PALERMO – Si riapre la partita doppia sulla riclassificazione del personale della Regione Siciliana e il rinnovo contrattuale dei dipendenti. Il governo Schifani incontra oggi, mercoledì 20 settembre, i sindacati per discutere della sua seconda Finanziaria. A Palazzo d’Orleans arrivano i vertici regionali delle sigle sindacali per essere messi a conoscenza delle linee guida della manovra e per avviare il confronto sul testo: ad attenderli il governatore Renato Schifani e l’assessore all’Economia Marco Falcone.
Riclassificazione e rinnovo del contratto dei Regionali
Alle 9.45 il tavolo con Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Cisal, mentre a seguire il faccia a faccia con i sindacati del pubblico impiego che da mesi pressano per la riclassificazione del personale della Regione e per il rinnovo contrattuale. Il governo conferma la disponibilità delle risorse già previste lo scorso anno, poi stoppate dalla bocciatura della Corte costituzionale sulla copertura finanziaria. La cifra che oggi viene proposta dovrebbe aggirarsi attorno ai 3,5 milioni di euro: la coperta è corta e non basterà per tutti, anche perché il governo deve tenere conto della norma nazionale che fissa nello 0,55% del monte salari 2018, anno antecedente all’ultimo rinnovo contrattuale, il limite massimo di spesa.
Palazzo d’Orleans apre al dialogo
Il tavolo per puntare a quella riclassificazione che manca da decenni, tuttavia, si aprirà nonostante l’esiguità delle risorse a disposizione e non è un caso che il presidente della Regione e l’assessore all’Economia abbiano scelto una convocazione ad hoc proprio per i sindacati del pubblico impiego. Da Palazzo d’Orleans trapela la “massima apertura al dialogo” con i rappresentanti dei lavoratori, che tra l’altro chiedono anche la nomina del direttivo dell’Aran (l’organismo dal quale passa materialmente la contrattazione). La convocazione da parte del governo punta anche a stemperare il clima delle ultime settimane, con i venti di sciopero che iniziavano a soffiare sugli uffici della Regione. Una situazione più tranquilla, del resto, favorirebbe anche la navigazione della manovra all’Ars dal momento che Schifani punta all’approvazione della Finanziaria entro il 2023.
I sindacati ‘vedono’ le carte
Il primo confronto di oggi, però, riguarda l’intera manovra. I segretari regionali della Cgil, Alfio Mannino, e della Cisl, Sebastiano Cappuccio, insieme con il componente della segreteria regionale Uil, Ignazio Baudo, Giuseppe Messina (Ugl) e Giuseppe Badagliacca (Cisal), ascolteranno il governo su tutti i punti principali della manovra che l’Esecutivo ha già anticipato loro per sommi capi. “L’auspicio è che il governo scelga percorsi chiari per il finanziamento delle varie misure – afferma Mannino -. Ci aspettiamo maggiori dettagli sulle misure di rilancio dell’economia e sulle infrastrutture sociali come la sanità. Sullo sfondo resta poi un grande tema: l’aiuto alla povertà che non è più rinviabile alla luce del taglio del Reddito di cittadinanza”. Badagliacca rilancia: “Sulla Finanziaria chiederemo al governo regionale e all’Ars senso di responsabilità. In un momento di stagnazione e crisi economica come quello che stiamo vivendo, con l’inflazione alle stelle e gli stipendi ridotti al lumicino, è necessario che tutte le forze politiche evitino di sprecare le poche risorse che abbiamo in mille rivoli. Servono pochi interventi ma decisivi per sostenere le famiglie e le imprese, valorizzare il personale regionale, aiutare gli enti locali al collasso anche per la questione rifiuti, sbloccare i cantieri, favorire le assunzioni”.
‘Pillole’ di Finanziaria, i soldi per i Comuni
Sul tavolo di oggi il dossier Comuni, con le risorse che dovrebbero essere destinate agli enti: 350 milioni di euro per la spesa corrente, che rappresenterebbero un aumento del 7% rispetto al 2023, ai quali si aggiungerebbero, secondo i piani del governo, altri 115 milioni destinati agli investimenti. Prevista anche l’istituzione di un fondo di progettazione per aiutare i Comuni nella spesa dei fondi europei e del Pnrr. Su fronte dei Forestali “confermati”, come spiega la bozza fornita ai sindacati, gli stanziamenti per garantire le giornate lavorative ai forestali e per assicurare la copertura dei servizi assegnati al dipartimento Territorio e ambiente e al Corpo forestale della Regione.
Bonus assunzioni
Per quanto riguarda le politiche del lavoro è stata pensata una norma per favorire le assunzioni a tempo indeterminato, con un contributo massimo di trentamila euro per le aziende che hanno sede legale e operativa in Sicilia. Le risorse verrebbero suddivise nel triennio 2024-2026 “per nuove assunzioni o per la trasformazione di un contratto già esistente a tempo determinato in indeterminato comunque attivata nel 2024″. Per questa misura il governo, che ha già incontrato le imprese, ha previsto uno stanziamento di trecento milioni di euro per un target massimo di diecimila assunzioni.
Bollo auto
In agenda anche un riconoscimento per i siciliani in regola con il bollo auto: una riduzione del 10% della tassa automobilistica regionale che negli ultimi mesi ha portato risorse aggiuntive nelle casse di Palazzo d’Orleans. L’obiettivo è quello di “premiare” la fedeltà fiscale e “sensibilizzare” tutti i contribuenti alla regolarizzazione del pagamento della tassa.
Lotta al caro-mutui
Palazzo d’Orleans, infine, sta studiando anche una mossa per contrastare il caro-mutui. L’idea potrebbe concretizzarsi con una variazione di bilancio: mettere a disposizione delle famiglie siciliane con redditi non superiori ai 50mila euro annui circa cinquanta milioni di euro già a partire dal 2023 “per abbattere il rialzo dei mutui contratti per l’acquisto della prima casa”. Il contributo della Regione sarebbe quindi destinato a “sterilizzare” i tassi applicati superiori al 3%. Tra le leve alle quali il governo sta pensando, infine, c’è anche il credito agevolato alle imprese attraverso l’Irfis: sul tavolo ci sarebbero venti milioni di euro per prestiti a tasso agevolato allo 0,25%.