Rifiuti, appello alla Regione: "Aiutateci a pagare le discariche" - Live Sicilia

Rifiuti, appello alla Regione: “Aiutateci a pagare le discariche”

La città con la Tari più alta d'Italia rischia grosso con i nuovi aumenti

CATANIA – “Si potrebbe vanificare tutto quello che la città e quest’aula hanno fatto in questi quattro anni”. Il sindaco facente funzioni Roberto Bonaccorsi parla di rifiuti al Consiglio comunale di Catania. Una seduta straordinaria richiesta proprio dal titolare del Bilancio per comunicare ufficialmente al senato cittadino che i costi di conferimento in discarica dell’immondizia etnea non sono più sostenibili. Lo aveva raccontato a LiveSicilia, dieci giorni fa, in un’intervista. E adesso Bonaccorsi lo ribadisce a Palazzo degli elefanti, di fronte alla metà dei consiglieri eletti: “Abbiamo ridotto del 20 per cento la quantità di rifiuti conferiti in discarica, ma i costi sono aumentati e rischiano di non essere più compatibili con il sistema del bilancio stabilmente riequilibrato che abbiamo immaginato”.

Il numero legale risicatissimo

Per oltre un’ora la seduta rischia di non cominciare. Non solo perché c’è da fissare la prossima seduta e i capigruppo si riuniscono rapidamente per decidere i prossimi lavori d’aula. La seduta rischia di non cominciare perché manca il numero legale. In aula prima sono in 17, poi a stento 18. Un’ora dopo l’orario fissato per l’inizio arriva il consigliere Daniele Bottino, ma bisogna attendere la riapparizione di Bartolomeo Curia (che prima è puntuale, poi va via e poi torna) perché il Consiglio si possa aprire. Perfino l’assessore ai Rifiuti Andrea Barresi, osservatore silenzioso per tutta la durata della seduta, è in ritardo di 40 minuti.

Nonostante il singhiozzo iniziale, la riunione comincia. Bonaccorsi ha preparato delle slide. Vuole mostrare a tutti, coi numeri com’è suo costume, che cosa sta succedendo con le discariche. Le tabelle mostrano la progressione delle tariffe di conferimento dal 2018, anno dell’insediamento di questa amministrazione, al 2021: da una media di 79,98 euro a tonnellata di quattro anni fa alla media di 116,63 euro nell’anno scorso. Poi, l’impennata: 189 euro a gennaio 2022; 240 euro a tonnellata a febbraio di quest’anno. Le fatture per la Sicula Trasporti, la ditta che gestisce la discarica di Lentini dove Catania porta la sua immondizia, hanno superato i tre milioni di euro al mese.

Così l’amministrazione, di concerto con la Srr della Città metropolitana di Catania, ha saggiato altri impianti: il più economico sarebbe quello della Oikos (112,26 euro a tonnellata), poi la discarica pubblica di Gela (146,50 euro a tonnellata) e, infine, quello della Catanzaro Costruzioni a Siculiana (163,84 euro). Del tutto fuori scala, invece, la media di quanto richiesto per andare a portare i rifiuti fuori dalla Sicilia: 371,50 euro a tonnellata.

Il lotto Centro e la differenziata

“La progressione da novembre, da quando cioè si è effettuato il passaggio al nuovo appalto e alle nuove ditte è evidente – sottolinea Bonaccorsi – le percentuali di crescita della differenziata sono continue. Adesso che si potrà procedere anche con l’affidamento del lotto Centro, confidiamo di riuscire a dare una ulteriore accelerata”. Il Tar di Catania ha infatti rigettato i ricorsi contro la gara d’appalto settennale e la procedura di aggiudicazione di quel lotto e, a breve, la parte centrale della città potrà essere affidata alle cure dell’unica ditta partecipante: il consorzio Gema, un’impresa proveniente dalla Campania.

“Attualmente, la quota complessiva della differenziata in tutta la città è del 22,7 per cento: il 51,52 per cento nel lotto Nord, il 36,85 per cento nel lotto Sud e il 12,10 per cento nel lotto Centro“, spiega ancora il sindaco facente funzioni. Se nei due lotti in cui il porta a porta è già partito la quantità totale di immondizia raccolta – differenziata e non – è andata progressivamente diminuendo, fino a quasi dimezzarsi; nel lotto Centro è andata invece ad aumentare.

“La città ha risposto e sta risponendo – aggiunge il primo cittadino – Non possiamo pagare un prezzo che non dipende da noi né dai cittadini. Abbiamo bisogno di avere più tempo: non possiamo fare fronte alle richieste della discarica e non possiamo sostenere l’invio fuori Regione dei rifiuti indifferenziati, senza aiuti. Gli stessi viaggi che quattro anni fa facevo per Roma, per convincere il legislatore a venire incontro alla nostra città, adesso li farò per Palermo“, annuncia. “Paghiamo la Tari più alta d’Italia, solo da quando il Tar ha sbloccato il lotto Centro abbiamo effettivamente gli strumenti per fare meglio: dobbiamo avere il modo per raggiungere gli obiettivi e ci servono soldi per pagare le tariffe nel frattempo”.

Il tavolo di crisi

In aula, i presenti fanno compatti quadrato attorno al vicesindaco. Da Luca Sangiorgio, che auspica un intervento della Regione per non dovere “chiudere il Comune e dichiarare di nuovo il default”, a Salvo Di Salvo che chiede “un tavolo di crisi regionale“, desiderato anche dalla consigliera Lidia Adorno. Passando per Santi Bosco (“Ma serve anche un’informazione più capillare nei confronti dei cittadini”), Sebastiano Anastasi (“Scegliamo insieme una linea, ma che sia quella, da portare avanti compatti in tutte le sedi opportune”), e Sara Pettinato (“Possiamo fare ancora di più: rendere più efficiente la riscossione del tributo, per esempio”). A Manfredi Zammataro il compito di ricordare che il presidente della Regione “è sempre attento ai problemi della città e non mancherà di ascoltare. Ma il governatore sono anni che ci avvisa che, senza potenziare la raccolta differenziata, avremmo avuto problemi”. Che puntualmente si sono presentati.


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