Reset, tutti contro l'azienda| "Si fermi la cassa integrazione" - Live Sicilia

Reset, tutti contro l’azienda| “Si fermi la cassa integrazione”

Consiglieri comunali e sindacati criticano la società

PALERMO – “La richiesta di cassa integrazione per i lavoratori Re.Se.T è inaccettabile sia da un punto di vista di gestione aziendale che da un punto di vista politico, questi lavoratori e lavoratrici offrono un importante servizio alla città e hanno una dignità lavorativa  che deve essere tutelata”. Lo dichiara Vincenzo Fumetta, segretario provinciale di Rifondazione Comunista. “Non è la prima volta che gli attuali presidenti delle società ex-municipalizzate disattendono le scelte politiche dell’amministrazione comunale creando un danno ai cittadini e alle cittadine.  E’ sotto gli occhi di tutti l’indecente gestione di RAP nonostante all’azienda sia stato rinnovato il contratto di servizio, è avvenuto recentemente con AMAT e il lunghissimo ritardo con cui si sono attivate le pratiche per l’assunzione del nuovo personale. E adesso avviene anche in Re.SE.T. con la richiesta di cassa integrazione. Rifondazione Comunista chiede che nell’immediato il sindaco Orlando blocchi la procedura di cassa integrazione e successivamente crediamo che sia arrivato il momento che il sindaco faccia una profonda riflessione sulle scelte che lo hanno portato a nominare gli attuali vertici delle più importanti aziende cittadine di cui il Comune di Palermo è socio unico. Manca poco più di un anno alla fine di questa consiliatura – conclude Fumetta – ed è arrivato il momento di un colpo di reni, di dare nuova vita alle aziende ex-municipalizzate che in troppi casi offrono servizi scadenti alla città per una incapacità dei management aziendali”.

La sigla Ursas-Sadirs guidata da Pietro La Torre lancia un appello a tutte le altre organizzazioni per una manifestazione il 26 ottobre. “Lo sciopero proposto – spiega La Torre – trova motivazione nella necessità di fare subito chiarezza sul futuro aziendale, tenuto conto che l’odierna cassa affronta le criticità di bilancio della Reset ponendo ancora una volta tutto il peso a carico dei lavoratori, con l’obiettivo di scongiurare che le perdite prosciughino il capitale sociale con tutte le conseguenze del caso. Il problema si ripropone senza soluzione di continuità anche per il 2021, non è dato sapere infatti quali previsioni di bilancio verranno approntate per il prossimo anno. Anche l’amministratore di Reset scpa, l’apprezzato ingegner Perniciaro, dovrà decidere se continuare a farsi maltrattare dal sindaco o dall’assessore al ramo di turno sempre più disinteressati alla vicenda Reset, firmando un’altra convenzione capestro e facendo da stampella alle mancanze della politica, o se procedere anche con le proprie dimissioni. Una politica su cui dire che in questa vicenda ha perso credibilità e faccia appare un eufemismo. Per queste ragioni chiediamo le dimissioni dell’assessore al ramo, Marino che non più di qualche settimana fa aveva rassicurato in un incontro sindacale, dopo analoghe affermazioni del sindaco, la copertura dei quattro milioni mancanti per il 2020.  Se non si reagisce oggi non si comprende quando e dove si potrà fare sentire la propria voce e provare ad arginare una deriva che non si sa dove potrà portare i 1344 lavoratori dipendenti part-time 34 ore settimanali, e le loro famiglie. Lavoratori che oggi percepiscono una retribuzione quasi inferiore al reddito di cittadinanza. Auspichiamo che superando ogni differenziazione si arrivi ad una mobilitazione unitaria di tutti i lavoratori”.

