo però che tutti smentiscono che esista”. Lo dice in una nota Salvo Barone del sindacato Asia.

“Ancora più deplorevole sono i contenuti di questo pseudo-accordo, nel quale si invitano, come una sorta di minaccia, i dipendenti a scegliere tre opzioni di pagamento, che però non tengono conto di rate pagate dai lavoratori alle finanziarie che non sono mai state versate da Gesip e che adesso le finanziarie vorrebbero nuovamente dai lavoratori, e che sorprendentemente vedono lievitare le somme dovute degli interessi maturati per le rate non pagate delle Cessioni del quinto nei circa tre anni di cassa integrazione. Situazione sostanzialmente opposta da parte delle Finanziarie che addirittura qualche mese fa avevano ufficializzato soggettivamente la possibilità di effettuare una sorta di transazione e che, dopo l’incontro tra comune e Reset, cambiano radicalmente indirizzo, finendo di rovinare i lavoratori tutti. Questa nuova decisione unilaterale delle finanziarie, sponsorizzata dalla Reset che “minaccia” l’inizio delle trattenute a decorrere dal mese di marzo 2016, a seguito di un accordo che nessuno conosce, in sintesi triplicherebbe i debiti dei lavoratori che continuano a voler pagare il loro debito, ma senza interessi, escluse le rate già pagate e mai versate da Gesip, e con la possibilità che il loro Tfr di Gesip copra il debito. Proprio così, pare che le finanziarie non facciano riferimento a tutta la intera quota del Tfr, ma solo quella immediatamente esigibile, ovvero quella realmente versata da Gesip all’Inps. Per l’altra parte ovvero quella antecedente il 2007, il lavoratore dovrà affrontare altre spese legali per avere la possibilità di riscuoterla. In sintesi, un lavoratore che si trova con un tfr complessivo di 20.000 euro di cui solo 10.000 esigibili, e che aveva da pagare alle finanziarie 15.000 euro, si trova con un debito con le finanziarie di 23.000 euro (comprese 7 rate già pagate e mai versate da Gesip e di interessi), le finanziarie si prendono subito quella quota di tfr esigibile (10.000) e al lavoratore rimarranno 13.000 da pagare mensilmente. Ma mentre in Gesip la retribuzione media netta era pari a 1.500 euro mensili (quindi 1/5 dello stipendio era 300 euro mensili), oggi i dipendenti guadagnano mediamente 900 euro (quindi 1/5 è pari a 180 euro mensili), quindi altri interessi sul debito residuo di 13.000 euro che il lavoratore non finirà mai di pagare. Morale della favola, oggi il lavoratore avrà 13.000 di debiti più gli interessi . Strano però tutto questo, considerato che i debiti di Gesip non sono di Reset a seguito dell’accordo di transito del dicembre del 2014 e che sostanzialmente parliamo di tfr non accantonato del quale si farà carico l’Inps, e che invece i debiti dei lavoratori siano debiti di Reset che giuridicamente sono coperti proprio dal tfr lasciato su Gesip. Delle due l’una, non può essere tutto addossato ai lavoratori. Giusto saldare i debiti alle finanziarie, ma che tolgano gli interessi, che non tengano in considerazione le rate trattenute ai lavoratori e che illegalmente non hanno versato alle finanziarie, e che diano l’opportunità al lavoratore di decidere se prolungare le trattenute su Reset o saldare il debito da tutta la quota di tfr maturata, non solo quella immediatamente esigibile. Che nessuno assuma decisioni per nome e per conto dei lavoratori, i quali hanno già provveduto a rivolgersi a vari Avvocati per definire la questione di merito”.


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