Reset, è un coro di polemiche| Nuti: "Facciamo un referendum" - Live Sicilia

Reset, è un coro di polemiche| Nuti: “Facciamo un referendum”

La delibera per la consortile, che costerà quasi 28 milioni nel 2015, è ormai pronta, ma le opposizioni vanno all'attacco. Miceli (Pd) critica i sindacati, Nuti (M5s): "Reset è una presa in giro, un follia che va fermata. Orlando sta dimostrando di sottostare ai ricatti, che se non sono mafiosi ci si avvicinano molto".

PALERMO – La Reset non è ancora nata, ma già scatena le polemiche. La delibera per la nascita della nuova società consortile, che assorbirà subito 950 dipendenti Gesip e altri 620 il primo giugno, al termine della Cig, è infatti pronta e sbarcherà a Sala delle Lapidi domenica e lunedì. Il tempo infatti è strettissimo: entro il 15 va approvato l’atto per consentire all’amministrazione di chiedere un mutuo alla Cassa depositi e prestiti di tre milioni che serviranno per il capitale sociale. Poi servirà entro il 31 dicembre un contratto di servizio, la concessione dell’ammortizzatore sociale da parte di Roma e la firma dei contratti con i lavoratori, solo dopo i tavoli con i sindacati per discutere di ore, livelli e anzianità.

La delibera, che manca però ancora del parere del Segretario generale e dei Revisori dei conti, prevede che la nuova società svolga servizi strumentali: non solo verde anomalo, ma anche cimiteri, spiagge, portierato, pulizie, canile, trasporto disabili, manutenzioni e città dei ragazzi. La consortile si reggerà sui pensionamenti e, si spera a Palazzo delle Aquile, anche sul risparmio dell’iva (5 milioni, ma serve il via libera dell’Agenzia delle Entrate) e su quello dell’Irap (per quantificarlo bisogna attendere la Legge di stabilità). Economie che dovrebbero garantire il passaggio degli altri 620 dipendenti e aumentare il numero di ore settimanali, per ora fissato dall’amministrazione in 28 ma che sarà oggetto di contrattazione sindacale.

E dire che non è la prima volta che il Comune pensa alla consortile. Nel 2012 la giunta Orlando propose la Seme (Servizi metropolitani), che comprendeva tutte le partecipate, ma dovette fare i conti con le bocciature del segretario generale e del ragioniere generale, tanto che, nonostante lo stanziamento di 200mila euro per la costituzione, la società non vide mai la luce. Ora, dopo due anni, piazza Pretoria ci ritenta (solo con Rap e Sispi) facendosi forte anche dei numeri ridotti: 1.570 unità e non più oltre 1.800. Il costo della Reset, per il 2015, sarà di quasi 28 milioni di cui 22,3 per il personale, 2,4 di costi vari e 3 più iva di investimenti (8 Kangoo Renault, 9 Iveco Daily, 7 Mercedes Sprinter, 8 Mercedes Vito, 18 Mercedes 7 posti, 35 Panda, 5 Piaggio Porter, 7 Doblò Cargo, 22 Ducato cassonato, 9 Ford Transit, 1 furogne per trasporto animali e 13 Romanital). Nel 2016 il costo del personale passerà a 26,6 milioni e nel 2017 a 27. Bisognerà capire come si esprimeranno, questa volta, Segretario e Revisori, visto che il nuovo Ragioniere ha già dato il via libera: i rilievi fatti per la Seme verranno considerati superati?

Ma se ieri il sindaco Orlando brindava per il verbale sottoscritto con i sindacati, oggi sono le opposizioni ad andare all’attacco puntando il dito anche contro l’accensione di un nuovo mutuo: soldi che il Comune restituirà nei prossimi anni con gli interessi e che andranno trovati da qualche parte, oltre all’indice di indebitamento che aumenta. Ad aprire le danze è stato, stamattina, il parlamentare del Movimento cinque stelle Riccardo Nuti: “Reset è una presa in giro, un follia che va fermata – ha attaccato il pentastellato – il sindaco faccia un referendum, chieda ai palermitani se vogliono l’ennesimo carrozzone mangiasoldi visto che saranno loro a pagarlo”. Reset – continua Nuti – è una grande presa in giro da parte di questo sindaco e di questa politica delle larghe intese in salsa palermitana. Questa follia va fermata perché è chiaramente l’ennesima scatola da riempire con assunzioni clientelari. Orlando continua a cambiare nome alle società, sperando che tutti non si accorgano della trappola. Da anni non si fa altro che parlare costantemente di salvare Gesip, degli stipendi dei dipendenti Gesip, continuando a sprecare soldi in un carrozzone che insieme alle altre partecipate come ad esempio Amia (ora Rap) non ha offerto nessun servizio di qualità, anzi a volte neanche il servizio. La storia del risparmio di Irap e Iva è la solita favoletta che viene raccontata da Consiglio comunale, giunta, sindaco e sindacati per rifilare l’ennesimo pacco ai cittadini. E’ impensabile che si vogliano realizzare altre 900 assunzioni entro il 2014. Investire 30 milioni in una società che ne ingloba una (Gesip) che è arrivata a perdere 10 milioni all’anno è vergognoso, oltre che irrazionale. Dopo aver creato questa situazione con le famose cooperative della fine degli anni ’90, Orlando sta dimostrando di sottostare a questi ricatti, che se non sono mafiosi ci si avvicinano molto. Dovrebbe invece contrastarli e avere il coraggio di dire basta, schierandosi con i cittadini onesti, che pagano le tasse per dei servizi che nonostante le promesse di questi decenni, sue e dei vari Tantillo, sono rimasti solo disservizi”.

