E’ durato circa tre ore il faccia a faccia fra il “capo dei capi” di Cosa nostra, Salvatore Riina, e i magistrati della della procura di Caltanissetta, guidata dal procuratore capo Sergio Lari, che ha riaperto il fascicolo giudiziario sulle stragi. Nulla è trapelato sull’incontro. Ma, al termine, l”avvocato di Riina, Luca Cianferoni, ha parlato con i giornalisti. Per le stragi del ’92 “ci sono innocenti in carcere e colpevoli fuori”, ha detto Cianferoni.
Il legale ha pure detto che, a suo avviso, il processo, già celebrato, per la stragi di via D’Amelio “è stata una montatura”. “Ci sono innocenti in carcere e colpevoli fuori”, ha aggiunto ancora il legale, secondo il quale “ci sono elementi nuovi per poterci difendere”.
Secondo indiscrezioni il colloquio tra Riina e i magistrati sarebbe stato incentrato sul famoso “papello” nel quale Cosa nostra avrebbe dettato le condizioni allo Stato per cessare la strategia stragista. Il colloquio è stato effettuato dopo che Riina – alla vigilia dell’anniversario della strage di via D’Amelio – aveva fatto sapere tramite il suo legale la sua estraneità alla presunta trattativa tra la mafia siciliana e pezzi delle istituzioni. “La trattativa è stata fatta su di me, non da me” aveva fatto sapere il boss corleonese.
Sul contenuto dell’interrogatorio c’è, ovviamente, il massimo riserbo. Sta di fatto che il colloquio è stato lungo, è durato circa tre ore e non sono certo stati a guardarsi. Così come Riina, parlando di papello, di trattativa, ha parlato da capo – ancora oggi a 16 anni del suo arresto.
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