Alzheimer, la ricerca: “Si potrebbe prevedere con dei test olfattivi”

Alzheimer, la ricerca: “Si potrebbe prevedere con dei test olfattivi”

Lo scrivono gli studiosi del Mass General Brigham
LO STUDIO
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BOSTON – Il rischio di demenze, come l’Alzheimer, potrebbe essere in qualche modo previsto attraverso un test olfattivo da somministrare alle persone. È la conclusione a cui sono giunti gli autori di una ricerca condotto dai ricercatori del Mass General Brigham, uno dei più importanti centri di ricerca medica degli Stati Uniti.

“I test olfattivi – scrivono i ricercatori – potrebbero essere utilizzati in contesti di ricerca clinica in diverse lingue e tra gli anziani per prevedere le malattie neurodegenerative e lo sviluppo di sintomi clinici“. Il test è stato sviluppato e sarebbe in grado di individuare le persone a rischio demenza diversi anni prima che arrivino i primi sintomi.

I risultati della ricerca sull’Alzheimer

I risultati della ricerca, ancora nelle prime fasi, sarebbero incoraggiati. Una previsione di questo genere, ovviamente, porterebbe poi a intervenire anni prima dei sintomi, per cercare di evitare il cosiddetto “deterioramento cognitivo”. La malattia infatti comincerebbe addirittura fino a 20 anni prima dei primi sintomi.

Già l’università di Chicago aveva condotto un’altra ricerca sull’Alzheimer da cui era emersa la correlazioni tra le disfunzioni olfattive, in riferimento al riconoscimento degli odori, e la diagnosi. Questo sarebbe determinato dal fatto che il declino inizierebbe a manifestarsi proprio dalla parte del cervello che regola l’olfatto.

Rischi e nuove opportunità

“Diverse aree del cervello – scrivono gli autori della ricerca sull’Alzheimer – elaborano le informazioni provenienti dai neuroni olfattivi primari, e sono proprio queste le prime a subire danni nelle fasi iniziali della malattia”. Da qui la convinzione che la perdita precoce dell’olfatto rappresenti “uno dei principali indicatori da considerare per una diagnosi precoce”.

L’autore “senior” della ricerca è il professore Mark Albers, del Laboratory of Olfatfactory Neurotranslation del Massachusetts General Hospital. Di recente ha dichiarato che l’obiettivo è sviluppare un test, attendibile, che sia economico e non invasivo, per portare avanti la ricerca sull’Alzheimer.

La ricerca sull’Alzheimer: il test

Si chiama “AROMHA Brain Health Test” e consisterebbe semplicemente nel sottoporre all’olfatto delle persone un’etichetta da annusare. Etichette associate ad odori noti. Il resto è semplice: più odori vengono sbagliati dal soggetto, più alto è il rischio di Alzheimer.

I risultati di questa nuova ricerca sull’Alzheimer coincidono: il maggior numero di errori vengono fatti da persone con declino cognitivo in corso. Questo porta alla conclusione che tali test potrebbero essere “utilizzati in contesti di ricerca clinica in diverse lingue e tra gli anziani per prevedere le malattie neurodegenerative e lo sviluppo di sintomi clinici”.

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