Un coro di voci critiche tra cui figurano anche quelle del Pd e di Idv. “La società consortile Reset sarà l’ennesima mazzata ai danni dei cittadini e del già precario sistema delle partecipate di Palermo – dice il segretario dei democratici Carmelo Miceli – una società che sarà nuova solo nel nome e vecchissima per obiettivi e sistema gestionale e i cui risultati, in termini di servizi per il cittadino, è facile immaginare rimarranno insufficienti. “Questa Reset – continua Miceli – è semplicemente un nuovo carrozzone creato sulle spalle dei contribuenti, il peggiore sistema con cui Orlando poteva dilapidare quegli ulteriori 5 mesi di proroga della cassa integrazione in deroga, concessi dal Governo Renzi per trovare una soluzione in grado di salvaguardare livelli occupazionali e salariali. Delude anche l’atteggiamento dei sindacati che, alla fine, hanno accettato l’idea che il problema Gesip possa risolversi attraverso il prepensionamento di 600 lavoratori e una riduzione in blocco degli stipendi”.

“Non vi è alcuna logica industriale o di buona amministrazione nella ‘originale soluzione’ di costituire una nuova Gesip, ovvero una consortile simile alla Seme, quella già bocciata sonoramente nel 2012 dal segretario generale e dal ragioniere generale, e che non farà altro che mandare gambe all’aria i conti delle altre partecipate”. Lo dice il consigliere comunale del Pd Sandro Leonardi. “Dietro la consortile c’è solo una logica di consenso che non avrà nemmeno successo, viste le condizioni poste ai lavoratori – continua Leonardi – e toccherà ai cittadini e ai lavoratori pagarne il conto. Si vogliono soltanto coinvolgere nel problema le altre aziende, così da creare un’emergenza ancora più grande per far dimenticare quella che non si è saputa risolvere. E al consiglio comunale toccherà, in fretta e furia, ratificare tutto, alla stregua di un Pronto soccorso dove portare un paziente morente”. “La Reset, la nuova società consortile, è un’idea vecchia di due anni – dice il capogruppo Idv Filippo Occhipinti – non capiamo perché l’amministrazione abbia prima messo da parte la Seme e ora torni sui suoi passi come se nulla fosse. Chiederemo chiarimenti sulla possibilità di affidare i servizi alla consortile, così come sul risparmio dell’iva: da due anni e mezzo chiediamo di porre un quesito in tal senso all’Agenzia delle Entrate, ma l’assessore ha fatto orecchie da marcante. Perché si è perso così tanto tempo? Oggi, comunque, si prospetta una soluzione che potrà fornire servizi migliori alla città salvaguardando i lavoratori. I nuovi assetti dirigenziali hanno sortito effetto”.

Più morbida la linea di Forza Italia, che chiede controlli per i lavoratori. “La delibera sulla consortile Reset, da una prima lettura, sembra sia stata fatta con molta fretta perché presenta alcune lacune che dovranno essere colmate prima del voto – dice il coordinatore cittadino di Forza Italia Giulio Tantillo – la delibera verrà esitata solo se i pareri degli uffici e del segretario generale saranno favorevoli. Vorrei ricordare, però, ai tanti gufi che si agitano e contestano tutto in questa città, che la precedente amministrazione ha sempre pagato gli stipendi ai lavoratori Gesip, magari con ritardo, ma il contratto è stato sempre onorato. Vorrei altresì ricordare che questi lavoratori sono stati ereditati da Cammarata dalla precedente amministrazione e non si potevano certo licenziare. Bisogna pensare che dietro le figure fisiche dei 1.570 lavoratori ci sono le famiglie, con mogli e spesso tanti figli: ecco perché il nostro pensiero va a loro, pur criticando la nascita della consortile. Si potevano infatti cercare le risorse per risolvere il problema con tagli mirati in alcuni assessorati che spendono troppo e male. Ci sono voluti oltre due anni e la storia non è certamente conclusa, ma è un bene per tutti iniziare a far lavorare questo personale. Servono comunque i controlli. E’ finito il tempo in cui due lavorano e tre guardano: è tempo di lavorare tutti e bene per migliorare i servizi. Solo così si conquista la fiducia della città. Abbiamo deciso, come gruppo di Forza Italia, di presentare un documento che individui i responsabili dei controlli che devono essere fatti nell’interesse dei lavoratori e della città”.

 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI