"Reset, il nodo è il bilancio| Serve un'azione bipartisan" - Live Sicilia

“Reset, il nodo è il bilancio| Serve un’azione bipartisan”

Barone (Asia): "Con il consolidato, i problemi delle singole aziende riguardano tutti"

Salvo Barone

PALERMO – “Sono ripresi i servizi della Reset alla Favorita, fermati da una nota del Rup, e ci giunge notizia che sia partita anche la risposta alle osservazioni Anac: la situazione dovrebbe regolarizzarsi entri due mesi”. A dirlo è Salvo Barone, segretario generale del sindacato Asia. “Un primo passo in avanti che non mette più in discussione gli affidamenti a Reset, di servizi o progetti extra convenzione con il Comune – continua Barone – ma la preoccupazione dei sindacati rimane alta: proprio ieri in consiglio comunale è stata ufficializzato che il capitolo di bilancio si conferma di 31 milioni di euro per il pluriennale e che solo nel 2019 sarà aumentato a 33 milioni”.

Somma che per i sindacati è insufficiente ad aumentare le ore ai dipendenti, nonostante gli accordi sottoscritti. “Inoltre anche la mobilità verso le altre partecipate pare si sia arenata – continua Barone – Avrebbe permesso di colmare i vuoti di organico di Rap e Amat, consentendo a Reset un risparmio di 2,5 milioni, ma il percorso dovrebbe realizzarsi entro agosto. Solo il consiglio comunale può modificare le sorti di questa vertenza, nonostante la Giunta si sia limitata con delusione a prevedere i 33 milioni proposti in bilancio. Ci aspettiamo dai tanti capigruppo che in questi ultimi giorni hanno sposato la causa Reset un emendamento bipartisan che preveda 38 milioni strutturali, come da accordi sottoscritti. Ed è proprio la mancata applicazione degli accordi il nocciolo della questione perché né i sindacati, né i lavoratori, hanno intenzione di fare un passo indietro rispetto a quanto sottoscritto negli anni. Oggi il bilancio é consolidato e il problema economico di Reset, piuttosto che delle altre partecipate, non è isolato come negli anni di Gesip e Amia. Nessuno può permettersi il lusso di fare fallire le aziende e di continuare a fare soffrire solo i dipendenti ex Gesip che, ad oggi, percepiscono ancora poco più del reddito di cittadinanza. Se non ci saranno le somme strutturali per rispettare gli accordi presi, partiranno le vertenze. Stop a dialoghi perditempo”.

 


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