PALERMO – Quanto costano i consiglieri comunali di Palermo? La domanda è frequente ma la risposta non è mai semplicissima, perché oltre alla voce “gettone di presenza” bisogna considerare anche quella per il pagamento del rimborso oneri (stipendio lordo, considerando anche tredicesima ed eventuale quattordicesima). La legge prevede, infatti, che se un consigliere si assenta dal proprio luogo di lavoro per partecipare a una seduta del consiglio (ma basta anche che sia solo convocato) o a una commissione consiliare (e le commissioni si tengono quasi tutti i giorni), abbia diritto ad assentarsi pur ricevendo la paga della giornata. E per non gravare sul datore di lavoro, il Comune gliela rimborsa, ma solo se si tratta di dipendenti privati: le amministrazioni pubbliche non economiche non hanno diritto a rimborsi.
Nel secondo semestre del 2012, ovvero da luglio a dicembre (in pratica i primi sei mesi di questa consiliatura), sono 16 gli inquilini di Palazzo delle Aquile i cui datori di lavoro hanno maturato il diritto al rimborso. Uno però non ha ancora presentato richiesta, ovvero Montepaschi di Siena per Paolo Caracausi ma hanno tutti e cinque gli anni per farlo, mentre l’Anfe (per Francesco Bertolino e Giovanni Geloso) e la Bnl (per Filippo Occhipinti) non hanno presentato le buste paga.
Il rimborso più alto (da luglio a dicembre 2012) è andato alla Sirs società cooperativa srl per Rita Vinci con 36.007,82 euro; segue la Sicurtransport per Salvatore Finazzo che ha ricevuto un rimborso di 35.175,10; la Uisp per Rosario Filoramo con 23.342,80; Tgs per Massimo Pullara con 22.674,33; la Sicilia Bella srl per Alessandro Anello con 21.403,21 euro lordi; l’Amat per Orazio La Corte con 20.906,38; la Fenalca interprovinciale Sicilia per Mimmo Russo con 20.527,56 (ma solo per quattro mesi, da settembre a dicembre); La Barbaro Job Consulting per Pierpaolo La Commare con 13.321,10; Unicredit per Edy Tamajo con 12.718,04 (ma Tamajo si è dimesso il 5 dicembre del 2012 perché eletto all’Ars); l’Amia per Giuseppe Milazzo con 11.122,12; la Telecom per Carlo Di Pisa con 759,13 e, fanalino di coda, l’Ismett per Tony Sala con 710,71. “Quando finisco la mia attività istituzionale ritorno a svolgere il mio lavoro – spiega Sala – se ho commissione la mattina, vado al lavoro fino alle 18.30”. “Tutto è stato fatto alla luce del sole”, commenta il presidente di Sala delle Lapidi Totò Orlando.
C’è da dire, però, che nel resto d’Italia non funziona così. Una legge del 2011 (comma 11 dell’articolo 16 della legge 148) ha infatti limitato l’assenza per motivi istituzionali, ma regolarmente rimborsata, alle ore effettivamente passate in consiglio o in commissione, oltre a quelle necessarie allo spostamento da e per il luogo di lavoro. In tutta Italia, meno che in Sicilia dove la norma non è mia stata recepita. Qui vale per tutta la giornata. E se si supera la mezzanotte, anche per il giorno dopo.