Attacchi anche dal consigliere di Italia Viva-Sicilia Futura Ottavio Zacco. “Ho chiesto al Sindaco di intervenire al fine di bloccare l’avvio della procedura di cassa integrazione dei lavoratori Re.Se.t. Questa procedura oltre a creare un grave disagio economico e sociale a più di 900 nuclei familiari, creerebbe un ulteriore peggioramento dei servizi di pulizia del verde e di tutti gli altri servizi di competenza della Reset che già da tempo erano alquanto carenti. Purtroppo non è la prima volta che l’amministratore unico assume iniziative con il solo scopo di alimentare l’odio nei confronti della politica locale, creando terrorismo psicologico nei confronti dei lavoratori, già logorati da una grave situazione economica pregressa. Mi auguro che questa volta il Sindaco assuma una posizione netta nei confronti di chi fomenta il disagio sociale, in un momento delicato come questo, in cui numerose attività private con enormi sacrifici cercano di garantire i propri dipendenti, una società municipalizzata non può permettersi di abbandonare i propri dipendenti usandoli come merce di scambio nei confronti della giunta comunale, la stessa giunta che tra l’altro lo ha nominato e che continua a lasciarlo al vertice dell’azienda. È giunto il momento di smetterla di giocare con la serenità delle famiglie usandole come pedine per strategie di bilancio, comportamenti questi che non appartengono a questa amministrazione. Bisogna rispettare questi nuclei familiari che hanno acceso mutui, prestiti e che, senza una reale motivazione, rischiano di vivere una tragedia socio-economica, e ritengo ancora più vergognoso che si strumentalizzi l’epidemia per  risolvere i problemi finanziari di una azienda pubblica. Se l’amministratore unico di RESET non ha più fiducia in questa amministrazione, credo per il bene dei lavoratori che sia opportuno che lasci l’incarico e la smetta di creare allarmismi e disagi, di contro l’amministrazione faccia chiarezza una volta e per tutte riguardo agli impegni assunti con i lavoratori e con i 94 operai che aspettano il passaggio in RAP, emanando in tempi brevi un atto di indirizzo politico che dia il via libera a RAP per assumere i lavoratori con il livello che ritiene più opportuno. Mi unisco ai lavoratori e ai rappresentanti sindacali affinché si blocchi con urgenza questa vergogna”.

La replica dell’azienda


“Quando su scrive sui media, bisognerebbe domandarsi se quando arriva una malattia ed il medico prescrive una cura si debba pensare che il colpevole della durezza della cura sia il medico piuttosto che la reale origine del male – dice l’amministratore unico Antonio Perniciaro – L’Amministratore della Re.Se.T. gestisce la società tra mille difficoltà ormai da quasi sei anni, consentendo alla stessa non solo di avere i conti sempre in ordine ma anche avendo garantito la regolarità dei salari, i pagamenti a fornitori e senza alcun indebitamento. La società che è partita senza nulla (automezzi, sistemi informativi, sede etc..) oggi è una società attrezzata di tutto. Da due anni l’Amministratore evidenzia che il 2020 sarebbe stato un anno estremamente problematico, definendo anche le azioni necessarie per mettere in ordine la situazione della società. E tali dati sono noti a tutti, sia alla politica che alle Rappresentanze Sindacali. Le periodiche relazioni Trimestrali e i Bilanci della società esprimono con estrema chiarezza le prospettiche difficoltà a cui sarebbe andata incontro l’azienda senza la realizzazione di alcune ben definite azioni correttive: mobilità inter aziendale da gennaio 2020, sblocco dei progetti per gli interventi straordinari, incremento degli stanziamenti per il contratto di servizio (il 2020 ha registrato un taglio di 2 milioni di euro rispetto al 2019), consolidamento dei contratti con i soci di minoranza. Purtroppo, fatto noto a tutti coloro che oggi alzano i toni, solo una minima parte delle su menzionate azioni ha avuto realizzazione nonostante le continue sollecitazioni dell’Amministratore. Oggi la cura di tagliare i costi arriva alla fine di un percorso e non c’è più tempo, a meno che quelle parti politiche e sindacali che alzano i toni non ritengano che sia meglio far entrare in crisi la società, generando ai lavoratori problemi molto più gravi di quelli che si prospettano oggi. Ritengo che tutti coloro che si occupano della situazione della Reset dovrebbero evitare di fare facile populismo ed al contrario dovrebbero analizzare i fatti per quelli che sono in realtà e non per accaparrare compensi che potrebbero portare la Reset e i lavoratori in situazioni difficili come quelle che hanno già vissuto. L’Amministratore non è disponibile, a tutela di tutti i lavoratori della società, a gestire una situazione fallimentare. Il Sindaco che mi ha dato l’onore della sua fiducia in questi anni, penso ricambiata da un grandissimo impegno e da evidenti risultati, sa che in qualunque momento sono pronto a lasciare qualora, in mancanza di altre soluzioni ad oggi non attuate,  le ricette stabilite, al momento unica possibilità per salvare l’azienda, non siano condivise. Infine abbiamo già dato disponibilità a trattare con le rappresentanze sindacali su come intervenire per ridurre  gli effetti negativi  per i lavoratori e sul tema restiamo fermamente aperti al dialogo”.

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