"Non sono l’anti di nessuno |Crocetta sia nostro alleato" - Live Sicilia

“Non sono l’anti di nessuno |Crocetta sia nostro alleato”

Giacomo Pignataro è ufficialmente la nuova guida dell'Ateneo catanese. Anche se il Magnifico non lo ammette apertamente, la sua sarà una gestione in netta discontinuità con quella di Antonino Recca. Tra le priorità il dialogo con le forze studesche e mettere al centro la meritocrazia in ogni azione programmatica. Primo giorno. Lettera ai docenti. #LiveUniCT

Intervista al neo-Rettore Pignataro
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3 min di lettura

Il neo rettore incontra i giornalisti

CATANIA – Primo giorno da Rettore per Giacomo Pignataro. Ma anche primo incontro ufficiale con la stampa, che ha voluto ringraziare ufficialmente “per l’impegno e l’attenzione profusi durante la recente competizione elettorale”. Sui prossimi obiettivi del mandato appena inaugurato, il Magnifico dell’Ateneo catanese ha dichiarato a LiveSiciliaCatania: “Stiamo lavorando sulle questioni che riguardano l’accreditamento e la valutazione dei corsi di studio”. Al corpo studentesco ha lanciato un appello: “Ho intenzione di convocare quanto prima le rappresentanze studentesche per individuare insieme le problematiche da risolvere”.

Da molti lei è stato percepito come l’anti-Recca, come colui che dovrebbe segnare una netta discontinuità rispetto alla gestione precedente. Si riconosce in questo ruolo?

Non sono l’anti di nessuno. Ho messo in campo alcune proposte programmatiche e su queste mi è stato riconosciuto il consenso. Credo che i programmi, come anche questo ruolo istituzionale, si debbano svolgere guardando al futuro. E, aggiungo, con uno sguardo positivo.

La prima iniziativa?

Ce ne sono tante, che per altro sono, come spesso avviene, dettate dalla necessità e dall’emergenza del momento. Stiamo lavorando sulle questioni che riguardano l’accreditamento e la valutazione dei corsi di studio. Stiamo lavorando già da subito all’accreditamento dei corsi di dottorato. Abbiamo bisogno di far ripartire la macchina della progettazione scientifica. Quindi, c’è tanta carne sul fuoco.

Vuole lanciare un appello agli studenti?

Chiedo loro la disponibilità a collaborare insieme per risolvere i tanti problemi che vivono all’interno di questo ateneo. Ho intenzione di convocare quanto prima tutte le rappresentanze studentesche, affinché si possano individuare i problemi che attanagliano la nostra istituzione e trovare delle soluzioni.

Quanto vale il merito nella sua programmazione?

È il punto centrale del mio programma ed il punto attraverso cui oggi possiamo cambiare il volto di questa Università.

Tra breve ci saranno le amministrative a Catania. Cosa si aspetta, nell’ottica dei rapporti con l’Ateneo, dal prossimo titolare di Palazzo degli Elefanti?

Ci dovranno essere rapporti di grande collaborazione tra le due istituzioni. Mi auspico un vero e autentico rapporto di partenariato. Oggi abbiamo bisogno di fare massa critica comune. Dobbiamo essere in grado di assicurare al nostro territorio catanese opportunità di sviluppo. Il rischio a cui oggi andiamo incontro è la desertificazione sociale e culturale del nostro territorio.

Cosa chiede oggi al corpo docente?

Vorrei un impegno attivo, a cui deve corrispondere un modo diverso di lavorare e di governare questo ateneo. Su questo sono già impegnato.

È una tirata d’orecchie ai sui colleghi?

Non lo è affatto. È invece una chiamata alle armi, per così dire.

Come dovranno essere i rapporti con la giunta Crocetta?

Il Presidente Crocetta è stato molto gentile, mi ha chiamato per augurarmi buon lavoro e per assicurarmi che da parte loro c’è il massimo interesse sulla nostra istituzione e per rassicurare, la dove è possibile, un supporto al nostro Ateneo. La cosa da chiedere oggi non è cosa può fare la Regione per la nostra Università; ma cosa possiamo fare noi per il nostro territorio. Compete ad una università il dovere della progettualità, ma anche dello stimolo rispetto alle altre istituzioni.

In questi anni gli studenti hanno visto salire il volume delle tasse. Devono aspettarsi nuovi aumenti?

Mi sono impegnato a non innalzarle.

Quali prospettive sul ruolo delle sedi decentrate di Ragusa e Siracusa?

Il nostro compito è, adesso, quello di consolidare, radicare e sviluppare la presenza dell’Università di Catania in quei territori, contando anche sul fatto che in quelle sedi vi lavorano persone eccezionali.

E sul nodo ricercatori. Sulla possibilità di aprire nuovi concorsi e di chiarire la posizione didattica di molti?

Il nostro Ateneo conta oggi sul contributo importante dei nostri ricercatori. Purtroppo, in questi anni, i meccanismi concorsuali di selezione non hanno funzionato al meglio nel nostro Paese. Il mio impegno è, proprio partendo dal merito, valorizzare il più possibile il ruolo dei ricercatori e garantire, nei limiti del possibile, le loro aspettative di carriera.

 

 

 


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