Sicilia, protesta dei dipendenti regionali a Palermo - Live Sicilia

Dipendenti regionali in piazza, 500 in sit-in alla Presidenza VIDEO

Riclassificazione del personale, nomina dell'Aran e rinnovo del contratto i nodi
LA PROTESTA
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PALERMO – Dipendenti regionali sul piede di guerra. Sit-in di oltre cinquecento lavoratori a piazza Indipendenza, davanti alla sede della presidenza della Regione. Fronte sindacale compatto nel chiedere alla Regione la nomina immediata del direttivo dell’Aran Sicilia, l’organismo di contrattazione tra Regione e sindacati, oltre che il rinnovo rinnovo del contratto collettivo di lavoro e l’avvio della riclassificazione del personale. E i rapporti con l’amministrazione regionale si fanno tesi, dal momento che i rappresentanti sindacali hanno abbandonato il tavolo dopo avere atteso per due ore di essere ricevuti. Possibile, a questo punto, che si scelga la linea dura dello sciopero generale: in questo momento i rappresentanti dei lavoratori si stanno incontrando per decidere la linea. “Non ci fermeremo”, affermavano in mattinata promettendo di essere pronti allo scontro.

Fronte sindacale compatto alla Regione

Il grande caldo, quindi, non ha fermato i Regionali, giunti in piazza Indipendenza anche da diverse province della Sicilia. Appartengono a tutte le categorie: A, B, C e D. Cgil Funzione pubblica, Cisl Fp, Uil Fpl, Cobas-Codir, Sadirs, Siad-Csa e Ugl continuano a protestare dopo il duplice ritiro delle coperture per la riclassificazione avvenuto nel corso dell’esame dei ddl Collegati alla Finanziaria all’Assemblea regionale siciliana.

La protesta in piazza Indipendenza

Lavoratori pronti allo sciopero

Nelle scorse settimane era arrivata la proclamazione dello stato di agitazione, con un primo sit-in davanti agli assessorati all’Economia e alla Funzione pubblica, oggi la manifestazione sotto ai balconi di Palazzo d’Orleans. Una presa di posizione che era già stata annunciata alcuni giorni fa: “Se martedì 18 luglio – avevano riferito i segretari – il governo ritenesse di continuare a non dare aperture alle legittime rivendicazioni dei lavoratori, tutti i sindacati, unitariamente, potrebbero vedersi costretti a proclamare la prosecuzione a oltranza della protesta delle mansioni in atto oltreché la programmazione di uno sciopero generale in tutto il territorio regionale”.


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